Eliminare la pubblicità
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LA PROPOSTA DI LEGGE per gli sconti su alimenti sfusi…..Gli alimenti sfusi costavano gia’ meno di quelli etichettati, ma non li comprava nessuno. I detersivi SCALA sono quasi falliti perche’ caratterizzano il loro prodotto sul basso costo dovuto all’assenza di costi per la pubblicita’. Ma la gente esegue gli ordini della pubblicita’ e uno sconticino non cambiera’ molto. Cio’ che bisognerebbe fare per avere un impatto rivoluzionario e’: diminuire la pubblicita’ attraverso l’eliminazione della detassazione alle imprese delle campagne pubblicitarie. Oggi il 95% delle spes e di propaganda SONO DEDUCIBILI dal reddito d’impresa ed e’ cosi che le grandi imprese invece di pagare le tasse ci sommergono di pubblicita’ ed aumentano i bisogni indotti nelle persone. La risposta che si ottiene ad una proposta di questo genere e’ che cio’ farebbe crollare la crescita ed il commercio, ma in realta’ non e’ proprio questo che si vuole?? Fare uno sconto per un altro prodotto significa solo spingere i consumatori verso un DIVERSO CONSUMO e cio’ non fa altro che mutare il problema e libera le coscienze dei consumatori verso il nuovo consumo senza che essi si chiedano dove vanno a finire i detersivi sfusi, quali stabilimenti chimici li hanno prodotti e con che sostanze, da dove vengono quelle sostanze e da dove vengono quei detersivi…….. Lo sconto del 20% E’ SOLO MARKETING PUBBLICITARIO COME TANTE ALTRE OFFERTE che spingono a comprare un prodotto invece di un’altro e gruppi PSEUDO ECOLOGISTI come quelli che spalleggiano queste iniziative lo sanno bene perche’ […]

La caffeina alla base di tutto
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MOLTI CREDONO DI ESSERE SPONTANEI NEL SEGUIRE LA CORRENTE E se alla base di tutto ci fosse la somministrazione a tappeto, in dosi massicce di una sostanza che, passando da una generazione all’altra, modifica il sistema nervoso delle singole persone e le loro capacita cerebrali? La mancanza di attenzione, l’incapacità di stare fermi, la smania di fare…non potrebbero essere l’effetto del forte estratto dei semi di una pianta assunto in dosi che da sempre ci somministriamo giornalmente non appena ci svegliamo e con continui “richiami” a distanza di poche ore senza soluzione di continuità da generazioni e generazioni? Intere popolazioni caffeinizzate in maniera fortissima, come in Italia con gli espressi più forti del mondo, ma anche subdolamente da coca cola o bevande o dolci carichi di caffeina. Nessuno ha mai osato mettere sotto i riflettori la più diffusa sostanza neuro stimolatrice la cui produzione sta alla base delle più grandi multinazionali al mondo, la commodity più scambiata alla borsa di NY, la coltivazione più diffusa al mondo ed i cui coltivatori – bambini compresi – sono poveri schiavi sfruttati ben peggio di quelli rappresentati nelle campagne mediatiche che spesso bombardano gli ascoltatori: campagne mediatiche che non hanno mai riguardato la coltivazione del caffè. Strano che nonostante il caffè sia dannoso per il sistema nervoso, per il cuore, per lo stomaco, per la circolazione sanguigna, per il fegato…. Nonostante ciò, le uniche campagne mediatiche riguardanti il caffè sono quelle nelle quali si evidenzia una pseudo caratteristica positiva rilevata da pseudo associazioni […]

Liberalismo
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Il liberalismo e’ utile solo ad imporre la forza del piu forte nei confronti del piu debole, attraverso l’eliminazione delle regole. Le regole, se fatte bene, servono (o dovrebbero servire) a tutelare i piu deboli. Se lasciamo che i forti convincano i deboli che la loro debolezza deve essere punita, avremo un mondo di PECCATORI ed INSODDISFATTI.

ordoliberismo

In Occidente, dalla Seconda guerra mondiale e fino agli anni Settanta del secolo scorso, l’ideologia che ha vinto la battaglia all’interno della società civile diventando egemone è stata quella keynesiana. Dagli anni ’80 in poi è invece avvenuto un netto cambiamento con l’affermazione della egemonia neoliberista, sia pure con differenti configurazioni a seconda dei diversi contesti nazionali. Dapprima in Germania e poi in Europa è stata la variante tedesca “ordoliberista” a vincere il dibattito culturale, così da diffondersi attraverso gli “apparati ideologici di Stato”, diventando senso comune e creando i presupposti per un complesso sistema di controllo. Spesso questo avviene senza percezione da parte della maggioranza della popolazione, tant’è che vi è una grande confusione in merito al suo effettivo contenuto. Il momento fondativo del neoliberismo è collocabile al convegno Walter Lippmann tenutosi a Parigi, nel 1938 e in cui parteciparono, tra gli altri, von Hayek, Röpke e von Rüstow (Dardot e Laval, 2013). Al convegno per la prima volta venne usato il termine “neoliberismo” (Davies, 2014) e questo rappresenta di fatto il primo tentativo di creazione di una vera e propria “Internazionale neoliberista”. Nove anni dopo, nel 1947, Hayek fondò la Mont Pelérin Society con l’obiettivo di darne seguito con un think tank che riunisse tutti gli intellettuali neoliberisti del mondo. La nuova associazione diventerà il baluardo del neoliberismo agendo nell’accademia, nei media e nel business allo scopo di inserire membri e simpatizzanti in ruoli chiave, sia politici che economici, e divenendo famosa grazie anche agli otto premi Nobel assegnati ai suoi […]

Pubblicita detraibile
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La pubblicita, ossessivamente presente ovunque e che utilizza tecniche sperimentate e messe a punto scientificamente, è la base di tutto il sistema consumistico.Quando qualcuno diceva che la pubblicità è l’anima del commercio non esagerava affatto, anzi. Il rovescio della medaglia è sempre più conosciuto da tutti. Creando continuamente nuovi bisogni da soddisfare, crea frustrazioni ogni giorno piu grandi che intristiscono la gente e la rendono isterica e stressata. La diminuzione della pubblicita’ porterebbe ad un graduale rallentamento dei consumi che permetterebbe di adattarsi a nuove situazioni economiche che potrebbero essere sorprendenti. E’ impensabile che una famiglia debba accrescere ogni mese i propri consumi e quindi i propri redditi, per lo stato e’ la stessa cosa. Molto meglio capire quali sono le esigenze cui far fronte ed adattarsi. Lo svantaggio di mettere sempre gli stessi vestiti (ad esempio) potrebbe essere compensato da un minor inquinamento e sfruttamento di materie prime ecc. ecc. SCOPRITE CHE PER AVERE UN AUMENTO DI STIPENDIO BASTA DIMINUIRE I BISOGNI, io l’ho scoperto e non vado piu a lavorare

La deforestazione mondiale e la crescita perpetua
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PERCHE I PAESI POVERI DOVREBBERO RIMANERE POVERI PER RIPULIRE L’ARIA CHE NOI CONTINUIAMO AD INQUINARE?? Non sarebbe forse giusto dare loro un compenso direttamente proporzionale al mantenimento delle foreste equatoriali? Le Nazioni Unite spendono miliardi per mantenere il patrimonio UNESCO ma le foreste equatoriali non sono anch’esse patrimonio dell’umanita? È tempo che le nazioni unite decidano di fare fatti concreti contro la deforestazione e smetterla con le CHIACCHIERE che non toccano le multinazionali. È altamente scorretto oltre che senza risultato, pretendere che paesi come l’Indonesia o il Brasile continuino a rinunciare ai profitti derivanti dalla deforestazione per permettere ai paesi industriali di continuare ad inquinare sempre di più. FIRMA LA PETIZIONE PER RISARCIRE GLI INDIGENI (Purtroppo il sito Change.org fa di tutto per oscurare questa raccolta di firme che evidentemente da fastidio ai sorosiani) È altamente egoistico e prepotente chiedere agli indigeni di continuare a vivere nella povertà rinunciando ai guadagni dell’agricoltura, del legname, piantagioni o altri posti di lavoro che potrebbero provenire dalla deforestazione delle loro zone. Per quale motivo questi paesi dovrebbero rinunciare al loro sviluppo senza che i paesi che inquinano l’aria di tutto il mondo risarciscano in modo adeguato chi sacrifica il proprio popolo per ripulire l’aria che altri hanno inquinato e che pretendono di inquinare sempre di più? Chi ha stabilito quali devono essere i paesi da adibire a SPAZZINI DELL’ATMOSFERA?? Sarebbe molto più corretto – ed ecologicamente utile all’intera umanità – monitorizzare per ogni paese la superficie delle aree ricoperte da foreste e fornire […]

Lo scopo della vita
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Ci deve essere qualcosa di più nella vita che avere tutto! http://bit.do/consumismo

Pecore mutanti
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OGGIGIORNO LE PECORE SONO MUTANTI Nelle società dove il consumismo ha preso piede è in azione una macchina infernale che trasforma ogni cosa, destituisce tutto di senso, modifica la realtà e noi stessi, trasformati in gregge di mutanti. La moda viene considerata come progresso, il conformismo chiede entusiasmo dinanzi al nuovo, continuo cambiamento come fervore modernista. Nessuna epoca – per quanto ci facciano credere il contrario – ha tanto amato il nuovo quanto la nostra, trasformando un sistema economico, addirittura in uno stile di vita. Anzi a guardarci bene è diventata una religione con i suoi comandamenti, le sue festività, predicatori e luoghi di culto dove esercitare quello che gli spot dei predicatori ci intimano o ci convincono subdolamente ad eseguire. Nella mitologia greca, Proteo era l’immortale vecchio del mare in grado di predire il destino, non perché dotato di poteri paranormali ma solo perché utilizzava l’esperienza del vissuto, la memoria di quanto già accaduto, la capacita di identificare situazioni simili: in poche parole l’esperienza. L’esperienza che mai come oggi sembra aver così poco valore in tutti campi, sconfitta dal comandamento consumista che dispone che “i tempi sono cambiati”. E’ il fascino che il consumismo esercita su molti arriva a influenzare la concezione di vita e di natura la cui lentissima mutabilità è alla base dell’evoluzione della specie di durata millenaria. Le società occidentali oggi – come vertice dell’assurdo – ritengono evoluzione il comportamento omosessuale come ritengono evoluzione la scarsa prolificità delle donne. La megamacchina del denaro, del consumo, dello […]

Il lavoro come scopo di vita
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Il consumismo si è affermato grazie all’aver subdolamente innalzato il lavoro a scopo di vita invece di relegarlo tra le cose necessarie alla sopravvivenza. In questo cambiamento, avviato negli anni 60/70 le donne hanno avuto un ruolo fondamentale. Fino a quel tempo infatti le donne venivano esonerate dal lavoro se non strettamente necessario, in maniera da avere cura della famiglia, per garantire l’esistenza di quella stessa famiglia l’uomo lavorava e spesso rischiava la vita. In quegli anni la donna accusava l’uomo di mettere il lavoro davanti alla famiglia. A distanza di pochi anni la donna ha acquisito il difetto che rimproverava all’uomo ed addirittura si lamenta dello stato che non mette a disposizione asili nido per permettere alle madri di andare a lavorare, cioè accusano di non permettere l’anteposizione del lavoro alla famiglia. Ma perché questa fretta di lavorare? #anticonsumismo #decrescita

Autostrada per la globalizzazione
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È incomprensibile come le presunte sinistre, invece di tutelare le conquiste proletarie, siano l’autostrada per la globalizzazione, senza pensare che quest’ultima equivarrà a conformismo (e quindi sottomissione) su scala mondiale. Vogliono cioè che l’umanità diventi come la grande stampa e tv italiana omologata I media e le mode sono creature dello stesso padrone e ci detengono già. Come diceva qualcuno: “ci conoscono più di quanto ci conosciamo noi stessi” (intesi come massa, non a caso sono definiti “mass media”) e in questo modo con la persuasione, col marketing ci fanno fare ciò che vogliono, da anni e ci portano dove vogliono, anche ad apprezzare Soros uno speculatore internazionale (“se non state attenti vi porteranno ad odiare le persone oppresse e ad amare i vostri oppressori” cit. Malcom X). #decrescita #anticonsumismo #imperialismo

democrazia europea

Ma quale democrazia europea?? Nel periodo in cui in Europa le elezioni hanno dimostrato una tendenza del popolo a farsi sentire e non accettare passivamente ogni delibera, guarda caso il presidente del parlamento europeo viene scelti tra i tanti trombati del PD la cui carriera è nata al soldo dell’informazione anglousa. Non esiste peggior modo per ignorare la volontà popolare. C’è da chiedersi chi abbia avuto l’idea e la capacità realizzativa di portare un emerito fallito a capo del parlamento europeo. E a quale scopo? La teoria dell’esercito industriale di riserva di Karl Marx. La «sovrappopolazione relativa di salariati proporzionata all’accumulazione del capitale», ossia unicamente legata alle esigenze dei capitalisti che, qualsiasi sia il livello demografico, hanno convenienza a mantenere una parte dei lavoratori disoccupati per creare una concorrenza al ribasso tra lavoratori. #proletariato

Melting pot
Melting Pot

Tutto si mescola, che noi vogliamo o no, e si presenta diverso da come era in passato. Il “melting pot”, cioè la pentola dove le cose si mescolano insieme, era l’espressione creata, negli Stai Uniti, qualche anno fa, per descrivere la mescolanza delle razze, delle culture, delle tradizioni, degli stili che confluivano a comporre la società americana. L’ignoranza degli americani associata alla loro  presunzione, li spinge a cercare di modificare gli altri per farli divenire come loro (del resto i pellirosse avevano ben capito) ed ha portato a far credere anche agli italiani i cui lobi sono stati modellati da lunghi anni di propaganda culturale dello zio tom, che anche l’italia dovrebbe diventare una pentola dove mescolare le verdure. L’incapacita di ragionare però, non fa compiere a queste persone il minimo ragionamento che consiste nell’individuare la provenienza delle verdure da porre nella pentola per creare le pietanze. Le verdure, infatti, provengono ognuna dal loro orto nel quale bisogna stare bene attenti a coltivarle in maniera diversa e secondo le loro specifiche esigenze, in maniera che  ognuna possa crescere rigogliosamente vedendo rispettate le esigenze di acqua, sole, ombra o siccità ecc. ecc. come un buon coltivatore sa benissimo.  Sarebbe una follia pensare di coltivare ortaggi senza creare appositi settori dedicati ad ogni prodotto: immaginiamo un orto dove le patate, il prezzemolo, i cocomeri, le cipolle, i fagioli….. fossero tutti seminati alla rinfusa. I risultati sarebbero certamente inferiori a quelli di un orto nel quale ogni prodotto vede rispettate le sue esigenze, […]

L’individualità e la psicologia delle emozioni
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Anni e anni di traffico di Roma mi hanno fatto maturare l’idea che nel traffico automobilistico si può individuare la dimostrazione inequivocabile di come (e quanto) si riveli dannosa e controproducente l’individualità, e tutte le pedagogie orientate all’esaltazione dell’individualità, del carattere e della personalità. L’interpretazione soggettiva delle regole, le giustificazioni alle proprie infrazioni, la condanna di tutti gli altri infrattori fino ad arrivare spesso anche all’odio generalizzato verso chi sanziona, sono i sintomi emblematici di una “malattia” sociale che risiede nel deviato concetto di carattere, oggi condiviso quasi unanimemente. Quel concetto di carattere che per emergere e confermarsi deve scontrarsi fin dall’adolescenza con i genitori prima e con la società poi secondo uno schema che prevede (e fomenta) l’esigenza di differenziarsi in virtù del credersi superiori. Di conseguenza non se ne esce mai e si resta “Peter pan” a vita (ben rifocillati da quelli che ti dicono “ascolta il bambino che c’è in te”). Siamo sicuri che questa esaltazione del carattere in contrapposizione alla società, non si limiti alla trasgressione ma raggiunga, in quei casi limite, la voglia di imbracciare un fucile mitragliatore e sparare all’impazzata per uccidere chiunque si trovi sul tuo cammino. E’ difficile credere che sia casuale che questo tipo di fenomeno sia cosi diffuso proprio negli USA il paese che ha sempre caldeggiato e spinto per diffondere le psicologie che puntano su carattere e personalità? Non dovrebbe forse farci preoccupare il fatto che anche in Italia oggi sia sempre più utilizzata l’espressione “prendere un fucile ed […]

Oppio dei popoli
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In passato era comune sentir dire che LA RELIGIONE E’ L’OPPIO DEI POPOLI. Oggi si può dire che ILCONSUMO E’ L’OPPIO DEI POPOLI quindi, per la proprietà transitiva IL CONSUMO E’ LA NUOVA RELIGIONE Cosa spinge il consumatore a… consumare? E’ l’intensità del desiderio che lo spinge e poco importa quale sia l’oggetto agognato, in fondo alla fine non si può che consumare e consumare di tutto, a maggior ragione se il desiderio si trasforma in “stato di necessità permanente”, cioè in azione non perfettamente controllata dalla volontà. Fuori dal campo di forze del consumo non c’è nulla e la libertà consiste nella pratica “gioiosa” dell’esercizio consumistico; questa libertà poi si pone come la possibilità di agire (o non agire) dentro ad uno stato di necessità. Non è più il lavoro o la politica a conferire identità all’individuo, mentre lo sono invece certe modalità di consumo che seppure in modo debole, provvisorio, labile, costruiscono appartenenze non prive peraltro di un loro contenuto politico. L’individuo però può trasformarsi in soggetto attraverso la pratica (direzionabile, poco sociale e finalistica) del conflitto per l’accesso al consumo. Questa pratica è in grado di destabilizzare l’ordine prestabilito da una società pienamente in mano al mercato. E’ in questo esercizio di libertà che l’elettore-consumatore poi mal sopporta i tempi dilatati della democrazia politica rappresentativa, la sua gratificazione deve essere immediata, mentre alla “dittatura della maggioranza” egli contrappone l’interesse esclusivamente individuale. http://www.circolidossetti.it/

Ritorno dello stato padrone
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Partendo dalla descrizione della situazione attuale gli autori risalgono alle radici della crisi finanziaria in atto e concentrano la loro attenzione sui Fondi sovrani di ricchezza, fornendo un censimento, completo e unico nel suo genere, delle loro origini nazionali, delle risorse attuali e potenziali di cui dispongono e delle preoccupazioni che sollevano presso i principali Governi dei paesi industrializzati. Dopo avere esaminato le strategie di mercato perseguite dai Fondi sovrani e i possibili sbocchi geopolitici che ne potrebbero derivare, il lavoro fornisce un quadro dettagliato delle proposte di loro regolamentazione avanzate in ambito del Fondo Monetario Internazionale e dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Di particolare importanza e novità è l’attenzione dedicata a quelle istituzioni che operano nel quadro della finanza Shari’ah-compliant, ossia in linea con il dettato del Corano come interpretato dalle autorità religiose, che è dotata di risorse significative provenienti sopratutto dalle vendite di petrolio. L’idea degli autori è che siamo agli albori di un nuovo ordine politico ed economico internazionale, non solo dovuto alla crisi in atto, ma anche all’ingente massa di riserve ufficiali in dollari e in euro in mano ai paesi emergenti. La conclusione è che le acque del fiume hanno preso a scorrere virulente, che le fonti hanno aumentato l’intensità del gettito e che se non si adeguano gli sbocchi le crisi tracimeranno in più punti. Pania rei, nulla sarà come prima.

Antistatale

L’ideale antistatale è inculcato strategicamente nelle masse per favorire l’ingresso straniero. Non si spiega altrimenti il concertato e tambureggiante negativismo verso la politica iniettatoci da TG e giornali che in realtà dovrebbero essere manovrabili da politica e stato…… #antistatale  

il cavallo di Troia
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CANTAMI O DIVA DEL PELIDE ACHILLE…. Gli autoproclamati acculturati, dimenticano gli insegnamenti di Omero e relegano l’Eneide nell’angolo delle poesie di battaglie. In realtà uno dei messaggi di Omero – nemmeno troppo ermetico – era quello di come la religione si presti ad essere utilizzata da chi ha tentato vanamente di conquistare e rompere l’assedio della città nemica. E’ difficile non fare un parallelo con chi oggi, dopo oltre duemila anni, intende far entrare dentro le proprie mura “canotti o imbarcazioni di troia” cariche di sconosciuti provenienti da paesi ai quali abbiamo fatto la guerra per millenni e che crediamo che oggi non ce l’abbiano più con noi e siano tutti buoni e pronti a venire a lavorare per pagarci le pensioni. Dietro questo cavallo di troia ci sono sempre le religioni. Quelle religioni che fecero credere che il cavallo fosse un dono di dio ricevuto per la loro bontà e che oggi predicano bontà e umanità per far entrare lo stesso cavallo/barcone dentro le mura. Cosa ci impedisce di pensare che – come a Troia – una volta entrati in Italia, non chiameranno parenti e amici che a loro volta chiameranno parenti e amici. Cosa ci impedisce di pensare che loro applicheranno la legge del più forte come hanno da sempre visto fare nei loro paesi e nella natura circostante? In Kosovo è iniziato in questo modo il processo che nel corso di qualche decennio ha portato alla guerra civile e quindi alla scomparsa della Jugoslavia. La jugoslavia è […]

Il circo degli acculturati

GLI STUPIDI NON SI RIESCONO AD AMMAESTRARE ed infatti nessuno ha mai visto un gallo o una gallina lavorare al circo. Nel circo invece lavorano GLI INTELLIGENTI che grazie alla loro intelligenza vengono ammaestrati e direzionati a fare quello che vuole il padrone che poi si compiacerà con loro. E se nelle persone fosse la stessa cosa? Forse si, e basta guardare come la gran parte di coloro che ritengono di amare gli animali e vorrebbero chiudere i circhi sono spesso accaniti sostenitori degli acquari e del loro ricreare l’ambiente naturale dove vengono rinchiusi pesci che non vedranno più il mare. D’altra parte se chiediamo ai pesci: “com’è’ l’acqua? loro risponderanno: “quale acqua?”

le facce oscure del consumismo

La malattia di cui oggi soffre gran parte dell’umanità è inafferrabile, non definibile. Tutti si sentono più o meno tristi, sfruttati, depressi, ma non hanno un obiettivo contro cui riversare la propria rabbia o a cui rivolgere la propria speranza. Un tempo il potere da cui uno si sentiva oppresso aveva sedi, simboli, e la rivolta si dirigeva contro quelli. Ma oggi? Dov’è il centro del potere che immiserisce le nostre vite? Bisogna forse accettare una volta per tutte che quel centro è dentro di noi e che solo una grande rivoluzione interiore può cambiare le cose, visto che tutte le rivoluzioni fatte fuori non han cambiato granché. (Tiziano Terzani)     #anticonsumismo

Femminizzazione della societa’
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Un ulteriore esempio della femminizzazione della società italiana ….. http://www.romatoday.it/cronaca/rissa-foot-locker-yeezy-boost-kenye-west.html Guardando indietro al passato dell’umanità possiamo trovare ragazzi che litigavano per calcio, politica e futilità varie ma non per le scarpe che nella classifica degli interessi maschili sono sempre stati in zona retrocessione, contrariamente a quanto capita alle donne nella cui classifica primeggiano. E’ emblematico come per i giovani sia oggi incomprensibile non depilarsi totalmente, come e’ emblematica l’esplosione di programmi di cucina, e dei TG adattati all’attività’ delle comari di un paesino di De André…. e gli esempi potrebbero continuare ma la femminizzazione è arrivata a surclassare anche principi ben piu profondi, basta guardare alle pedagogie alla giustizia all’accoglienza ecc …..ovunque viene applicato il concetto dominante del “POVERINO DI MAMMA”. Ovunque vie e’ comprensione materna e immedesimazione tranne quando si parla delle donne, ed in quel caso il principio ben radicato de LA LEGGE E UGUALE PER TUTTI viene fortemente messo in dubbio e si cerca di trasformare il classico approccio giuridico e mettere in secondo piano il reo mentre acquista importanza “a che genere appartiene la vittima” stravolgendo la pena a seconda che uno stessol reato sia commesso nei confronti di un uomo o di una donna. Quando anche questo sara fatto digerire ai mammoni italiani avremo una giustizia basata NON sul reato commesso ma basata verso chi ha subito il reato: come avviene in India dove le caste superiori possono commettere omicidi verso caste inferiori ed essere meno puniti di chi commette omicidi verso le caste superiori. […]

Vivere nell’ottusità
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Si vive in un’epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso. Il problema del vivere da svegli in un mondo di addormentati è che poi bisogna sopportare questo scempio pur praticando l’autarchia nel proprio piccolo, e continuare ad assistere a teatrini squallidi e senza senso.

La guerra per il posto di lavoro
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Le lenzuola calate dai balconi. Gli antagonisti e i centri sociali in piazza a prendersela con le forze dell’ordine. I progressisti nei talk show a lanciare l’allarme fascismo. Le élite europeiste a fare appelli per fermare l’avanzata populista. E i vescovi dai pulpiti a tuonare contro chi affida la propria campagna elettorale al sacro rosario. Poi buonisti, i fan dell’accoglienza e i professionisti dell’immigrazione. Tutti a bocca asciutta. C’è da chiedersi cosa sarebbe stato senza la forte offensiva contraria che ha accerchiato da tutte le direzioni, e cosa sarebbe stato se ile votazioni avessero riguardato l’Italia invece di riguardare il parlamento europeo (cui i leghisti non ripongono alcuna fiducia e possono aver disertato). Un’Europa che in pochi ormai considerano come continente plurimillenario fatto di storia e cultura, e forgiato dalle imprese di Leonida, di Giulio Cesare, di Giovanna D’Arco, Federico II di Svevia, Napoleone e dal sangue sulla Somme o sul Piave, attaccato quotidianamente da notizie terrificanti: uteri surrogati, suicidi assistiti, legalizzazione della polizia della Sharia e fine di ogni sentimento nazionale e identitario. Tutti figli non di un ventre materno, ma del perbenismo e del mondialismo, accuditi non da una levatrice, ma da una sinistra mondialista e globalista che ha ammainato ogni sua bandiera culturale. La sinistra nata nel solco del marxismo ottocentesco, fondata su basi anti utilitariste e comunitarie e incentrata sulla fabbrica, sulla Nazione, ma anche sulla società patriarcale, che come centro nevralgico aveva la famiglia operaia, oramai non esiste più, come non esistono più i celebri […]

La potenza sociale del consumo
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La “potenza sociale del consumo” . Il consumo sempre fine a se stesso e conseguente ad un desiderio indotto e drammaticamente distruttivo, dentro a cui esplode il conflitto che ridefinisce la libertà dell’individuo. In questa maniera vengono esauriti non soltanto gli oggetti, le cose, ma anche le affettività, i valori, gli eventi, gli interessi generali, le forme di rappresentanza, le istituzioni….. IL CONSUMISMO E’ ORMAI RADICATO A FONDO Viviamo costantemente immersi in una società consumistica che ci vuole perennemente consumatori, acquirenti, di un numero sempre più crescente di beni, prodotti e servizi.

La Sinistra o sarà anticonsumista o non sarà affatto
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Che senso ha parlare di sostenibilità se non si ha il coraggio di dire che consumiamo troppo? Non si può coniugare nella stessa casa la morale del servo e quella del signore, il rapporto che lega l’una all’altra è un rapporto dialettico, conflittuale, in costante riequilibrio e in constante opposizione. Spetta anche alla sinistra, scegliere una delle due parti e immaginare il mondo in conseguenza di quella scelta. Che senso ha l’espressione eco-socialismo? la sinistra deve fornire proposte alternative che siano concrete nel mondo reale, e che siano fuori dal circuito del mercato. Negli ultimi decenni la strategia adottata per far confluire nel capitalismo esasperato anche i proletari più convinti, è stata quella di introdurre gradualmente il concetto che “la tutela del proletariato significa tutela dei lavoratori” per poi passare a  “la tutela dei lavoratori significa il benessere dei lavoratori” e quindi identificare “il benessere significa consumo”. Grazie a questi passaggi, si è giunti – in maniera inconsapevole ed indolore – alla conclusione che il consumismo sia la versione moderna del del comunismo ed a sostegno di ciò viene quasi sempre sbandierato che se DIMINUISCONO I CONSUMI AUMENTANO I LICENZIAMENTI con questo vengono zittiti tutti coloro che non identificano il consumismo come la religione di base della vita evoluta e tecnologica. A questa versione hanno aderito tutti i sinistroidi (coloro che si ritengono di sinistra ma in realtà fanno gli interessi degli USA) senza rendersi conto che erano stati trasformati in schiavi le cui catene erano costituite dalle rate dei […]

Huawei-Usa La competizione nel 5G e 6G

Il mondo si sta dividendo in paesi che gestiscono reti 5G al di fuori dell’influenza cinese e paesi che impiegano la tecnologia cinese. Un matrimonio tra queste due posizioni sarà sempre difficile finché non sarà propiziato da un accordo globale tra Washington e Pechino sull’argomento. https://www.startmag.it/mondo/huawei-usa-come-la-competizione-nel-5g-e-6g-avra-ripercussioni-su-difesa-intelligence-e-sicurezza-globali/  

Leonia
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Leonia, la città del consumismo di Italo Calvino è una città che Italo Calvino immagina ne “Le città invisibili” (1972) e che ricorda la situazione di molte metropoli moderne. Infatti a Leonia i cittadini consumano cibi e oggetti in quantità industriali rinnovando ogni giorno abiti, soprammobili, arredamenti, producendo una montagna di rifiuti accatastati alla periferia della città che nessuno sa smaltire. : un mondo squilibrato preda di una schizofrenia consumistica che consuma e spreca molto più di ciò di cui ha davvero bisogno. La sublimazione dell’usa e getta, in un continuo spreco di denaro e di energie, solo apparentemente assurda. Italo calvino e la pubblicità

Pedolatria + ambiente = Greta
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Manifestare per il clima e l’ecologia ARMATI DI TELEFONINO? Quella che passa per una storia nata spontaneamente è in realtà una studiata operazione di marketing, cosa che tra l’altro non ci voleva molto a capire. Chi ha un minimo di attenzione alle dinamiche dei media e della manipolazione dell’opinione pubblica ha riconosciuto in una frazione di secondo il tipo di operazione che viene condotta, gia utilizzata a partire dal voto sulla Brexit si accusarono i “vecchi” di egoismo puntando a porre le generazioni le une contro le altre, si è puntato a dipingere gli adulti con più esperienza come egoisti mossi a privare i giovani del loro futuro per biechi interessi immediati, in pratica si è puntato alla frattura generazionale per rendere ancora una volta di più tutti soli ed isolati in una società liquida. Ma in più sono tutte bambine quelle che rimproverano gli adulti, nella frattura generazionale si inserisce quella tra maschi e femmine che già a livello di adulti ha introdotto la diffidenza come base del rapporto. Dunque non solo marketing per i provvedimenti sulle emissioni di CO2 ma più propriamente manipolazione sociale operata sfruttando dei minori che dovrebbero invece essere tutelati anziché venire sovraesposti mediaticamente. Una grande operazione di spin che distoglie l’attenzione dal vero futuro negato ai giovani, quelli che non troveranno un lavoro, che nella migliore delle ipotesi saranno precari a vita e sottopagati, che saranno privati della possibilità di farsi una famiglia, che non avranno una sanità pubblica, che avranno una cultura di […]

Il nuovo OSCURANTISMO
Giordano-Bruno

La cancellazione delle religioni e la loro sostituzione con il consumismo, prevede anche di instaurare un nuovo OSCURANTISMO analogo a quello che vide morire arso vivo chi contraddiceva la “scienza” fornita dallo Stato della Chiesa. Al giorno d’oggi passano quasi in sordina – ad esempio – gli attacchi a scienziati, rei di aver concluso, sulla base delle loro ricerche, che razza, genere e intelligenza hanno una base genetica: La soppressione delle scoperte scientifiche da parte dell’ideologia. Stiamo rivivendo l’occultamento delle prove da parte della Chiesa Cattolica e la punizione di quelli che le avevano presentate (p.e. che la Terra ruota intorno al sole e non viceversa). E gli scienziati e gli studiosi sono troppo intimiditi per parlare. Emblematico il caso di James D. Watson, a cui era stato giustamente conferito il premio Nobel per la sua scoperta, insieme a Francis Crick, della struttura a doppia elica del DNA, la molecola che contiene i geni umani. Si dovrebbe pensare che un scienziato del genere avrebbe il diritto alla propria opinione, che cioè esiste una base genetica per l’intelligenza. Per questa sua opinione Watson è stato privato dei suoi titoli di Cancelliere Emerito, Oliver R Grace, Professore Emerito, e Amministratore Onorario del Cold Spring Harbor Laboratory, che aveva diretto a lungo e portato alla notorietà, per il semplice fatto di aver espresso le proprie conclusioni, e cioè che è l’eredità genetica la causa delle differenze nei punteggi medi dei QI fra le varie razze. La spiegazione delle differenze QI dovute all’ambiente è […]

La cannabis come la caffeina
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Grazie a soros e alla Monsanto tra qualche anno potremo assistere alla sostituzione della più grande droga di massa. Assistiamo da alcuni anni ad un diverso atteggiamento tenuto da giornali, televisioni, film e tutti i media in generale, nei confronti della marijuana. Un atteggiamento NON tanto generalizzato verso tutte le droghe leggere quanto esclusivo per la marijuana (o meglio “cannabis” il termine utilizzato in sostituzione). Un’accelerazione particolare in questa direzione c’è stata circa un anno/un anno e mezzo fa quando è giunto a termine il processo di registrazione del brevetto presentato nel 2014 da una societa nella quale compaiono Monsanto e soros (azionista di Monsanto): il brevetto di un seme di una particolare specie di marijuana. Nel 2014, quando venne presentata la domanda di registrazione di brevetto, Soros e la Monsanto decidono di avviare questa azione del tutto rivoluzionaria in un mondo dove le nazioni unite hanno al loro interno organizzazioni di livello altissimo dedite alla lotta contro gli stupefacenti. In quel tempo erano in pochi a credere quello che oggi diventa sempre piu’ evidente. Il piano era ed e’ molto semplice: gestire gradualmente l’opinione pubblica mondiale, portandola ad un diverso approccio nei confronti della marijuana ed arrivare a liberalizzarla in tutto il mondo. Ma in questo non ci sarebbe niente di commerciale e quinhdi di redditizio. Infatti lo scopo finale non è che ognuno potra fare quello che vuole, la marijuana sarà certamente libera ma – con la scusa della tutela della salute dei consumatori e della lotta alla […]

La Costituzione consumista degli stati uniti
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Gli Stati Uniti, nella loro dichiarazione di indipendenza del 1776 sanciscono “il diritto alla ricerca della Felicità”, ma questo non solo è un diritto impossibile ma si rovescia nel suo opposto: Pensare che l’uomo abbia un diritto alla felicità senza definirne precisamente il significato, significa rendere l’individuo infelice, ancor più se alla ricerca della felicità si associano pedagogie che istigano alle competizioni e alla differenziazione individuale direzionata verso la competizione e quindi nell’infelicità di tutti i non vincitori. La sapienza antica era invece consapevole che la vita è un inspiegabile dono che deve essere conservato attraverso fatica e dolore, per cui tutto ciò che viene in più è un frutto insperato. L’uomo occidentale, che ha creato un modello di sviluppo imperniato sull’inseguimento spasmodico del bene, anzi del meglio, invece che sulla ricerca dell’armonia in ciò che già c’è. Si è costruito, con le sue stesse mani, il meccanismo perfetto e infallibile dell’infelicità. Perché ciò che si ha è un bene circoscritto, invece ciò che non si ha e si desidera non ha limiti. Ma è proprio su questo meccanismo psicologico che si sostiene tutta l’economia dell’Occidente – e ormai anche di buona parte dell’Oriente – il vagabondo invidia l’operaio, l’operaio invidia il capo officina, il capo officina invidia il dirigente, il dirigente invidia il padrone che guadagna un milione di dollari, costui quello che ne guadagna tre. E così via. L’intero meccanismo economico e sociale è basato sull’invidia che non è certamente un sentimento che fa star bene. Il fenomeno […]

ultra-romanticismo

Un fenomeno epocale che potrebbe contraddistinguere ilo nostro periodo è anche quello che potremmo definire dell’ULTRA-ROMANTICISMO. Guardandosi intorno si vedono in molti utilizzare a sproposito la prola amore e sembra che questa sia all a base di ogni giudizio e comportamento apprezzabile. Troviamo cosi l’amore per il lavoro, per i cani ….. il tutto di derivazione femminoide cioè che affonda le radici nel buonismo delle mamme italiane che vengono prese come riferimento e gli italiani senza piu santi ne eroi pensano di far bene emolando il loro fare ultra romanticismo serve per attirarti nella trappola di amare le cose smisuratamente ed essere pronto a tutto  

Concorrenza
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Il concetto che la concorrenza fa abbassare i prezzi, ripetuto continuamente fin dalle scuole dell’obbligo, implicitamente include il concetto che gli imprenditori siano stupidi e si facciano la guerra tra loro mentre i consumatori sono intelligenti e sanno scegliere: questo è populismo puro!!! In realtà gli imprenditori sanno associarsi e andare d’accordo molto più dei consumatori tra i quali la competizione è molto superiore di quella che vi è tra gli imprenditori, come dimostrano le file ai saldi o ai nuovi prodotti…. Pensare che il prezzo lo decide il consumatore significa attribuirgli una capacita che non possiede e fornire al venditore una giustificazione al ricaricarico eccessivo. Una volta acquistata l’auto si diventa schiavi del prezzo della benzina ed anche usandola meno le compagnie petrolifere guadagneranno di più per ogni litro venduto grazie all’abbattimento dei costi unitari. Si diventa schiavi dei pezzi di ricambio, delle officine autorizzate, delle assicurazioni….. Consumismo è schiavitù!  

Murales
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Vi sono molti casi di scuole che prendono l’iniziativa di portare i piccoli a disegnare sui muri della città pensando in questo modo di avviare i piccoli all’arte e rendere migliore il luogo dove vivi. Personalmente ritengo che avviare i piccoli ad imbrattare i muri e quanto di più diseducativo possa esserci e di socialmente dannoso. Gli street art (definizione in inglese usata per sentirsi più fighi) sono delle persone che impongono ad altre la loro idea di arte appropriandosi di spazi che sarebbero pubblici e quindi di tutti. Il tutto per appagare un loro desiderio di essere “famosi”, infatti gli scarabocchi vengono fatti in posti ad alta visibilità. Il fatto che alcuni (pochi) eseguano dei disegni che potrebbero risultare piacevoli (per favore non chiamiamole opere d’arte…..è offensivo per i veri artisti) non fa diminuire la responsabilità per l’appropriazione di cose pubbliche secondo un concetto che ha preso sempre più piede e cioè “se una cosa è pubblica io sono il padrone di questa cosa”. I bambini dovrebbero essere avviati verso un comportamento sociale più sentito e non verso un comportamento individualista ed egocentristico come quello di poter disporre dei muri cittadini per disegnare quello che si vuole. In questo modo il bambino avrà un’idea fuorviata perchè il messaggio che sarà trasmesso è quello che la cosa pubblica è a sua completa disposizione e che lui può fare quello che vuole. Potremo poi lamentarci se a casa fa la stessa cosa e sopratutto se oltre a dipingere sui muri dipingerà […]

Un’altra festa del consumismo
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Pochi giorni dopo halloween, eccoci a celebrare un’altra festa che non faceva parte della nostra società ma che, subdolamente senza che ce ne accorgessimo, nel giro di pochi anni è arrivata a modificare le nostre vite facendo leva sul nostro egoismo e sulla voglia di sentirsi grandi affaristi avendo acquistato a prezzo ridotto (poco importa la reale utilità o necessità di ciò che si è comprato). Black Friday

La Crescita? Una cosa da bambini
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La Crescita? È UNA COSA DA BAMBINI ….. Molti ben ricorderanno come, quando si era bambini, non si vedeva l’ora di crescere. L’aspettativa era che crescendo, tutti i problemi si sarebbero risolti come per miracolo ed al tempo stesso si sarebbero potute fare cose prima impossibili. La crescita era uno degli obiettivi primari che in alcuni casi arrivava ad ossessionare l’esistenza di alcuni come accadeva a coloro che, ad esempio, che non crescevano in altezza quanto gli altri. Quante volte ci siamo ritrovati a misurare la nostra altezza, e confrontarla con quella dei compagni di classe, creando classifiche da utilizzare in ogni ambito. E quanto ci sentivamo grandi quando eravamo più alti di un amico che aveva un anno in più!! Il miglior complimento che ci potevano fare parenti e amici, era quello di dirci “ma quanto sei cresciuto…. Come sei diventato grande….”. Eravamo disposti a mangiare qualunque cosa “perché fa crescere”. Da bambini il tempo sembra trascorrere molto lentamente e si vorrebbe che scorresse più velocemente, impazienti di crescere ed essere sempre più grandi. Non c’è niente di strano in questo è successo a tutti ed in tutte le epoche Poi ad una certa età – chi prima chi dopo – ci si accorge di non crescere più: ce ne accorgiamo quando, nonostante il tempo continui a passare, i vestiti ci vanno ancora bene. (*) Da quel momento la concezione del tempo cambia ed è un fattore fondamentale del carattere e della personalità. Da quel momento, più passa il […]

Zygmunt Bauman

Il consumismo, in netto contrasto con le precedenti forme di vita, associa la felicità non tanto alla soddisfazione dei bisogni (come tendono a far credere le sue “credenziali ufficiali”), ma piuttosto alla costante crescita della quantità e dell’intensità dei desideri, il che implica a sua volta il rapido utilizzo e la rapida sostituzione degli oggetti con cui si pensa e si spera di soddisfare quei desideri. Il consumismo non consiste nell’«accumulare» beni (chi ammassa beni si ritrova anche con valigie pesanti e case ingombre), ma nell’usarli velocemente e quindi nello «smaltirli» per fare posto ad altri beni da usare. Zygmunt Bauman, Amore liquido, 2003

Introduzione al consumismo
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Chi ha figli alle elementari potrà verificare come i sussidiari siano diventati il cavallo di troia che subdolamente incanala le nuove generazioni verso la nuova religione: il consumismo! Materie come storia e geografia sono diluite negli anni (per non stancarli, poverini) in maniera che non sapranno dove sono e tanto meno da dove vengono. Mentre la matematica, da subito, si propone come la bandiera del supermarket (Per non parlare degli arcobaleni subliminali in tantissime pagine e disegni….) La pesante cultura consumistica  

La sconfitta è totale
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La sconfitta è totale, bisogna riconoscerlo: il grande capitale non solo ha vinto ma ha trasformato i suoi oppositori nei suoi migliori procacciatori di schiavi, ben pronti oggi a prodigarsi per attirare nuovi sudditi dei padroni da instradare nel più basso livello della catena produttiva in maniera da tenere basse le richieste salariali e sminuire le conquiste sindacali degli ultimi decenni. La sinistra anche quella più radicale – una volta sparito il nemico berlusconi – ha dovuto trovare un nuovo nemico e ha deciso, grazie a capriole filosofiche indotte dai padroni, di scagliarsi non contro le dittature finanziare che hanno portato a compimento gran parte del progetto imperialista, ma di scagliarsi contro coloro che ostacolavano l’arruolamento di nuovi adepti da inserire nel complesso sistema consumistico capace di dominare il mondo e fagocitare un paese dopo l’altro. Ecco quindi che i nuovi missionari cattolici che partivano per l’Africa a catechizzare le tribù locali, sono stati sostituiti dagli “antifascisti” che sono comodamente stabiliti a casa e catechizzano i popoli africani a venire qui da noi per diventare anche loro schiavi di cellulari, nike e altre perline colorate. Pensare che per questi popoli fino a poco tempo fa, dover trovare soldi per alimentare il loro cellulare era l’ultimo dei problemi. Grazie all’azione di questi moderni BUONI SAMARITANI anche loro dovranno venire a vivere secondo le nostre regole in maniera che il loro problema principale diventi “come dimagrire” e si stressino fin dalla mattina grazie a massicce dosi di caffeina che permetteranno di essere […]

Obsolescenza programmata
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Pier Paolo Pasolini diceva: “Il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, che fosse prima di tutto un consumatore”, proviamo a liberarci dalle catene della dipendenza consumistica scegliendo di essere dei CONSUM-ATTORI. Come? Molti adepti della religione consumistica, stenteranno a credere che ci siano prodotti programmati per rompersi eppure è cosi e questo avviene SOPRATUTTO per le grandi marche che godono di sicuri clienti mentre le marche poco note non investono in tale programmazione in quanto non sono certi che ricompreranno lo stesso prodotto. Se non esistesse la fidelizzazione,  l’obsolescenza programmata sarebbe molto inferiore. È consumistico pensare che spendendo di più il prodotto è durevole: spendendo di più si sta molto più accorti al prodotto e per questo motivo la durata è maggiore: SE LA DURATA NON È PROGRAMMATA, QUESTA DIPENDE DA NOI. Oltre all’obsolescenza programmata vi è l’ obsolescenza psicologica. In questo caso, la “scadenza” di uno smartphone, di un televisore, di una fotocamera non è soltanto fisica, ma è legata ad un aspetto psicologico del consumatore, che in tal senso viene influenzato dai messaggi pubblicitari, dalle nuove funzioni, fino ai modelli sempre più nuovi e desiderabili che escono sul mercato del consumo. Ci inducono a pretendere sempre di più dai nostri dispositivi elettronici, 15 anni fa con il cellulare potevamo soltanto chiamare e inviare sms, ora c’è molto di più, internet, le foto, la musica, quindi insieme al dispositivo cambia anche l’utente e il suo profilo d’uso di uno strumento tecnologico, così da alzare le […]

Governo consumista
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L’esercizio della democrazia, oggi, consta nell’assicurarsi un Governo che guidi il Paese in modo tale che i cittadini possano permettersi di acquistare i beni che desiderano e che non impedisca di godere tranquillamente i beni che già possiedono.

Contro le elezioni
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“L’individualismo e il consumismo hanno minato la capacità di coinvolgimento del cittadino, al punto da raffreddare la sua fede nella democrazia. Oggi, al più, fluttua in un’amara indifferenza e cambia argomento ogni volta che si parla di politica” David Van Reybrouck, Contro le elezioni (Feltrinelli 2015) Contro le elezioni. Perché votare non è più democratico

La pesante cultura consumistica
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Il ruolo della scuola nella creazione dei consumatori del domani è ormai a tutto campo. L’opera della scuola nella creazione della nuova generazione di consumatori non si limita all’indirizzamento del programma didattico – che in ogni paese deve recepire le direttive della potentissima commissione ONU per lo sviluppo sociale, facente capo al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite – mirante a cancellare ogni appartenenza culturale e sociale nelle nuove generazioni attraverso la graduale rimozione di Geografia e Storia, nel pieno rispetto del principio di “copiare l’ignoranza statunitense”. Forse chi non ha i figli a scuola elementare non è a conoscenza del fatto che i nuovi programmi scolastici prevedono che la geografia NON insegni le suddivisioni del mondo in nazioni, regioni, provincie e comuni ma si limiti a riportare il paesaggio e descrivere i possibili disastri ambientali (?!?) : colline, laghi, fiumi….. in maniera da poter essere preparati per quando vedremo il prossimo film-tragedia prodotto da hollywood ma sopratutto per poter giungere anche noi allo stesso grado di ignoranza degli statunitensi, dove la maggioranza della popolazione non è in grado di elencare gli stati che formano gli USA per non parlare delle loro capitali. Analogo discorso vale per la storia: L’insegnamento di questa materia appare evidentemente teso a scoraggiare fin da piccoli qualsiasi attrazione per gli eventi storici evitando cosi di mettere in discussione ciò che viene raccontato dai media dell’informazione e da hollywood ed inoltre evitando di stabilire diversità tra popoli con differenti culture che affondano le loro radici […]

Totalitarismo progressista
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Il totalitarismo è un “sistema politico autoritario in cui tutti i poteri sono concentrati in un partito unico, che tende a dominare l’intera società grazie al controllo centralizzato dell’economia, della politica, della cultura, e alla repressione poliziesca” (Treccani). Sembrerebbe l’opposto del regime vigente, senonché la politica, i partiti e gli Stati sono stati destituiti dall’economia e dalla finanza, che li utilizza per mantenere le forme liberali e le procedure democratiche. Nella definizione, sostituiamo politica con economia e finanza, ed il carattere totalitario del nostro presente emergerà senza ombra di dubbio. Il potere di chi possiede l’intero apparato economico e finanziario, i mezzi di comunicazione e impone la sua cultura attraverso il dominio sul sistema educativo ha un unico nome: totalitarismo. L’antidemocrazia chiamata di volta in volta “governance”, regole dei mercati, autorità monetarie, investitori…… rappresenta un pilota automatico totalitarista che è vietato infastidire con la volontà popolare o il principio di maggioranza. Le reazioni sono liquidate con disprezzo dai padroni di tutto, a partire dal discredito di cui il potere circonda il termine populismo. Eppure la democrazia è più democratica quanto meno è liberale. Il liberismo per definizione non è democratico. Il Partito Democratico, autonominatosi “sinistra progressista” sta riconfigurando l’immagine del nemico: nell’oblio delle antiche celebrazioni dei movimenti di liberazione nazionale, bollano qualsiasi forma di nazionalismo come fascismo, al punto che perfino gli atteggiamenti positivi nei confronti della propria identità culturale vengono percepiti come negazione della ineluttabilità di un futuro cosmopolita, quindi sostanzialmente reazionari.

Centri commerciali contro cinesi

I piccoli commercianti stanno scomparendo uccisi dalla morsa “CENTRI COMMERCIALI e CINESI” che li stritola senza possibilità di scampo. L’orientamento del commercio al dettaglio nell’ultimo decennio, sembrava orientato a questa variabile unica derivante da due filosofie differenti: i centri commerciali e i “negozi cinesi”. I primi vedono il consumatore soggetto passivo il quale con luci, suoni, offerte e aggressività varie, viene convinto a comprare cose inutili a prezzi altissimi. Dall’altra i cinesi che offrono una grandissima quantità di merce senza marchio e senza offerte, dove l’utilizzo o meno del prodotto ( e quindi il bisogno dell’acquisto) proviene solo dall’utilizzo che la fantasia del consumatore immagina. Recentemente la morsa ha aggiunto un altro KILLER dei piccoli commercianti: il commercio online. La globalizzazione a portata di click permette di acquistare la carta igienica dal Giappone, spesso con spedizione gratuita, tanto per fare un esempio. Questo potrebbe essere il fattore che farebbe saltare l’ultimo anello della catena di distribuzione, portando direttamente dal produttore al consumatore con l’unico inserimento del corriere. Sarebbe auspicabile un simile sistema? O avrebbe dei costi sociali talmente alti da far paura? A mio parere sarebbe necessario rieducare il commercio attraverso la tassazione di acquisti sia on line sia nei centri commerciali, per riequiparare una concorrenza evidentemente sleale (per gli esentati dalle imposte) ma sopratutto per prevenire un problema sociale emergente: le relazioni interpersonali reali. Analogamente a quanto i social hanno influenzato i rapporti interpersonali come l’amicizia, c’è da aspettarsi che il commercio online elimini ogni tipo di rapporto personale […]

Come la società occidentale trasforma il consumismo in globalizzazione.
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L’omologazione dei bisogni indotti e la massificazione di pseudo-ideali, attitudini, interessi, modelli di relazione e percezione di senso sono la caratteristica di questo momento storico, così assurdamente svilito da una globalizzazione che è tutt’altro che una condivisione interculturale di valori basata sullo scambio fra popoli. In realtà è un processo di natura molto più economica che umana, che sembra paradossalmente unire ed allontanare il senso dell’altro. L’altro diventa sempre più simile a me: lo svedese e il macedone consumano gli stessi hamburger di gomma paraffinica, un bulgaro e un canadese desiderano magari la stessa macchina sportiva o lo stesso cellulare. Insomma, sempre più vicini e sempre più lontani, in quanto l’inquadramento in una medesima cornice di senso svuota quelle peculiari specificità che non sono più il risultato di processi sani e collaterali di incontri interetnici dovuti a flussi migratori e contaminazioni culturali, sono invece la risultante di uno schiacciante e violento processo di uniformità che prevede la svalutazione del singolo e della sua unicità, a vantaggio di un collettivismo provvisto – paradossalmente – di scollamento fra i suoi elementi. Siamo passati da un sistema basato su valori sociali, a considerare normale che il mercato regoli anche sfere che fino a 30 anni fa erano considerate beni sociali non commerciabili: sicurezza nazionale, giustizia, scuola, salute, protezione ambientale, la stessa procreazione. Perché preoccuparsi di questa mercatizzazione? Innanzi tutto perchè in una società nella quale tutto è in vendita, la vita diventa ancora più difficile per chi ha meno. Ma anche perchè dare un […]

Democrazia dei consumatori
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Il consumismo viene inteso come l’incremento di attenzione ed interesse verso l’aumento delle opportunità di consumo (cioè la continua crescita delle opportunità di consumo, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo); quando molte delle caratteristiche dell’esistenza e dello stesso benessere di uno Stato vengono misurate attraverso gli standard di consumo significa che  questa corsa all’acquisizione diventi obiettivo, orientamento-cardine dell’esistenza: ciò avviene nelle società cosiddette occidentali. Viviamo in una società che persegue l’uguaglianza consumistica di tutti i cittadini, uguaglianza in quanto tutti i membri devono godere di uguali standard e opportunità di consumo. E’ un’uguaglianza teorica, di opportunità di accesso, e non di risultati, che cerca di far sì che tutti possano avere un accesso agli standard di consumo; quindi tutti devono avere un’autonomia, una libertà di scelta. Devono essere standard universalmente noti, cioè conosciuti e desiderati dall’intera collettività: si ha l’obiettivo di perseguire forme di sociabilità, di aggregazione connesse alla personificazione dei beni materiali, con questi che assumono una loro identità in relazione alle dinamiche di marca, consentendo alle diverse opportunità di consumo di costituire base per l’aggregazione (brand community), cioè di gruppi che si vanno a consolidare attorno ad un marchio, attorno ad un prodotto. Vi sono sono poi quei beni che assicurano alla persona la piena integrazione in una collettività; cambiano a seconda dei momenti storici, ma costituiscono sempre una meta a cui tendere. Non è il possesso del singolo oggetto che mi fa sentire incluso, ma il possesso, l’accesso ad una pluralità di beni che mi […]

Aumenta il rendimento
La famosa paghetta della nonna

Aumento dello spread significa, maggior rendimento che significa maggior appetibilita quindi aumento dei sottoscrittori e discesa del rendimento fino all’auto livellazione….. Non era cosi che funzionava il mercato libero? Francamente non riesco a capire: cosa impedisce allo stato di RIACQUISTARE i titoli emessi in passato con tassi di interesse più alti? Molte società private decidono di anticipare il rimborso delle obbligazioni da loro emesse, attraverso il riacquisto e la successiva distruzione (ovviamente quando il titolo sul mercato ha valore inferiore a 100). Perchè lo Stato non lo ha mai fatto? In momenti come questo, dove il tanto strombazzato spread fa scendere il corso di BTp e altri titoli di stato SOTTO i 100, riacquistare i titoli permette di ridurre direttamente il debito pubblico. Se il motivo del mancato riacquisto è la mancanza di liquidità,

Cercare di lavorare meno è peccato?
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Siamo abituati a pensare che chi lavora tanto sia una persona di sani principi e da ammirare. Si dice infatti “è un gran lavoratore” per indicare una persona di qualità, con grandi pregi, un bravo padre di famiglia. Ma… Una delle differenze tra destra e sinistra è che una è per i diritti e l’altra per i doveri. Dal mio punto di vista privilegiato mi chiedo cosa sia per me il lavoro: un diritto individuale o un dovere sociale? L’unica cosa di cui sono certo è che il lavoro è encomiabile e, più è brutto più dovrebbe essere lodato. il lavoro è un mezzo per soddisfare i bisogni sopratutto i primari ma non solo. Una volta soddisfatti i bisogni, il lavoro può essere un’assicurazione per il futuro e per la vecchiaia. Soddisfatto questo scopo le motivazioni devono essere altre e di ampissimo raggio ben oltre il proprio individualismo ma quanti hanno la volontà e le capacità? Il lavoro dovrebbe essere il diritto ad assicurarsi la vecchiaia e poi il dovere di farsi da parte. L’aspirazione della società dovrebbe essere quella di diminuire il periodo lavorativo. Ma questo non avviene ed è un’altro discorso. Il lavoro per una gran fetta della società non sarebbe necessario ma lo reclama fortemente. Perché? Per arrivismo o per bisogni sempre maggiori da soddisfare. L’esasperazione dell’importanza del lavoro, quindi, confluisce nel consumismo e forse addirittura lo origina. E questo potrebbe essere dannoso per la società sempre più avida di risorse ed energia e produttrice di immondizia […]

40.000 bambini nelle miniere della colonia francese del Congo
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Generalmente non andrebbero riprodotti articoli nei quali i bambini sono strumentalizzati dalle Nazioni Unite per direzionare opinioni utili agli scopi di chi deve guadagnare sempre di più. Provo a fare un’eccezione, tenendo ben presente che anche questo argomento è influenzato dalla propaganda che – invece di spingere per limitare i consumi di inutili batterie – spinge ognuno verso il buonismo e fa sorgere nei CONSUMATORI LA NECESSITA’ DI LAVARSI LA COSCIENZA . Secondo le ultime stime dell’Unicef sono circa 40.000 i ragazzi e le ragazze minorenni impegnati nelle miniere del sud della Repubblica democratica del Congo. Molti di loro lavorano nelle miniere di cobalto, prezioso minerale utilizzato per la produzione di batterie ricaricabili utilizzate per i nostri cellulari, tablet, computer e altri dispositivi elettronici. I bambini – ovviamente – lavorano come gli adulti

I peccati capitali del CONSUMISMO
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Avere e possedere sono gli imperativi esistenziali della attuale società occidentale, ma non solo: avere e NON spendere, fa etichettare con la peggior offesa attualmente in circolazione, vale a dire TIRCHIO. L’offesa che può essere ulteriormente enfatizzata se viene associata alle spese per i bambini o altre categorie di “intoccabili” identificati dalla nuova religione consumistica che ha così identificato e individuato i NUOVI PECCATI CAPITALI vale a dire quei peccati che proprio non devono essere commessi; peccati che giornalmente dominano gli orientamenti e le scelte di una immensa moltitudine di soggetti (I bambini, il cane, il vestito da sposa….) sopratutto durante le feste che il consumismo ha creato per celebrare la nuova religione :Black friday, White night, Halloween ….. Per contro ha preso il sopravvento considerare cosa giusta quella che una volta era un peccato: l’avidità  Per i consumisti L’avidità è giusta”… a quanto pare è diventata legge. Perché – come si recita in un famoso film, ovviamente americano – è l’avidità che spinge il mio amico a comprare 3 case che non può permettersi senza dare l’anticipo; ed è l’avidità che spinge i vostri genitori a chiedere un mutuo di 250,000$ sulla casa che ne vale 200. E con quei 50 correre al centro commerciale a comprare la TV al plasma, l’ultimo cellulare, il computer e già che ci sono anche un Suv. E perché non anche la seconda casa, in effetti conviene… I 13 comandamenti del consumismo

Assicurazione obbligatoria sugli immobili

Se, invece del PONTE DI Genova, la scarsa manutenzione avesse interessato una CENTRALE NUCLEARE dove sarebbe oggi l’Italia e parte dell’Europa? A prescindere dal fatto che una crisi radioattiva avrebbe smantellato l’Italia intera, lo stato non può riuscire per lungo tempo a farsi carico di ricostruire o risarcire case e abitazioni delle vittime di terremoti, alluvioni, di crolli, frane e di quant’altro accada per cause naturali. Come risolvere il problema? Ci sono molti paesi – ad esempio la Romania – dove i proprietari di immobili sono obbligati a stipulare un’assicurazione sull’immobile posseduto, pagando poche decine di euro anno ad un apposito istituto di Stato (del privato non ci si può fidare, scapperebbe con la cassa nel momento più opportuno). l’istituto di Stato si occuperebbe quindi di ricostruire le case degli sfollati o delle vittime e di risarcire i danni, oltretutto senza gravare sul debito pubblico e facendo in maniera che i pagamenti dei premi assicurativi venissero reinvestiti nella società con un beneficio per l’economia del paese. Ci sarebbe inoltre l’ulteriore vantaggio dovuro al fatto che il premio assicurativo da pagare sarebbe graduale al valore della casa e del suo stato di conservazione e costruzione. Quindi, per pagare un premio inferiore, molti sarebbero maggiormente disposti ad effettuare lavori di messa in sicurezza delle case che non rispettano gli standard di costruzione o sono situate in luoghi a rischio elevato.

Frigoriferi sempre più grandi
Lezione imparata

Le famiglie numerose sono sempre di meno, ma i frigoriferi sono sempre più grandi (per non parlare dei carrelli del supermecato). Come si spiega? Con l’aumentata quantità di cibo che ogni occidentale consuma pro capite. Difficilmente si trovano dati e statistiche sulla quantità di cibo pro capite che trangugiamo e su quanto questo sia quantitativamente superiore a quello che abitualmente i nostri avi mangiavano in passato, quando facevano anche una vita più attiva e faticosa. Questo dovrebbe far riflettere su un concetto che oggi è diventato una ferma convinzione della quasi totalità dei consumatori ben indotti a credere che fare sport e andare in palestra FA DIMAGRIRE…. Fa bruciare i grassi (secondo un ragionamento diffuso). In realtà, approfondendo il ragionamento, non si può dimenticare che faticare di più fa venire più fame e quindi porta a mangiare di più anche i giorni successivi, perché il nostro metabolismo ha anche la capacita di prevedere e quindi adattarsi in previsione (concetto alla base dell’evoluzione darwiniana). Quindi il nostro corpo, prevedendo sforzi futuri, aumenterà la trasformazione del cibo in grasso, che non e automatica ne costante ma variabile, tra le altre cose, in previsione delle necessità (ecco perche c’è chi assimila e chi no) e potervi far fronte al momento giusto quando gli sforzi previsti si presenteranno. Ecco quindi che chi ha una vita molto attiva assimila molto di più di chi ha una vita sedentaria che invece mangia ed espelle gran parte di quanto ha mangiato. Questo, ovviamente, in mancanza di patologie. […]

Grandi frigoriferi per piccole famiglie
GRASSO

Le famiglie numerose sono sempre di meno, ma i frigoriferi sono sempre più grandi. Come si spiega? Con l’aumentata quantità di cibo che ogni occidentale consuma? Difficilmente si trovano dati e statistiche sulla quantità di cibo pro-capite che trangugiamo e su quanto questo sia quantitativamente superiore a quello che abitualmente mangiavano in passato, quando facevano anche una vita più attiva e faticosa. Questo dovrebbe far riflettere su un concetto che oggi è diventato una ferma convinzione della quasi totalità dei consumatori ben indotti a credere che fare sport e andare in palestra FA DIMAGRIRE…. Fa bruciare i grassi (secondo un ragionamento diffuso).  In realtà, approfondendo il ragionamento, non si può dimenticare che faticare di più fa venire più fame e quindi porta a mangiare di più anche i giorni successivi, perché il nostro metabolismo ha anche la capacita di prevedere e quindi adattarsi in previsione (concetto alla base dell’evoluzione darwiniana).  Quindi il nostro corpo, prevedendo sforzi futuri, aumenterà la trasformazione del cibo in grasso, che non e automatica ne costante ma variabile in previsione delle necessita (ecco perche c’è chi assimila e chi no) e potervi far fronte al momento giusto quando gli sforzi previsti si presenteranno. Ecco quindi che chi ha una vita molto attiva assimila molto di più di chi ha una vita sedentaria che invece mangia ed espelle gran parte di quanto ha mangiato. Ovviamente in mancanza di patologie. Per dimagrire basta stare senza fare niente, nemmeno la spesa: se le cose non le compri, sicuramente non […]

Populismo consumista
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Un certo Edward Bernays, nipote di Freud, aveva i suoi bei dubbi anche lui sulla democrazia, basandosi sulla psicoanalisi sviluppa una teoria e una prassi per il controllo delle masse. Questo pensiero, per farla molto breve, porterà a teorizzare il consumismo come garanzia della democrazia e la diffusione della cultura individualista che renderà impossibile  una vera proposta alternativa, azzerando completamente la cultura della collettività come soggetto. Da quel momento in poi i partiti democratici e laburisti potranno anche governare ma non avranno più la capacità di imporre cambiamenti. A distanza di anni sembra proprio una premonizione e la dimostrazione sono il numero immenso di “ideali brevi come le attuali lauree” che altro non sono che spot per la promozione del consumismo, facili da ricordare e che fanno sempre effetto sopratutto quando si ha poco tempo a disposizione (come ad esempio nei talk show televisivi) I più diffusi e condivisi quasi plebiscitariaemente sono: Non accontentarti mai: L’essenza dell’ambizione che porta la gente all’arrivismo più esasperato o alla creazione di insaziabili ciccioni (vittime collaterali del consumismo esasperato) Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo:  un’altro spot molto diffuso teso ad evitare che qualcuno possa conservare per domani quello che avanza oggi o conservare qualcosa di prezioso per il futuro e magari guadagnare con l’aumento di valore.

Prestiti senza interessi
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PRESTITI SENZA INTERESSI – Può esistere una finanza senza interessi? Si esiste. Molti non sono a conoscenza del fatto che gli interessi sui prestiti erano vietati anche per i cristiani fino al 1500. Fino a quel momento erano relegati agli impuri che per questo vivevano nel ghetto. Successivamente, i prestiti ad interesse  divennero “tollerati” e piano piano nel corso dei secoli si sono impadroniti non solo del potere, ma sono diventati l’unica forma di economia conosciuta nel mondo, grazie al fatto di essersi impadroniti delle università che diffondono unicamente il metodo bancario occidentale al punto che anche i grandi esperti IGNORANO l’esistenza della finanza islamica, una finanza etica dove le banche non danno e non chiedono interessi che aumentano giorno dopo giorno [per saperne di più finanzaislamica.altervista.org] Anche se viene fatta passare per antidiluviana e vetusta la finanza islamica ancora oggi prolifera senza interessi ma nessuno ne parla e tutti trovano inspiegabile che le banche funzionino cosi. Chi prova a parlarne riceve solo il noto pregiudizio verso i musulmani. Possibile che nessuno si interessa a studiare il perche’ la finanza islamica non ha le crisi cicliche tipiche della finanza cosiddetta occidentale? Perche’ continuano a spaventarci sol debito pubblico? IL debito di per se NON E’ UN PROBLEMA se non fosse che produce interessi. L’errore alla base del sistema occidentale è che al momento di coniare/emettere moneta (chiunque la coni ed anche se viene emessa attraverso titoli di Stato) dal minuto successivo all’emissione questa inizia a produrre interessi, sia che si […]

Pedagogia consumista
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Uno dei principi basilari delle nuove pedagogie applicate a partire dagli anni 80, identifica come dannosissimo il fatto di cercare che i figli assomiglino ai propri genitori. Questo bel pensiero, tipico di coloro che vogliono apparire altruisti e disinteressati, è a mio giudizio la causa del principale errore alla base della disgregazione sociale e dell’individualismo consumista. La natura infatti ha fatto in modo che GENETICAMENTE il figlio abbia tratti somatici e carattere dei genitori: CI SARA UN PERCHÉ !! Il perché sta nella possibilità di evoluzione che Darwin ci ha spiegato. Non è lecito ritenersi presuntuosamentemente superiori alla natura al punto di andare contro quelle leggi che hanno permesso la vita e l’evoluzione umana. Sforzarsi di non trasmettere il proprio carattere o evitare di indirizzare i figli – come fanno molti genitori – serve solo a disorientare i figli e scaricare su di loro responsabilità genitoriali. >Troppo Comodo! Ma il problema più importante è il mancato trasferimento dell’esperienza che porterà facilmente i giovani a ripetere gli stessi errori dei genitori, che avrebbero potuto evitare se avessero utilizzando l’esperienza trasmessa dai genitori e sarebbero quindi “partiti avvantaggiati” grazie alle soluzioni tramandate. Le conseguenze però non sono solo individuali. Dal punto di vista sociale, l’applicazione di massa di questo principio, aumenta la frattura dovuta al salto generazionale aumentando ulteriormente la distanza dovuta al mutare dei tempi. Anche (o sopratutto) dal punto di vista economico l’effetto è veramente dannoso, e tutto a vantaggio delle banche. Sparpagliando le famiglie infatti si eliminano quei presupposti […]

Immunità di gregge e di cani
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Incredibile come la globalizzazione – sbandierata come inevitabile dai sinistroidi (coloro che credono di essere di sinistra in realtà fanno solo gli interessi USA) – non venga presa in considerazione quando si parla di IMMUNITA DI GREGGE (definizione inventata per i vaccini secondo criteri marketing) a favore di immunodepressi. La cosiddettà globalizzazione, infatti, è fautrice della libera circolazione delle persone e di conseguenza porta turisti in Italia da ogni paese senza obbligo di essere stati vaccinati, cosi come porta gli italiani a visitare i posti più lontani (senza parlare di profughi, immigrati in vacanza, animali domestici e da allevamenti….) Basta poco per capire come – ad esempio – i potenziali portatori sani di virus come il morbillo sarebbero quindi CENTINAIA DI MILIONI. Come è realizzabile l’immunità di gregge in un porto di mare come il nostro paese? Per realizzarla bisognerebbe chiudere le frontiere a chi non è vaccinato. Ma questo non concorderebbe con il principio di libera circolazione che sembra essere un comandamento fondamentale ed ecco così un’altra contraddizione dei sinistroidi. Ma forse non è una contraddizione. nella realtà la cosa che sta maggiormente a cuore e deve essere tutelata prioritariamente è l’affluenza di turisti e non la salute degli immunodepressi e a guardar bene è proprio la salute generale dei bambini che interessa molto meno del fastidio perovato da un cane nel portare la museruola e grazie alle strambe decisioni della magistratura che sentenzia – di fatto – che non è obbligatoria la museruola per i cani oggi, muoiono […]

Quanto c’è di consumistico nel farsi tatuare?
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Quanto c’è di consumistico nel farsi tatuare? Il tatuaggio non è una creazione propria quindi non è un espressione della propria capacita artistica. Al massimo è una scelta su un catalogo o un proprio disegno che qualcuno deve reinterpretare più fedelmente possibile. Quale significato dare e sopratutto, quale motivazione spinge a tatuarsi senza minimamente soffermarsi a valutare le conseguenze per la salute e per la propria pelle prodotte dall’inchiostro, di per se velenosissimo dimostrando il predominio ormai conclamato dell’apparire rispetto alla cura del corpo al punto che nessuno sembra chiedersi il grado di tossicità dell’inchiostro che irreversibilmente entra nelle nostre cellule e nel metabolismo. Nei giovani di oggi il tatuaggio sembrerebbe essere al di sopra di tutti i comportamenti “salutari” da moltissimi messi in atto quando si tratta di cibo, di praticare sport, di immondizia differenziata…..Il tatuaggio è immune o evidentemente ha delle motivazioni profonde che ne hanno determinato la recente diffusione nonostante la tossicità e il dubbio gusto. Sembrerebbe proprio venire dal desiderio di voler mostrare agli altri qual’è la vera identità (con la convinzione implicita che non si riuscirebbe ad identificarci altrimenti): una specie di etichetta che ci identifica e ci rende orgogliosi di esibirla esattamente come un’etichetta dei pantaloni dimostra la convinzione di sapersi vestire, di saper scegliere, di potersi permettere…… Anche per i tatuaggi, sono molti punti in comune con i principi del marketing riguardanti il BRAND e tatuarsi sembrerebbe quasi derivare dagli effetti dell’introiezione dei principi del marchio, una specie di fidelizzazione verso le proprie […]

Attrazione Investimenti Esteri
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L’Italia dovrebbe smettere di avere una politica economica tipica di paesi come la Thailandia o il Vietnam. Sarebbe ora di rendersi conto che quei principi che ci hanno inculcato riguardo le ricadute positive dell’attrazione di investimenti esteri (occupazione, indotto…..) sono solo specchietti per allodole che si prestano straordinariamente per andare a favore dei colonizzatori economici cioè gli investitori stranieri. Fin dalla sua fondazione, l’organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha sempre predicato questa politica, portandola avanti attraverso uno strumento ad hoc: gli accordi bilaterali per la tutela degli investimenti. Questi accordi una volta raggiunti, permettono ai paesi più ricchi di poter costruire le loro fabbriche laddove vi erano materie prime da sfruttare e manodopera a basso costo, invertendo così il flusso che per secoli ha visto saccheggiare le colonie e portare in patria le materie prime per essere lavorate. Oggi la colonizzazione non avviene atttraverso l’occupazione militare bensì acquistando piantagioni, miniere, giacimenti e quant’altro sia necessario al proprio paese.Una volta acquisite le materie prime non rimane che farle lavorare in loco e poi spedire i prodotti ai mercati. Il profitto sarà quindi inviato “a casa” e permette al proprio popolo una vita agiata. Ma come convincere questi paesi a farsi cedere le loro ricchezze naturali, farli lavorare per pochi soldi e lasciare poi che il profitto voli verso paesi ricchissimi che vivono nell’ultra-superfluo? Per convincere i paesi a fornire quasi gratuitamente terreni, materie prime, energia, manodopera….. È stata usata la collaudata politica delle perline colorate già ben sperimentata quando venne utilizzata […]

I comunisti sono di sinistra?
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I COMUNISTI SONO DI SINISTRA? La sinistra – come è iontesa e propagandata oggi – è solo la nuova vaselina escogitata dal potere per migliorare la penetrazione consumistica. Come possiamo far accettare a otto miliardi di individui una schiavitù dolce e una esistenza piatta, miserabile, stupida, idiota? La sinistra e quanto di più lontano dal socialismo possa esserci. La sinistra italiana e un prodotto delle prime rivoluzioni colorate del 1968 e dintorni, ordite proprio per depotenziare il socialismo assieme a correi come Marco Pannella. Distinguere i due ambiti sociali, storici, psicologici, antropologici è essenziale: il comunista vuole liberare l’uomo dall’ignoranza, la sinistra dal nozionismo. Risultato: mai visti tanti ignoranti. Il comunista vuole liberare l’uomo dalla povertà, la sinistra fa della povertà una bandiera fashion come i jeans stracciati (e, infatti, mai visti tanti miserabili con l’I-Phone come oggi). Il comunista crede nell’eguaglianza dei diritti materiali, la sinistra nell’espansione dei diritti civili (cioè a niente) come se esistessero diritti incivili. Il comunista è fuori della Storia, ormai; la sinistra, invece, è la Storia. LA SINISTRA È CONSUMISMO nel pensiero nei sentimenti nelle opinioni nei concetti ….. il consumismo è l’arma che ha distrutto il socialismo e messo da parte le religioni. L’esterofilia è consumismo, volere sempre piu è consumismo, essere ambiziosi è consumismo, cambiare i propri ideali è consumismo….. “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo” è consumismo puro che non fa costruire niente, ma questo non importa tanto a breve la gente non sarà più capace di costruire niente. A […]

Consumismo anche nel calcio
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Il sopravvento del consumismo sulle tradizioni e sui sentimenti è ben evidenziato del continuo ed assurdo cambiamento delle magliette delle squadre di calcio. Fino a pochi anni fa la maglia era l’unico simbolo di fede che durava tutta la vita (si cambiano religioni, idee politiche, coniugi……). L’attaccamento alla maglia non era solo un modo di dire ma rispecchiava un sentimento concreto spesso trasmesso di padre in figlio. Da qualche anno, le magliette cambiano ogni anno comprese le seconde e le terze che vengono usate in competizioni diverse (coppa, campionato) il tutto con lo scopo di spennare l’ingenuo tifoso ormai trasformato in consumatore senza che se ne sia reso conto. Il tifoso inoltre giustifica la folle cifra spesa per la maglietta, pensando di dare una mano alla squadra del cuore contribuendo minimamente al bilancio e quindi al miglioramento. In realtà i soldi vanno in.larga parte alle multinazionali dello sport come nike, adidas o puma. Cambiare ogni anno la maglietta serve solo a venderne di più e poco importa se le nuove generazioni non identificano la squadra con la maglia e in alcuni casi nemmeno con i colori. La squadra è diventata solo un brand per indumenti e ciarpame vario. Se vogliamo salvare lo sport, le magliette del calcio non devono essere cambiate, lasciamo che la tradizione permetta al calcio di continuare.

Consumismo sanitario – il marketing applicato alla malattia

come viene utilizzato il marketing per creare malati immaginari da spennare attraverso ONLUS in esenzione fiscale. Se il marketing è utile per far nascere bisogni, perchè non usarlo per far sorgere malattie’ Vi siete mai chiesti come avete fatto a prendere quella malattia che non sapevate nemmeno di avere? Probabilmente qualcuno ve l’ha messa in testa facendovi diventare un malato immaginario ben dipendente da visite e controlli pagati profumatamente ma a voi fanno lo sconto: Vi è mai capitato che alla visita medica vi facciano riempire dei formulari ? certamente si, servono per verificare allergie ecc. Vi è mai capitato che vi danno dei formulari a risposta obbligata (si, no , a volte)? certo. Nessuno nota la differenza fondamentale tra le due cose e per associazioni si è portati a pensare che il test sia fatto per migliorare le possibilità di individuare bene i  sintomi e quindi la cura. In realtà non è così e se osserviamo bene, le domande che sembrerebbero legate al problema in realtà sono totalmente inutili. Ma confidando nella fiducia accordata a chi si presenta come medico siamo immediatamente portati a pensare : che a qualcosa gli servirà…. io non posso saperlo non sono mica medico….. Alcuni giorni fa ho avuto a che fare con questo tipo di visite “specialistiche” organizzate da una ONLUS il cui nome indica una malattia diffusa ma banale e che opera all’interno di una clinica privata. Avevo organizzato l’appuntamento da diverso tempo ed  il giorno prefissato mi sono presentato. Insieme a […]

Lo SPREAD….Aiuto!!!
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LO SPREAD….. LO SPREAD….. da un po’ di tempo giornali e TV non fanno altro che ripertere che è salito lo spread, spaventanto in questo modo molti dei risparmiatori che, nel dubbio, preferiscono vendere facendo ulteriormente scadere il valore dei titoli italiani. Proviamo a chiederci cosa succederebbe se i mass media presentassero la notizia in questo modo: AUMENTA IL RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO!! Il fatto sarebbe lo stesso, ma l’impatto sulla popolazione di sottoscrittori sarebbe totalmente diverso e molti invece di vendere, comprerebbero “… tanto figurati se l’Italia va fallita…”. In questo modo i buoni del tesori si livellerebbero con quelli che rendono meno riequilibrandosi in maniera del tutto naturale secondo le leggi del mercato. Purtroppo, quello che avviene nella realtà è di mettere tutto in cattiva luce e questo innesca un perverso circolo vizioso. Mi chiedo allora: sarà un a caso che giornali e tv hanno tra i loro azionisti di maggioranza banche e società finanziarie che potrebbero trarre profitto da speculazioni di un certo tipo? E se l’alta finanza padrona dei mezzi di informazione orchestrasse saltuariamente campagne per direzionare i governi dei paesi recalcitranti? Perchè non  dovrei dubitare, mentre vedo che il trattamento riservato alle banche è di tutt’altro tipo? Astraendosi momentaneamente ed osservando che la pubblicità degli istituti di credito è in gran parte basata sul migliore rendimento rispetto quello offerto da conti correnti presso altri istituti. Perchè non rendere noto lo SPREAD dei conti correnti? Perchè se una banca concede un interesse maggiore sui suoi […]

Libertà = Non essere avido
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Non essere avido è la più grande forma di libertà perchè mi permette di dire ciò che voglio e non dover sottostare a nessuno. Ma anche l’anonimato o il nome fasullo è una gran bella tutela per poter dire quello che si vuole. Quando la libertà di parola e di espressione diventa libera di offendere, la società è molto più che matura per la democrazia: è marcia. Molti paesi (ai quali vogliamo imporre la democrazia) NON sono maturi per la democrazia. Così come non lo eravamo noi a suo tempo. Poi siamo maturati, siamo passato dall’essere verde scuro al verde chiaro, al giallo ed al rosso. Ormai stiamo incominciando a diventare marroni….  

Diritti animali e diritti dei lavoratori
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I diritti degli animali, ormai assimilabili a quelli delle persone, sono il punto di arrivo di una mentalità che ha esasperato il concetto di uguaglianza giungendo ad una conclusione che non fa la differenza tra chi apporta un faticoso contributo allo Stato – direttamente o sotto forma di imposte – e chi gode dei benefici di questo contributo ma senza portare alcun contributo che non sia il sollazzo del suo padrone, come nel caso degli animali domestici. In una società organizzata, i diritti dovrebbero spettare in cambio di doveri nei confronti della società stessa. Garantendo agli animali gli stessi diritti delle persone si mette sullo stesso piano chi contribuisce allo stato e chi beneficia dei frutti del lavoro altrui. Non solo, la magistratura si è già pronunciata (per successioni, affidamenti….) sul considerare gli animali come membri della famiglia. Dato che non è possibile immaginare membri della famiglia che non siano soggetti alla legge, bisogna valutare se anche i cani e i gatti dovranno esserlo o se invece dovranno essere considerati come elementi incapaci di intendere e di volere, con gran risentimento di molti. In ogni caso bisogna stabilire con certezza se la minaccia di un cane che digrigna i denti è uguale alla minaccia di un uomo che dice di spaccarti la faccia e se l’abbaiare canino nei confronti di una persona sia equiparabile al reato penale di aggressione verbale, il morso deve essere considerato come lesioni volontarie o come tentato omicidio? E quando ciò accade nei confronti di un […]

La nuova borghesia
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Il reddito di cittadinanza è l’ennesimo atto dispregiativo e dequalificante nei confronti dei lavoratori. Quando i diritti dei disoccupati prevalgono sui diritti dei lavoratori, questi ultimi si ritrovano a lavorare e pagare le tasse per fornire un reddito a chi non lavora o non ha mai lavorato, che diventa così LA NUOVA BORGHESIA vale a dire quella classe sociale che non ha mai contribuito attivamente alla vita sociale dello stato. La borghesia, infatti, in virtù dei suoi possedimenti, ottiene gli stessi beni e servizi per i quali i lavoratori devono lavorare per poterne usufruire (spesso solo in parte). La nuova borghesia che si intende creare con il reddito di cittadinanza, PRETENDE che i lavoratori non solo si facciano carico del mantenimento di coloro che possiedono beni (che, se non altro vengono erosi dalle imposte e dai consumi dei proprietari stessi), ma si facciano anche carico della soddisfazione dei bisogni delle persone che non contribuiscono in alcun modo allo Stato e che spesso, fin dalla nascita  hanno già usufruito di servizi sanitari, scolastici… per i quali sarebbe giusto avvenisse un rimborso attraverso un apporto alla vita dello Stato, quello Stato la cui politica ha permesso tutto ciò.  

Il comunismo messo a reddito: la sharing economy
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Sta prendendo sempre maggiormente piede questo nuovo modo di fare commercio dove le cose si affittano invece di acquistarle. Per ovviare alla connotazione negativa del termine affittare – che di solito fa pensare a chi non ha i soldi per acquistare – si usa come al solito un termine inglese che fa molto giovanile e acculturato. Questa “nuova economia”  della condivisione o del noleggio viene chiamata Sharing economy. Il piu forte contributo alla cosiddetta sharing economy proviene dalla deresponsabilizzazione delle nuove generazioni che fa prediligere l’affitto rispetto all’acquisto. Questa nuova economia – che gode i favori del nuovo, in maniera tipicamente consumistica vale a dire senza valutare se sia valida o meno, ma migliore solo perche’ piu nuova – approfitta della deresponsabilizzazione implicita e caratteristica di tutte le nuove pedagogie individualiste applicate negli ultimi 30 anni (quelle secondo le quali nessuno e’ mai pienamente colpevole) e che mirano a far crescere i giovani senza quell’insostenibile (secondo loro) peso della responsabilita’,

Trionfo della Morte
P. Bruegel - 'Il Trionfo della Morte' Pensate alla patogenesi di un tumore; cioè una massa abnormale di tessuto che cresce in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e che persiste in questo stato anche dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo di formazione. Una crescita incontrollata, scriteriata che causerà, molto probabilmente, la morte dell'organismo, ormai malato.

P. Bruegel – ‘Il Trionfo della Morte’ Pensate alla patogenesi di un tumore; cioè una massa abnormale di tessuto che cresce in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e che persiste in questo stato anche dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo di formazione. Una crescita incontrollata, scriteriata che causerà, molto probabilmente, la morte dell’organismo, ormai malato.

Cosa aspettarsi dal 2018

Ecco le principali tendenze di marketing che dovrebbero dare forma al 2018. I consumatori entrano nell’anno nuovo con più ottimismo e responsabilità. Quest’anno richiede cambiamenti organizzativi sismici e l’adozione di nuove tecnologie mobile: il 5G è dietro l’angolo. Mindset marketing: coppia di dati demografici e psicografici per un impatto più potente. Augmented reality: la realtà aumentata non solo per i giochi, ma diventa uno strumento di consumo funzionale. Influencer marketing: continua l’investimento in talenti social e emergono gli influencer. Scopo e politica: un panorama culturale politicizzato

Ciò che cambia scompare
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Tutto ciò che cambia, SPARISCE. Le cose mutevoli spesso non si sa da dove vengono e cosa saranno. La nostra esistenza ne è la prova