Educazione femminicida

stesso reato stessa pena

Come anche la saggezza delle nonne insegna: “la prima risposta che viene in mente non è quasi mai quella migliore”. Per questo bisognerebbe sempre riflettere prima di parlare così come bisognerebbe evitare di prendere importanti decisioni “a caldo” cioè quando si è sotto l’effetto emotivo di tragedi o avvvenimenti fortementi toccanti.

Chi è dotato di “pensiero laterale” certamente farebbe un tentativo, relativamente al femminicidio, di guardare le cose anche da un altro punto di vista e porsi domande, magari valutando anche ipotesi diverse da quella proposta del “pensiero dominante” che generalmente viene immediatamente in mente perche stimolata continuamente dai media.

Se il fenomeno dei femminicidi sembra essere tipico di questi ultimi anni – al punto che si è arrivati a richiedere leggi speciali come per il terrorismo e punizioni corporali – dovrebbe essere inevitabile ricercare le colpe anche andando a guardare innanzi tutto verso chi ha avuto la responsabilità dell’educazione negli ultimi decenni e  dei metodi pedagogici utilizzati che hanno portato a questa situazione che non nasce certo all’improvviso. Potrebbe essere efficace rilevare se negli ultimi decenni vi siato qualche cambiamento che abbia delle probabilità più o meno forti di aver contribuito o determinato – sia pur come effetto collarale indesiderato – l’esplosione del fenomeno dei femminicidi.

Negli ultimi decenni, i risultati ottenuti da criminologia psicologia e sociologia non sembra siano minimamente paragonabili ai risultati ottenuti nello stesso periodo dalla tecnologia, dall’informatica, dalla medicina e da tutte le altre scienze. Evidentemente deve esserci qualcosa di errato nelle loro concezioni e molto probabilmente l’errore è comune a queste autodefinite-scienze.

I bravi genitori non preparano il cammino per i loro figli

Negli ultimi decenni l’educazione e l’insegnamento hanno subito radicali modifiche che di fatto hanno portato alla monopolizzazione da parte delle donne dei settori dell’insegnamento, sia come insegnanti che come dirigenti. Per quanto ciò si possa ritenere pregiudiziosamente positivo, all’analisi dei fatti non si può escludere a priori che ci siano dei collegamenti, ancor più se a queste radicali modifiche se ne aggiungono altre in ambito familiare e sociale.

All’interno delle famiglie, l’educazione non è più trasmessa ai figli secondo metodi e filosofie etichettate come “patriarcali” in quanto severe. Non sono più trasmesse anche per via del fatto che sono aumentati considerevolmente i genitori separati ed i figli sono affidati alle madri nella quasi totalità dei casi. Anche tra i genitori non separati i padri sono sempre più emarginati dal ruolo di trasmissione della propria educazione a causa del pregiudizio di base che ne considera l’educazione come barbara o omedioevale, ovviamente ottenendo il consenso interessato dei figli.

Da alcuni decenni, le leggi italiane seguono un percorso che vede limitare in maniera sempre più massiccia il compito dei genitori ed i metodi da loro utilizzati sopratutto in relazione a cittadini stranieri o di provenienza estera. Lo stato, attraverso analisi di disegni di bambini o altri metodi tutt’altro che scientifici, si è arrogato il diritto di decidere quando i genitori siano in grado di crescere i figli e quando no. In questa direzione, le organizzazioni non governative e gli assistenti sociali hanno avuto un innalzamento di poteri tale da arrivare a poter sottrarre i bambini ai loro genitori senza necessità di richiedere alcun superiore parere o giudizio, e tantomeno avvisi preventivi o richieste di chiarimento.

Da alcuni decenni è stato cancellato il servizio militare di leva che, sottraendo alle famiglie i figli per almeno un anno, contribuiva in maniera impattante non solo alla maturazione dei maschi ma anche a rimettere in riga elementi deviati o semplicemente disadattati.

Da diversi anni l’educazione che veniva trasmessa dai preti e dalla chiesa è stata oggetto di fortissimo ridimensionamento grazie all’azione denigratoria messa in atto incessantemente da media e dalla chiesa stessa, al punto che nell’immaginario collettivo gli ecclesiastici di qualsiasi livello siano considerati alla stregua di pedofili o di retrogradi.

Dovremmo chiederci se coloro che oggi chiedono leggi speciali contro la violenza sulle donne, sono gli stessi che hanno chiuso i manicomi, hanno condannato l’educazione patriarcale perchè severa, voluto la cancellazione dell’ergastolo, giustizia clemente, diminuito i poteri delle forze dell’ordine, cancellato il militare, delegittimato la chiesa……

Se a queste mutazioni sociali avvenute nel corso dei decenni associamo un sottofondo costante si aggiunge la volonta di differenziarsi dalle generazioni precedenti (anch’essa tipicamente di questa epoca) e sopratutto aggiungiamo il fatto che tutto viene sempre condito con un forte impatto mediatico e commerciale, non deve meravigliarci se otteniamo come risultato un elevato livello della femminizzazione della società. A guardar bene, tale risultato può essere confermato da indicatori sintomatici come, ad esempio, la depilazione totale attuata dalle ultime generazioni senza precedenti nel corso dell’umanità.

Una delle caratteristiche della femminizzazine della società è il buonismo dilagante che affonda le sue radici sulla ricerca di consensi e sulla presunzione di essere migliore degli altri, non secondo una logica, che risulterebbe banale, bensì per quello che si prova e che si sente, innalzando così il buonista ad un livello irraggiungibile dai normali illuministi “logici”.

vignetta scuola-2La situazione delle scuole deve essere indicativa e farci capire come se l’applicazione e l’esasperazione di un eccesso di tutela simile a quello applicato agli studenti delle scuole ha determinanto il ridimensionamento del ruolo dei professori e limitato le loro possibilità di far rispettare la legge o le possibilità di sottrarsi a ricatti o denunce strumentali, la stessa cosa accadrà quando si avrà un capovolgimento simile avverrà anche nel rapporto uomo/donna ed i risultati saranno gli stessi

Di fatto la società attuale si ritrova in un quadro di permissivismo esasperato e di impunità diffusa creato dalle stesse filosofie che oggi sono alla base delle richieste di leggi specifiche su base sessuale. Una realtà che vede determinati reati, spesso innocui, venire strumentalmente esaltati a pericolo pubblico primario da chi mira solo a cercare di dimostrare che il proprio sentimento è migliore degli altri in quanto dotato di una sensibilità che va a scandagliare a fondo nell’anima di chi non riconosce la superiorità di tale elemento e alla fine riesce a trovare qualcosa che si presta ad essere strumentalizzato e diventare un illecito, sia pur  laddove gli altri non lo percepiscono affatto.

Tornando a riferirsi ai femminicidi sembrerebbe banale chiedersi da chi siano stati educati gli autori di crimini cosi efferati.

In un simile quadro di permissivismo esasperato ben condito dal pregiudizio antimaschilista, la logica conclusione è quella di richiede una legge che in maniera del tutto #terrapiattista NON EQUIPARI I DUE SESSI nelle pene previste per un reato. Anzi a guardare bene viene da chiedersi se la difficile, se non mancante, coerenza tra il concetto dove le donne che vogliono essere considerate come gli uomini e la richiesta di leggi a favore delle donne, non abbia delle parti oscure che difficilmente si integrano tra loro.  Le donne che condannano la violenza dei maschi sono le stesse che si considerano uguali ai maschi e scrivono con gli asterischi?

Sembra del resto difficile collegare al concetto di “parità” il fatto che i maschi non siano in grado di esprimere idee a difesa della categoria a cui appartengono, come di fatto oggi avviene, senza essere immediatamente accusati di discriminazione maschilismo e violenze, secondo uno schema che vede molti punti in comune con la demonizzazione egli ebrei attuata durante il dominio hitleriano.

A guardare bene ormai l’unica fonte abilitata all’educazione è la televisione ed infatti la società riflette le percentuali dei film violenti e degli spettacoli diseducativi che trasmette.

Educazione femminicidaultima modifica: 2021-11-25T13:13:01+01:00da fab_kl
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