Vittimismo femminista

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Nell’immaginario comune, in particolare in Italia, la donna continua ad essere “debole, pura ed angelica“, i suoi errori sono sempre a carico di qualcun altro (quasi sempre di sesso maschile) e vengono giustificati in ogni modo. Una condiscendenza che non permette alla donna di crescere emotivamente, di responsabilizzarsi e di maturare. Quell’indulgenza la trasforma in un’eterna farfalla adolescente, la cui unica attenzione è quella di capire come funzionano i contraccettivi. La retorica femminista dell’uomo stupratore e “predatore sessuale” ha rafforzato, per un gioco di contrasti, questa deresponsabilizzazione.

Due sono gli aspetti in cui questo processo ha ripercussioni sociali considerevoli: la scelta femminile del partner sia per una relazione che per un tradimento.

“CAPITANO TUTTI A ME” – Partiamo dal primo punto. La donna esercita la propria prerogativa di scelta del partner, e spesso lo fa male. Un tempo, fino a 20-30 anni fa, il pericolo si presentava sostanzialmente in giovane età, per via di cattive compagnie e incontri sbagliati. Oggi, con l’adolescenza prolungata fino ai 30 anni e le app di dating, le donne si mettono nei pasticci anche in età in cui dovrebbero avere giudizio.

Le donne non amano che al mattino si ricordi loro quel che hanno fatto la notte.
Persino le “disinibite” (e femministe) scandinave, il giorno dopo ti diranno che sono state attratte da qualcosa in te (come se fosse un’attenuante), che avevano bevuto qualche bicchiere in più, che non sempre agiscono così (ok, ci crediamo…così come crediamo a Babbo Natale) e tutta la solita narrativa deresponsabilizzante femminile.

Vittimismo femministaultima modifica: 2022-01-07T12:28:06+01:00da fab_kl
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