L’imperialismo umanitario e la sinistra

L’imperialismo – del quale si parla pochissimo non perche’ non esista ma perche’ gli organi d’informazione hanno visto proibito l’uso di tale parola – per ottenere il suo scopo e’ organizzato in maniera da coprire un ampio spettro di campagne ben coordinate e facendo in maniera che i risultati non abbiano un impatto tale da rendere evidente lo scopo ultimo nonostante questi convergano tutti, ed in maniera evidente, nella stessa direzione supportandosi l’un l’altro. Si possono riconoscere tre tipi di imperialismo coordinati e con ampie zone di intersezione: l’imperialismo finanziario, l’imperialismo culturale e l’imperialismo umanitario. Quest’ultimo e’ forse il piu difficile da riconoscere – nonostante sia ben evidente – ed entra in campo quando i risultati dei primi due non permettono di arrivare ad una completa manovrabilita’ di un paese. Infatti quando un paese nonostante le politiche messe in atto da FMI e Banca mondiale non risulta sottomesso al potere finanziario internazionale al punto tale da permettere alle multinazionali di fare cio’ che vogliono, quando l’imperialismo culturale non e’ riuscito a sradicare credenze e convinzioni nazionali in maniera da poter impiantare le proprie tese a preparare il terreno per la colonizzazione finanziaria, in questi casi entra in gioco l’imperialismo umanitario che si avvale particolarmente di ONG spesso facenti capo alle Nazioni Unite, che mettono in atto fortissime campagne provocatorie senza alcuna esclusioni di colpi. Ecco quindi che un paese stabile nel quale la gente vive in armonia diventa oggetto di “attenzioni” da parte dei movimenti delle donne, dei giovani, dei carcerati, degli animalisti, degli ecologisti eccetera quasi sempre utilizzando il grimaldello della corruzione politica, dei brogli elettorali ed altri  fatti occasionali che vengono esaltati diventando simboli cosi come “i colori” che solitamente caratterizzano i movimenti di destabilizzazione organizzati.

Il perfezionamento di questi metodi – sopratutto grazie all’introduzione dei social network, manovrati alla perfezione e senza scrupolo da chi li dirige  – ha permesso di riuscire a rovesciare in pochissimo tempo governi al potere da decenni come in Egitto o in Libia, o portare alla rovina paesi come l’Ucraina che solo qualche anno prima aveva organizzato i campionati europei di calcio a dimostrazione dell’alto livello di crescita registrato dalla fine dell’Unione Sovietica. In questi paesi fin dagli anni 70 si cercava di rovesciare il governo/regime vigente senza mai riuscirci ma con l’avvento di facebook in qualche mese si e’ creato il caos che ha portato anche al solito “intervento umanitario” gia’ registrato in Iraq, Afganistan ed altri paesi africani il cui risultato e’ la guerra civile in atto da anni ed il fatto che i risultati siano evidenti ma si continui con tale politica conferma il sospetto che lo scopo di tali interventi sia proprio quello di creare guerre civili.

Nei paesi dove, invece, l’imperialismo culturale risulta ben radicato al punto da permettere la piena attivita’ dell’imperialismo finanziario, l’imperialismo umanitario si limita alla “ordinaria manutenzione” sostenendo ad intervalli di tempo abbastanza regolari campagne il cui scopo e di mantenere i Governi in equilibrio precario in maniera da poter essere ricattabili qualora ve ne sia bisogno. Uno degli scopi principali e’ quello dell’estirpazione sul nascere di movimenti nazionalisti o in qualche modo che mirano a limitare il liberismo commerciale. L’ideologia dei diritti umani è perfetta, da questo punto di vista. E’ sufficientemente ‘”idealistica” e impossibile da mettere in pratica costantemente (se si dovesse fare una guerra contro ogni trasgressore dei diritti umani”, si sarebbe rapidamente in guerra con il mondo intero, compresi noi stessi) per permettere a quei difensori l’occasione di apparire critici rispetto ai governi (non intervengono abbastanza). Inoltre, deviando l’attenzione dai veri rapporti di forza esistenti nel mondo, l’ideologia dei diritti umani offre anche a coloro che detengono il potere reale una giustificazione morale delle loro azioni. Ecco quindi che gli intellettuali piccoli borghesi possono sia servire il potere che fare finta di essere sovversivi. Che cosa si può chiedere di più a un’ideologia se non di servire come nobile giustificazione di un sistema economico e di un insieme di relazioni internazionali che sono fondamentalmente basate sulla forza bruta?

In Italia, questo ruolo di “difensori dei diritti umani” vale a dire di servitori dei poteri economico-finanziari e’ assunto quasi in toto dal cosiddetto centro-sinistra, che ha una forte differenza con la sinistra storica. La vecchia sinistra era basata sulla classe operaia e i suoi leader provenivano da quella classe, la nuova sinistra è quasi interamente dominata da intellettuali della piccola borghesia. Questi intellettuali non sono né la “borghesia” nel senso dei proprietari dei mezzi di produzione né sono sfruttati da questi ultimi. Per questo motivo riescono bene a tenere il piede nelle staffe governo-sovversione e si mantengono a galla frustando i “fedeli” e facendoli sentire ultimi nella classifica dei diritti umani.

Ma quali sarebbero i diritti umani e chi li definisce? E quali sarebbero i paesi in testa a quella classifica nella quale noi ci sentiamo agli ultimi posti?

Osservando bene gli ordinamenti dei paesi che promuovono piu attivamente gli interventi umanitari, emergono realta’ che on permetterebbe a loro di fare alcuna predica e nemmeno di salire sul pulpito. Basta osservare che nei loro ordinamenti esisto ancora oggi: Pena di morte, mancanza di leggi scritte e di codici, assenza del diritto alla salute (ma e’ presente il diritto alla felicita’) , la liberta su cauzione (se paghi esci qualsiasi crimine hai commesso) e sopratutto l’istruzione a pagamento. L’elenco potrebbe continuare ma basta soffermarsi sulla Gran Bretagna (o Regno Unito, unico paese al mondo con due nomi diversi, il secondo di derivazione colonialista) ed esaminare senza pregiudizio l’ordinamento del loro stato: una monarchia a cui capo vi e’ una regina ULTRANOVANTENNE sposata dal 1947 con suo cugino (entrambi sono nipoti della Regina Vittoria) dal cui matrimonio e’ nato un figlio che ha sposato la sua tata. La regina (che non e’ mai stata eletta democraticamente) e’ a capo della Gran Bretagna da oltre 60 ANNI (cioe’ dai tempi di Stalin, Churchill, Roosevelt ecc…) come dire: la piu lunga dittatura del mondo. Non solo, la stessa persona oltre ad essere a capo dello stato e’ anche a capo della chiesa Anglicana, secondo uno schema che nemmeno le piu feroci dittature hanno mai osato adottare e che ricalca quello dello Stato della Chiesa. La regina e’ inoltre a capo di altri stati come l’Australia e di possedimenti strategici come Gibiliterra ed altri. La regina e” tutt’altro che pacifista ed infatti e’ l’ultimo paese europeo ad aver combattuto una guerra, per la precisione quella contro l’Argnetina per il possedimento delle isole Malvinas/Falkland situate di fronte alle spiagge argentine ma di cui gli inglesi pretendono la proprieta’. Questo senza dimenticare la guerra civile scatenata in irlanda del nord per mantenere il possedimento dell’Ulster ed impedendo al’Irlanda di occupare l’intera isola d’Irlanda. La Regina inolte nomina a sua scelta i componenti (a vita) di una delle due camere del parlamento (La camera dei Lord) che quindi non e’ eletto in maniera pienamente democraticamente come tutti credono, anzi a ben vedere e’ uno degli ultimi nella classifica della democrazia.

Il sistema giudiziario non e’ certamente piu moderno o democratico e nonostante quello che la propaganda ci ha radicalmente fatto credere, la legge nel Regno Unito non e’ scritta. Una cosa che potrebbe sembrare incredibile ma che in realta’ permette ai giudici (che fanno capo alla camera dei lord) di emettere sentenze basate su altre sentenze o sul mutare dei tempi a seconda di come faccia loro piu comodo. Il tutto senza che l’imputato abbia il diritto di parlare durante un processo organizzato secondo un sistema di sollicitor e barrister creato nel 1300 e da allora rimasto praticamente invariato come dimostrano le parrucche indossate dai giudici.

Il discorso potrebbe continuare ma credo che questo dovrebbe dimostrare come i paesi che si proclamano “portatori” dei diritti umani in realta’ hanno motivi ben diversi

L’imperialismo umanitario e la sinistraultima modifica: 2016-03-07T08:37:01+01:00da fab_kl
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