Andrea Possieri nella introduzione al libro “il destino della libertà – quale società dopo la crisi economica” narra sinteticamente il pensiero di Aldous Huxley per i tempi di oggi e riferisce di “un mondo caratterizzato dal benessere e dal dominio della tecnica, in cui manca però la libertà. I liberi sono paradossalmente i selvaggi. All’interno di questo mondo nuovo e perfetto, dove la maternità è stata estromessa dal corpo delle donne, la libertà è schiacciata da una sorta di tecnocapitalismo e dal consumismo”.

Possieri riferisci di quattro libertà umane essenziali:

  1. libertà di parola e di espressione
  2. libertà di religione
  3. libertà dal bisogno
  4. libertà dalla paura della guerra

e si sofferma sulla terza perché da sempre considerata la preminente.

Si è sempre detto: Gli uomini bisognosi non possono essere uomini liberi. La libertà dal bisogno è, infatti, espressamente richiamata dalla Carta delle Nazioni (1945) e dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (1948).

consumismo felicità

Ed è accaduto che dal dopo guerra ad oggi si è affermata questa uguaglianza: libertà = consumi = felicità.

Ovvero si è affermato il concetto di libertà individuale che permette alle singole persone “la sicurezza dei godimenti privati” (B. Costant), o godimento di un elevato standard di risorse e beni da consumare.

 

L’amore dei beni materiali si collega, così, all’amore della libertà ed alla cura dei pubblici affari.

globalizatione dei marchi di produzioneQuesta libertà ovviamente richiede che la “produzione” aumenti le quantità di merci da immettere nel mercato e che sia capace di aumentare anche i bisogni da soddisfare, cioè inventarsi bisogni che in realtà non lo sono.

 

 

Non consumo? Quindi non esisto.

non consumo non esisto

Abbiamo dato vita ad una società dei consumi dove il diritto di cittadinanza diventa la capacità di essere un buon consumatore. Se non consumo non appartengo e sono emarginato.

Il consumo diventa un “marcatore sociale” e un “elemento d’identità e socializzazione” (E. Scarpellini).

La cosa più grave sta nel fatto che questo assume un significato politico: tutti i partiti e le parti sociali invocano la “crescita” per consentire ai cittadini di consumare.

Siamo arrivati al punto che l’esercizio della democrazia, oggi, consta nell’assicurarsi un Governo che guidi il Paese in modo tale che i cittadini possano permettersi di acquistare i beni che desiderano e che non impedisca di godere tranquillamente i beni che già possiedono.

Siamo difronte ad una evidente crisi strutturale del sistema politico e delle istituzioni (che hanno ben altri compiti) che sta annullando la “responsabilità pubblica” di agire per il Bene Comune.

Scrive Zygmunt Bauman: “La classe politica – sempre più autoreferenziale – invece di farsi carico dei problemi della società e di interessarsi di coloro che hanno più bisogno di aiuto e di assistenza, continua a garantire la possibilità che la ricchezza si accumuli nelle mani di poche persone. E questo non solo è da condannare a livello morale ed etico, ma è anche pericoloso per i valori della democrazia e della meritocrazia”.

La libertà per papa Francesco

Concludo questa breve riflessione con quanto ho letto nell’omelia del 4 maggio 2013 di papa Francesco che definisce la libertà come:

  1. la possibilità della verità
  2. l’assunzione di responsabilità
  3. avere una speranza.

Ti starai chiedendo sicuramente: com’è possibile una tale distanza di pensiero?
E’ sbalorditivo vedere come pensano i politici e gli economisti, e come pensa papa Francesco.

Noi a quale libertà aspiriamo?

La democrazia assicurata dal consumismoultima modifica: 2020-01-14T11:33:23+01:00da fab_kl