Fin dagli anni Cinquanta, illusioni ottiche o figure di qualsiasi genere sono state subdolamente inserite nei mass media al fine di manipolare segretamente le menti. Queste immagini sottili, dette «subliminali», sono estremamente provocatorie, e includono mostri terrificanti o da incubo, così come molte forme di erotismo. Inoltre, immagini con significati subliminali, colti solamente a livello inconscio, hanno segretamente risvegliato le nostre paure più intime e le nostre fantasie più recondite. Questo articolo, oltre a presentare diversi esempi di messaggi subliminali di natura visiva più che convincenti, discute seriamente i principî psicologici che sono alla base della loro efficacia. L’Autore, l’avvocato californiano August Bullock, presenta l’evidenza della pubblicità subliminale come se si rivolgesse ad una giuria. Anche lettori più scettici non rimarranno certamente delusi dalla scientificità di questa brillante esposizione.

Fin dagli anni Cinquanta, illusioni ottiche o figure di qualsiasi genere sono state subdolamente inserite nei mass media al fine di manipolare segretamente le menti. Queste immagini sottili, dette «subliminali», sono estremamente provocatorie, e includono mostri terrificanti o da incubo, così come molte forme di erotismo. Inoltre, immagini con significati subliminali, colti solamente a livello inconscio, hanno segretamente risvegliato le nostre paure più intime e le nostre fantasie più recondite. Questo articolo, oltre a presentare diversi esempi di messaggi subliminali di natura visiva più che convincenti, discute seriamente i principî psicologici che sono alla base della loro efficacia. L’Autore, l’avvocato californiano August Bullock, presenta l’evidenza della pubblicità subliminale come se si rivolgesse ad una giuria. Anche lettori più scettici non rimarranno certamente delusi dalla scientificità di questa esposizione.


masters of sex

Un’immagine pubblicitaria di Masters of Sex, una serie televisiva statunitense andata in onda dal 2013 al 2016. Notate come la lettera «E» di SEX girata di 180º in senso antiorario assomiglia fortemente ad un pube femminile.


Storia della persuasione subliminale

«Se la pubblicità subliminale fosse esistita, ci sarebbero certamente stati a disposizione dei testi per spiegare come utilizzarla».

– W. Weir, «Another Look at Subliminal “Facts”», in Advertising Age, del 15 ottobre 1984, pag. 46.


Negli anni ’50, gli Stati Uniti avevano un problema. La Seconda Guerra Mondiale si era conclusa e le fabbriche della nazione stavano producendo quantità incredibili di beni di consumo. Sfortunatamente, la gente non ne comprava a sufficienza. Le difficoltà causate dalla Grande Depressione del 1929 e il grande incendio che ne seguì avevano lasciato il loro segno sulla psiche pubblica.

Parecchia gente era molto frugale. Cercavano di arrangiarsi con le cose che avevano, evitando di comprare quelle di cui non avevano bisogno. Molti prodotti erano veramente ben fatti, quindi non dovevano essere sostituiti molto spesso. Sebbene questa potrebbe sembrare una situazione ideale, la mancanza di consumo ha seriamente minacciato il recupero postbellico.

I produttori e i pubblicitari risposero creando una nuova branca della scienza, conosciuta come motivational research («indagine motivazionale»). Essi hanno assunto degli psicologi e dei sociologi dalle Università, hanno fornito loro dei laboratori ben attrezzati, e hanno chiesto di sviluppare delle tecniche psicologiche innovative che avrebbero indotto la gente ad acquistare. Entro la fine degli anni ’50, era stato investito nella ricerca motivazionale un ammontare paragonabile ad un miliardo di dollari allanno, e altri dieci miliardi di dollari allanno furono spesi per le campagne pubblicitarie. Si tratta di spese enormi, considerando che in quel periodo un filone di pane costava diciassette cents. I ricercatori pubblicitari adottarono alcuni metodi psicologici che erano stati precedentemente utilizzati per diagnosticare e portare avanti i trattamenti relativi alle nevrosi.


pubblicità

Sopra: immagine pubblicitaria del 1953.


Essi scoprirono che spesso la gente acquista delle cose per motivi «inconsci» di cui, quindi, non si rende conto. In un procedimento conosciuto come «sondaggio in profondità», sono riusciti a carpire le motivazioni segrete dei consumatori in merito ad alcune tipologie di prodotti, chiedendo semplicemente ai soggetti di sdraiarsi e svelare, spontaneamente, le proprie sensazioni più recondite.

I ricercatori hanno posto domande del tipo: «Qual è il tuo primo ricordo di un biscotto»?, o «Mangiare un biscotto, come ti fa sentire»? Hanno anche utilizzato dei test relativi alle associazioni di parole («biscotti», «mamma», «latte»…), alcuni test relativi al completamento della frase («Quando mia madre mi diede un biscotto, mi sentii…»), e dei test proiettivi nei quali veniva mostrato al soggetto un disegno su cui poi doveva creare una storia.

Essi utilizzavano degli psicodrammi, nei quali ai soggetti veniva richiesto di esternare fisicamente i proprî sentimenti in merito al prodotto. Venivano utilizzati dei focus group per attirare molti consumatori contemporaneamente. Le sessioni erano spesso filmate e analizzate da staff di ricercatori. Le introspezioni che i ricercatori motivazionali hanno acquisito hanno sostanzialmente sviluppato il fascino persuasivo della pubblicità. Ad esempio, un produttore di sigari ha diffuso una pubblicità nella quale si vedeva una donna che offriva serenamente dei sigari al marito e ai suoi amici. Sebbene la pubblicità sembrasse ben concertata, ebbe un effetto negativo sulle vendite.

tipaletI ricercatori motivazionali hanno analizzato il problema e hanno scoperto che gli uomini inconsciamente fumano i sigari perché questo fa irritare le loro mogli. Il fatto di riempire la casa di fumo li fa sentire dominatori e importanti. La pubblicità ha privato inavvertitamente gli osservatori maschi del loro fumoso piacere segreto, perché mostrava una donna che incoraggiava il consumo del tabacco. Quando lo spot fu adattato in modo tale da non offendere i desideri segreti degli uomini, le vendite sono incredibilmente aumentate.

Oltre ai test psicologici, i pubblicitari hanno sviluppato un equipaggiamento elettronico che misurava le reazioni fisiche inconsce ai prodotti, agli involucri e alle pubblicità. Le apparecchiature che hanno creato individuarono delle minuscole goccioline di sudore sulla pelle, dei lievissimi cambiamenti nelle pulsazioni cardiache, e delle piccolissime contrazioni muscolari che hanno rivelato gli stati emozionali inconsci dei soggetti. In certi supermercati, alcune sofisticate telecamere nascoste sono state utilizzate per monitorare i movimenti degli occhi dei clienti.

La dilatazione delle pupille rivelava il modo in cui fossero interessati verso ciascuno dei prodotti. Il numero delle volte che sbattevano le palpebre al minuto rivelava il loro grado di tensione. Molti dei clienti sono stati ritrovati sotto leggera trance ipnotica. Molti di questi sviluppi sono stati rivelati per la prima volta da

vance packard - the hidden persuaders

Vance Packard (1914-1996) nel suo libro The Hidden Persuaders («I persuasori occulti»),

pubblicato nel 1957. Scritto in maniera intelligente, non tecnica, il libro diventò rapidamente un best seller e portò gli sviluppi scientifici agli occhi del pubblico.

«Hai fame? Mangia il popcorn»! 2

Nel periodo in cui uscì il libro di Packard, un importante ricercatore motivazionale di nome James McDonald Vicary (1915-1977), organizzò una conferenza stampa a New York. Egli rivelò di aver condotto degli esperimenti segreti in un teatro del New Jersey utilizzando un apparecchio chiamato tachistoscopio 3. Il tachistoscopio

james vicary

è una macchina che può «flashare» parole o immagini su di uno schermo per dei periodi di tempo molto brevi, spesso inferiori a 1/300º di secondo 4.

Intorno al 1917, alcuni psicologi scoprirono che tali immagini fugaci sono registrate inconsciamente, e influenzano l’osservatore a livello subliminale, anche se le immagini non sono percepite a livello conscio. Come illustrato nella figura sotto, Vicary ha flashato le parole «Hungry? Eat popcorn» («Hai fame? Mangia il popcorn»), e «Drink Coca-Cola» («Bevi la Coca-Cola»), ogni cinque secondi per tutto il film Picnic (1956, Columbia Pictures) con William Holden e Kim Novak. Senza saperlo, hanno partecipato a questo esperimento più di 45.000 frequentatori di cinema. James Vicary ha affermato che i messaggi flashati hanno incrementato le vendite del popcorn di un sorprendente 57%.

Egli ha proposto i servizi della sua azienda, la Subliminal Projection Corporation («Compagnia per la Proiezione Subliminale»), a commercianti e pubblicitari di tutto il mondo. Ha assicurato ai suoi potenziali clienti che era in grado di creare dei messaggi pubblicitari subliminali per qualsiasi tipologia di prodotto, in una varietà di mezzi mediatici. Il pubblico avrebbe potuto guardare la televisione senza noiose interruzioni commerciali. Le pubblicità subliminali, flashate segretamente ogni cinque secondi, avrebbero promosso le vendite di prodotti senza sminuire il valore del divertimento degli spettacoli.

Sebbene fosse stato successivamente provato che le cifre di vendita di James Vicary erano esagerate 5, la sua conferenza stampa generò un enorme riscontro pubblicitario per le sue idee. Per un certo periodo, molti esercizi commerciali hanno cercato di far soldi con l’impiego di tecnologie subliminali. Molte stazioni radiofoniche cominciarono ad utilizzare le «pubblicità bisbigliate» nelle quali messaggi come «comprate il petrolio dell’Oklahoma», o «bevete Seven-Up», erano segretamente insinuate fra i brani diffusi nell’etere 6.

L’emittente televisiva KTLA di Los Angeles firmò un contratto di 60.000 dollari nel quale si concordava l’inserimento di messaggi subliminali di «pubblica utilità» nella programmazione televisiva 7. Come illustrato nella Fig. nº 2, la rivista Life pubblicò la notizia secondo cui alcuni paurosi flash subliminali erano stati inseriti in almeno due film horror per incrementare il tasso di ansietà del pubblico 8.


terror in the haunted house

 

 

 

 

Fig. nº 2: alcuni fotogrammi contenenti volti spaventosi e frasi minacciose inseriti nel film Terror in the Haunted House (1958) per spaventare maggiormente gli spettatori. La tecnica subliminale veniva denominata «Psychorama».

 


Tuttavia, divenne ben presto evidente che il pubblico fosse molto indignato all’idea di essere manipolato a livello subliminale. Invece di accogliere benevolmente le proposte di James Vicary, molta gente ne fu indignata. Si cominciarono a pubblicare numerosi articoli arrabbiati su diversi periodici di quel periodo. Alcune organizzazioni religiose dichiararono che la proiezione subliminale violava la libertà personale e sarebbe stata utilizzata per il lavaggio del cervello e per l’assoggettamento politico. Il New Yorker proclamò che le menti stavano per essere «violate» 9.

Il Newsday definì il tachistoscopio «come l’invenzione più allarmante dopo la bomba atomica» 10. Una lettera di un importante uomo d’affari, pubblicata sul Los Angeles Times, affermava che James Vicary era cattivo almeno quanto lo erano stati i criminali della Seconda Guerra Mondiale, e che come tale avrebbe dovuto essere fucilato 11. Un’inchiesta pubblicata sul Public Opinion Quarterly rese noto che un terzo delle persone intervistate aveva ribadito la propria intenzione di smettere di guardare la televisione nel caso in cui la programmazione avesse compreso dei messaggi subliminali 12.

A questo punto, lo scalpore creato da questa situazione costrinse l’industria pubblicitaria a fare marcia indietro e a condannare la manipolazione subliminale. Le stazioni radio di tutti gli Stati Uniti assicurarono i loro ascoltatori che non avrebbero fatto uso di messaggi percepibili solo a livello subconscio. I tre principali network televisivi insistettero sul fatto che non avrebbero mai fatto uso di spot subliminali. La CBS annunciò pubblicamente che implicazioni «legali, sociali ed etiche» di trasmissioni subliminali erano precluse dal loro utilizzo, perlomeno al momento 13.

orecchio colpito da molti stimoli

Durante questo periodo, vennero introdotti numerosi progetti di Legge sia a livello nazionale che statale per rendere illegale l’utilizzo di apparecchiature subliminali. Tuttavia, contrariamente all’opinione pubblica, nessuna di queste misure venne mai approvata 14. Le pesanti pressioni dei pubblicitari bloccarono la Legge. Nel contempo, la zelante condanna che i media emisero nei riguardi della manipolazione subconscia, calmò l’ansietà pubblica. Alla fine degli anni ’50, la Federal Communications Commission (FCC) dichiarò che nessuna stazione radio-televisiva stava utilizzando tecniche subliminali, e che quindi non era necessario bandirle 15. Non c’è da meravigliarsi, quindi, nell’apprendere che i pubblicitari cominciarono segretamente a studiare le tecnologie del subliminale in maniera molto più seria denunciandole, contemporaneamente, come immorali.

Un articolo nel 1958 sul Christian Science Monitor intitolato «Ad Firms Ponder Success of Invisible Commercials» («Le aziende pubblicitarie ponderano il successo dei comunicati commerciali invisibili»), rivelò come «un’importante azienda» avesse fatto circolare una nota confidenziale ai suoi clienti rivelando che «bolliva talmente tanto in pentola» da far continuare la ricerca sul subliminale 16. È chiaro che molti dei concorrenti dell’agenzia adottarono la stessa strategia. Nei tredici anni successivi, o giù di lì, l’argomento abbandonò semplicemente la ribalta. Durante gli anni ’60, apparvero pochissime storie relative al subliminale sui media popolari. I pubblicitari si sono impegnati nei riguardi delle fonti di informazione, affinché cessassero la diffusione di questo genere di notizie 17. Il pubblico era spaventato dalla persuasione subliminale, e ha accettato l’assurda notizia che i pubblicitari avessero semplicemente perso interesse a riguardo.


esperimenti con tachistocopio

Sopra: esperimenti con il tachistoscopio. Sullo schermo viene proiettato un teschio per misurare l’impatto di un’immagine spaventosa sull’inconscio.


Seduzione subliminale

Nel 1969, durante una lezione in una classe della University of Western Ontario, un professore di media di nome Wilson Bryan Key (1925-2008), notò una strana illusione ottica nell’illustrazione di un articolo sulla rivista Esquire.

wilson bryan key - subliminal seduction

Lui e i suoi studenti conclusero che si trattava solo di un’interessante coincidenza. Nelle settimane che seguirono, tuttavia, il professore e i suoi studenti trovarono illustrazioni simili in altre riviste.

Key si rese conto che le immagini nascoste erano deliberatamente create per influenzare il subconscio degli osservatori. Nel 1972, egli ha pubblicato i risultati della sua ricerca nell’opera Subliminal Seduction 18.

Ho trovato una copia di questo libro a San Francisco, intorno al 1975, e sono stato immediatamente catturato dall’argomento. Ho cominciato a raccogliere i miei esempi di subliminale, uno dei quali appare nella Fig. nº 3. Vi prego di studiarla attentamente prima di proseguire nella lettura.

 

Prova il pacchetto duro

La pubblicità delle sigarette Benson & Hedges è stata pubblicata sull’ultima di copertina della rivista Time nell’aprile del 1976. Durante questo periodo, il Time aveva una tiratura di circa quattro milioni di copie ed era letto da circa venti milioni di persone. Il costo d’acquisto di una pagina intera era approssimativamente di 75.000 dollari. La grafica può essere costata intorno ai 20.000 dollari. Visto che è stata pubblicata molte volte da diversi periodici, il costo totale dell’intera campagna pubblicitaria ha probabilmente superato il mezzo milione di dollari.

Un impegno di questo genere, oggi, sarebbe stato ancora più oneroso. Dato che ho scritto il mio libro nel 2003, la pubblicazione di una pagina intera di pubblicità sull’ultima di copertina del Time costa all’incirca 272.000 dollari 19. Grazie ai computer, il costo di produzione della grafica non è andato su di molto, benché sia pari all’incirca a 25.000 dollari. Ci vorrebbero, quindi, milioni di dollari per pubblicare più volte la pubblicità su giornali diversi in tutto il Paese. Considerata la somma in ballo, la pubblicità della Benson & Hedges non è stata certo creata a caso.

sigarette benson & hedges

Essa è stata realizzata da uno staff di abili tecnici, utilizzando i dati raccolti da anni. È stata elaborata e rifinita nello stesso modo in cui un artista lavora su un quadro. E, considerato che molti, a malapena, danno un’occhiata alla pubblicità, e pochissimi la leggono, questa pubblicità è stata creata per influenzare un osservatore disinteressato nello spazio di alcuni secondi. La fotografia ritrae una giovane coppia attraente strettamente abbracciata. Dal modo in cui sono vestiti si deduce che hanno avuto un appuntamento, e che adesso sono a casa di uno o dell’altra per un drink. È stata aperta una bottiglia di vino e sul tavolo ci sono due bicchieri che non sono stati toccati. La didascalia proclama:

«If you got crushed in the dinch with your soft pack, try our hard pack»

«Se durante un lungo abbraccio appassionato hai schiacciato il pacchetto morbido, prova il nostro pacchetto duro».

È difficile lasciarsi sfuggire il gioco di parole tra «duro» e «morbido». Da un punto di vista conscio, la pubblicità sembra

promettere virilità e potenza maschile. La donna è decisamente innamorata.

sigarette benson & hedges

Si stringe all’uomo, desiderosa e seducente, come se non vedesse l’ora che lui ricambi le sue carezze e faccia l’amore con lei. L’uomo guarda verso l’osservatore con una strana faccia. Anche se guardi la pubblicità solo per un attimo, puoi arrivare a presumere quello che sta pensando lui.

«Se tu fumassi le Benson & Hedges probabilmente anche tu avresti una magnifica donna che ti si stringe addosso». Se studi la sua espressione, tuttavia, scoprirai che è leggermente ambigua. Potrebbe essere compiaciuto di se stesso, ma potrebbe anche essere un po’ nervoso. Ha il colletto troppo largo e il naso un po’ lucido. Le avances aggressive della magnifica giovane donna pare che lo facciano sentire a disagio. L’espressione di lui sembra suggerire l’esistenza di un segreto fra lui e i lettori maschi, segreto di cui la donna non è al corrente. Quale mai potrebbe essere il suo segreto?

Questa pubblicità l’ho tenuta appesa al muro di fronte a me per parecchie settimane e alla fine, una mattina, mi è saltato agli occhi. Guardate con attenzione la mano sinistra dell’uomo, la mano più in basso nella foto. Si posa con gentilezza sulla schiena della donna. La schiena della donna è stata attentamente aerografata per simulare un fallo maschile in erezione 20.

La scala della fotografia è approssimativamente di 16,5 cm di lunghezza. Le dita dell’uomo stringono chiaramente la base del pene. Il suo pollice sinistro sta toccando delicatamente il profilo della base del pene circonciso. Inoltre, la testa del pene è diretta provocatoriamente verso un grande ricciolo cilindrico nei capelli di lei. È possibile che il fallo abbia bisogno di alcuni secondi per balzare alla vostra evidenza, ma quando lo fa appare terribilmente evidente. Nella Fig. nº 4, c’è una zoomata del particolare.

sigarette benson & hedges

Sopra: Fig. nº 4.

 

Più si guarda questa illusione ottica, più diventa chiara. Se ora mettete via questo libro e lo riprendete domani, il pene apparirà ancora più evidente. Il cambiamento di percezione è solitamente permanente, il che significa che non vi capiterà mai più di riguardare la fotografia e vederci solamente una schiena. Avete appena scoperto una radice subliminale, un’illusione ottica inserita nella pubblicità al fine di influenzarvi senza che ve ne rendiate conto. Sebbene possa inizialmente sembrare incredibile, i messaggi subliminali di questo tipo sono stati comunemente utilizzati in tutte le forme di comunicazione negli ultimi cinquant’anni. È probabile che in tutta la vostra vita ne abbiate visti a centinaia.

Il «non così morbido» vende bene

Una volta che l’argomento subliminale nella pubblicità della Benson & Hedges diviene evidente, lo scopo che ha è effettivamente ovvio. La didascalia «se durante un lungo abbraccio appassionato hai schiacciato il tuo pacchetto morbido, prova quello nostro che è duro», sta a significare in maniera inconscia che «se sei nervoso in merito alla tua intimità sessuale, fuma Benson & Hedges per compensare».

La pubblicità sottolinea la dipendenza dal tabacco scombussolando colui che guarda (scatenando ansia da prestazioni) e poi risollevandolo (il fatto di fumare le Benson & Hedges). Le sciocchezze degli spot televisivi spaventano l’osservatore con un rifiuto sessuale e utilizzano la medesima strategia, sebbene meno sofisticata. Un altro modo per capire come «lavora» la pubblicità è pensare che la gente fuma di più quando è nervosa. Di conseguenza, il fatto di renderli nervosi incrementa il numero di sigarette fumate.

sigarette winston

Se la pubblicità disturbasse coscientemente l’osservatore (se la linea di condotta dicesse: «Ehi, sei impotente, vero»?), il consumatore si sentirebbe pieno di risentimento e quindi eviterebbe di acquistare il prodotto. Tuttavia, visto che l’osservatore viene agitato a livello subliminale, il circolo vizioso ansietà-fumo viene attivato senza una vera e propria presa di coscienza del risentimento. Sebbene inizialmente possa sembrare contro-intuitivo, «ciò che, segretamente, ti fa vendere» è molto logico. Ernest Dichter (1907-1991), che si è autoproclamato «padre della ricerca motivazionale», ha scritto nella sua opera The Handbook of Consumer Motivations («Il tascabile delle motivazioni del consumatore»): «Cerchiamo di sfuggire agli stimoli che generano paura. Producendo la paura possiamo alterare il comportamento della gente. Una volta impauriti, regrediamo, passo dopo passo a comportamenti infantili e animali» 21. La pubblicità delle Benson provoca ansia da prestazione. In risposta, l’osservatore si lancia in fantasie infantili inconsce che riguardano l’allattamento al seno e il nutrimento. A livello subliminale, la pubblicità suggerisce le sigarette come alternativa al latte materno.

Ciò che, segretamente, ti fa vendere

I libri di Wilson Bryan Key sono molto popolari 22. Subliminal Seduction ha venduto più di un milione di copie, e anche le vendite congiunte dei tre libri che ha scritto successivamente hanno toccato il milione di copie. Dalla fine del anni ’70 fino all’inizio degli anni ’90, Key ha partecipato ad un numero infinito di programmi radiotelevisivi, e a un gran numero di presentazioni negli Stati Uniti.

Egli ha preso per mano ognuno di noi e lo ha condotto pian piano nel mondo dei messaggi subliminali inseriti nelle pubblicità della comunicazione di massa 23. Tuttavia, sotto alcuni punti di vista, il suo lavoro non è stato preso sul serio tanto quanto avrebbe dovuto. Alcuni ricercatori lo hanno denigrato definendo la sua attività come «psicologia popolare» e lo hanno criticato per scarsa credibilità scientifica. I pubblicitari ci hanno mangiato avidamente sopra. Hanno proclamato che le manifestazioni di subliminale sono mere coincidenze, ridicolizzando così gli esempi di Bryan Wilson Key, meno persuasivi 24.

pubblicità crackers ritz - sexCome risultato, la controversia esplose e non fu mai risolta in maniera intelligente. Sebbene molte persone avessero sentito delle pubblicità subliminali, non capirono i principî cognitivi che le rendono così efficaci. Questo scritto esplorerà il modo in cui i venditori del subliminale hanno impiegato quotidianamente questi messaggi con ogni forma di media, a livelli decisamente diversi, per molti anni. Verranno presentati diversi esempi convincenti, mai pubblicati prima in un libro di questo genere, che illustrano una varietà di tecniche relative al subliminale:

  • Spiegheremo coerentemente come gli strumenti relativi al subliminale nell’ambito dei media operino a livello scientifico-psicologico, e come si relazionino agli studi pubblicati di percezione;

  • Descriveremo come chiunque può utilizzare le tecniche del subliminale per sviluppare l’arte oltre che la pubblicità.

I lettori possono presumibilmente essere scettici in merito alle singole pubblicità o alle interpretazioni riportate in questo libro. Tuttavia, quando viene considerata l’evidenza, a nessuno può sfuggire la conclusione che i media giocano con le nostre menti in modi dei quali siamo immemori. Le pubblicità subliminali sono particolarmente affascinanti quando sono considerate in congiunzione con i principî psicologici che illustrano. Esse rivelano molto della nostra psiche, cosa che preferiremmo evitare. Il fatto di analizzare il modo in cui i pubblicitari ci manipolano in maniera inconscia, sviluppa la nostra comprensione sia della società che del nostro io segreto.

PARTE SECONDA

Io e la mamma siamo una persona sola: la scienza del quello che, segretamente, ti fa vendere

Centinaia di esperimenti condotti nel corso degli ultimi ottantacinque anni 25 hanno stabilito che la gente è influenzata dall’informazione di cui non è consapevole. Il fenomeno è conosciuto come «percezione subliminale» ed è stato reso noto dalle storie di fantascienza. Molti degli studi che esplorano la percezione subliminale hanno utilizzato un tachistoscopio, lo strumento con cui James Vicary si è servito nel New Jersey.

Generalmente, viene chiesto alla gente di guardare dentro la macchina nella quale vengono mostrate loro immagini fotografiche o testuali per 1/300º di secondo o meno. Sebbene i soggetti vedano consciamente solo un flash di luce, a livello subconscio percepiscono delle immagini fluttuanti che, in maniera dimostrabile, influenzano il loro stato d’animo, le loro fantasie, i sogni e il comportamento. Le presentazioni subliminali producono inoltre cambiamenti fisici riscontrabili, come la contrazione involontaria dei muscoli e un’alterazione nelle onde cerebrali, nelle pulsazioni cardiache, e nella conduttività elettrica della pelle.

Il tachistoscopio è più spesso utilizzato per «consegnare» lo stimolo perché qualsiasi combinazione di parole e immagini può essere inserita nella macchina e la procedura può essere facilmente duplicata da altri ricercatori 26. Tuttavia, lo stimolo subliminale può anche essere presentato in modi che non coinvolgono l’utilizzo di immagini spot.

Gli spazi vuoti fra le cose

Guardate l’albero che illustrato nella Fig. nº 5 per un secondo e poi distogliete lo sguardo.

illusione ottica - albero

Sopra: Fig. nº 5.

Adesso guardate l’albero della Fig. nº 6.

illusione ottica - albero

Sopra: Fig. nº 6.

Avete notato la differenza? Negli spazi bianchi tra i rami della prima figura è nascosta un’anatra, ma non nella seconda 27. I due alberi erano gli stimoli utilizzati in un esperimento condotto nel 1967.

anatra nascosta

Diversi liceali sono stati divisi in alcuni gruppi, e ad ogni gruppo è stata mostrata sia la Fig. nº 5 che la nº 6 per un secondo. Nessuno degli studenti si era accorto dell’anatra nascosta. Nel contesto di questo libro è abbastanza ovvio, ma nello studio attuale più della metà dei soggetti non lo hanno trovato, anche dopo che è stato mostrato loro il disegno per più di trenta secondi e dopo che è stato detto loro: «C’è un’anatra nascosta da qualche parte della figura».

Potete sperimentare questa situazione voi stessi, copiando l’illustrazione su un foglio di carta nera e mostrandolo brevemente ai vostri amici. Dopo che lo hanno visto, agli studenti è stato chiesto di immaginare e disegnare una scena «di natura» e di contrassegnare le sue parti. I disegni sono stati giudicati da giudici «ciechi» che non sapevano di quale gruppo facesse parte il singolo osservatore.

Incredibilmente, gli studenti ai quali era stato presentato l’esempio anatra-albero disegnarono molte più anatre e molte più immagini ad esse relative (ad esempio, l’acqua, gli uccelli, le piume, ecc…) rispetto agli studenti ai quali era stata mostrata la Fig. nº 6. L’immagine nascosta li aveva influenzati anche se non si erano resi conto che c’era.

Lo studio rivela che la gente è influenzata nel subcosciente dallo sfondo, anche quando si rendono

norman f. dixon

coscientemente conto solamente della figura. Tutto ciò è stato espresso in linguaggio scientifico da Norman Frank Dixon, un ricercatore rispettato e l’autore di un esauriente trattato intitolato Subliminal Perception: The Nature of a Controversy («Percezione Subliminale: la natura di una controversia»), che ha scritto:

«La distinzione tra figure e sfondo sembra tenere quando l’immagine è subliminale. Nell’ultimo caso, anche gli spazi vuoti fra le cose […] possono costituire informazioni che sono registrate e immagazzinate per espressioni susseguenti in sogni e immagini» 28.

L’esperimento è particolarmente interessante perché l’induzione dell’immagine dell’anatra a livello subliminale ha esercitato un’influenza significativa, anche se si tratta di un’immagine neutrale a livello emotivo. Gli stimoli subliminali utilizzati in pubblicità sono solitamente più provocatori 29.

 La percezione inconscia delle induzioni 30

Oltre alle illusioni «figura-sfondo», immagini «indotte», come il pene-schiena della Fig. nº 3, sono percepite anche a livello inconscio. Ciò è stato dimostrato in uno studio pubblicato sul Journal of Advertising («Giornale della pubblicità») nel 1984. I ricercatori Jean Kilbourne, Molly Painton e Ridley avevano letto Subliminal Seduction di Key e avevano trovato due pubblicità su riviste a tiratura nazionale che contenevano induzioni subliminali di carattere sessuale. Una era nella pubblicità delle Marlboro Lights che mostrava due cowboys a cavallo su un terreno accidentato. In quelle rocce era nascosto un pene.

marlboro subliminale

L’altra era nella pubblicità del whisky Chivas Regal, nella quale la schiena di una donna nuda era stata inserita sotto il collo di una bottiglia. I ricercatori hanno incaricato un artista di professione di rimuovere le induzioni subliminali, aerografandole fuori dalle fotografie. Dopodiché, hanno suddiviso i soggetti dell’esperimento. Per trenta secondi, al primo gruppo veniva mostrata la pubblicità originale (con le induzioni), mentre al secondo veniva mostrata la pubblicità contraffatta (senza le induzioni).

L’eccitazione subconscia dei soggetti era misurata dal monitoraggio della loro Galvanic Skin Response (GSR) («risposta galvanica della pelle»), ossia monitorando i minuscoli cambiamenti nella conduttività elettrica della loro pelle. Le risposte dei soggetti ai quali erano state mostrate le pubblicità indotte erano significativamente più elevate (talvolta il 20%), rispetto alle risposte dei soggetti ai quali era stata mostrata la pubblicità non indotta.

galvanic skin response

Cosa interessante: le persone appartenenti ad entrambi i sessi sono state più stimolate dalla pubblicità della Marlboro (che includeva un pene subliminale), rispetto alla pubblicità del Chivas (che includeva una figura femminile a livello subliminale). Questo sta a significare che l’organo genitale maschile è emozionalmente più efficace per entrambi i sessi, e spiega il motivo per cui le erezioni subliminali appaiono così frequentemente nei media.

La percezione inconscia delle immagini sfumate

Esperimenti ESP (extrasensoriali), condotti da uno psichiatra di nome James G. Miller ad Harvard nel 1930 hanno dimostrato che immagini molto sbiadite sono state percepite a livello subliminale 31. Miller ha chiesto ai suoi soggetti di sedersi su di una sedia di fronte a quello che appariva essere come uno specchio che copriva l’intero muro. Ha detto loro che lo scopo dello studio era di investigare sui modi in cui la gente comunica telepaticamente, e poi leggeva loro il passaggio seguente:

«È procedura comune in esperimenti di chiaroveggenza che il soggetto utilizzi una sfera di cristallo che lo aiuti a trovare le risposte che desidera. Questo viene fatto solitamente quando al soggetto viene chiesto di disegnare degli oggetti tridimensionali. In questo esperimento, tuttavia, si lavora con le superfici piatte delle carte ESP. Vi chiedo, quindi, di fissare la superficie piatta dello specchio».

Dopodiché, Miller passava in una stanza adiacente portando un grosso mazzo di carte. Periodicamente, chiedeva ai soggetti di indovinare quale carta gli stesse mentalmente «inviando». Segretamente, proiettava delle immagini delle carte molto sbiadite sulla parte posteriore dello specchio. Il vero scopo dell’esperimento era quello di vedere se le immagini sbiadite potessero essere percepite a livello subliminale.

Il risultato dell’esperimento ha dimostrato che lo erano. Quando si accendeva il proiettore, il soggetto indovinava la carta giusta molto più frequentemente rispetto a quanto non avrebbero fatto se la selezione fosse stata basata essenzialmente sulla legge delle probabilità. Quando il proiettore veniva spento, la performance andava a tirare a indovinare. In tutti i casi, essi hanno attribuito le loro risposte all’attività extrasensoriale o ai flashes intuitivi, e non erano consapevoli delle proiezioni.

In una seconda fase dell’esperimento, Miller ha gradatamente incrementato l’illuminazione delle immagini in modo tale da renderle prontamente evidenti a qualsiasi nuova persona che fosse entrata nella stanza. Malgrado questo, molti dei soggetti continuavano a credere che le carte erano prodotto della loro immaginazione. Rimasero sconvolti nell’apprendere la reale esistenza del proiettore, una volta che questo fu loro svelato.

Gli angoli della nostra mente 32

Vi prego di osservare la matrice di lettere nella Fig. nº 7 per non più di due secondi. In qualche posto, nella matrice, c’è una lettera rossa. Non appena la individuate, cercate di riuscire a vedere quanta più parte della matrice potete.

quadrante lettere

Sopra: Fig. nº 7.

Quando avete fatto, guardate la Fig. nº 8, nello stesso modo, cercando la lettera rossa. Riuscite a percepire la differenza, questa volta? La matrice nella Fig. nº 7 contiene le parole emozionali «FUCK» («fai sesso»), «PAIN» («dolore») e «SEX» («sesso»).

quadrante lettere

Sopra: Fig. nº 8.

Nelle posizioni corrispondenti di un’altra tabella, nella Fig. nº 9 ci sono le parole «duck» («anatra»), «rain» («pioggia») e «sox» («calzini»).

Sopra: Fig. nº 9.

Le due matrici sono state utilizzate in un esperimento pubblicato sul British Journal of Psychology nel 1976. Entrambe le figure, sia la nº 7 che la nº 8, sono state mostrate ad alcuni studenti, in due occasioni, per un secondo. Essi hanno ricevuto istruzioni simili a quelle che avete letto precedentemente. Prima dell’esperimento, i ricercatori hanno determinato che era fisicamente impossibile percepire a livello conscio le parole nascoste in un lasso di tempo così breve.

Hanno inoltre scoperto che utilizzando una videocamera che traccia i movimenti dell’occhio, che gli studenti avrebbero avuto il tempo di «scansire» tutta la figura. Dopo che sono state mostrate loro le matrici, agli studenti è stato fornito un test psicologico standard nel quale veniva mostrata loro una figura e veniva chiesto loro di scrivere una storia al riguardo. Hanno ricevuto istruzioni di scrivere cosa stava accadendo, come è potuto succedere, e cosa sarebbe successo dopo.

iceberg conscio inconscio

I racconti sono stati valutati da giudici che non sapevano quali matrici avessero visto coloro che avevano scritto i racconti. Incredibilmente, gli studenti sono stati influenzati dalle parole nascoste. Quelli ai quali era stata mostrata la matrice «fai sesso-dolore-sesso» hanno raccontato delle storie di violenza, di incertezza, conflitto o perdita. Hanno inoltre manifestato una decisa tendenza all’utilizzo di un linguaggio scurrile.

Situazione opposta per il gruppo «anatra-pioggia». Per quanto strano possa sembrare, gli studenti hanno «scansito» le matrici, letto e compreso le parole nascoste, e hanno reagito a queste in maniera emozionale, senza sapere che c’erano. L’esperimento indica che le informazioni incidentali che riceviamo al di fuori dell’angolo esterno dei nostri occhi hanno influenza su di noi, per quanto non ce ne rendiamo conto.

Il «meccanismo di filtraggio» 33 e la piramide della percezione

Gli studi precedenti hanno dimostrato, e la Fig. nº 10 illustra i seguenti principî:

  • La mente è separata in due settori indipendenti: quello conscio, di cui siamo consapevoli, e l’inconscio, di cui non lo siamo;

  • Un numero fenomenale di informazioni (sicuramente molte di più di quanto immaginiamo) vengono raccolte in maniera inconscia;

  • I dati vengono elaborati, compresi e catalogati in un lasso di tempo sorprendentemente breve;

  • Una sorta di meccanismo di filtraggio, che opera in maniera autonoma senza essere percepito, quindi, permette solamente ad una piccola porzione di informazioni di accedere alla consapevolezza. L’informazione che viene bloccata da questo «filtro» rimane nell’inconscio e continua a incidere sull’osservatore.

piramide della percezione

Il meccanismo di filtraggio è necessario perché fa in modo che la parte conscia della mente non sia sopraffatta dalle informazioni. La mente conscia è una sorta di «processore sequenziale» che lavora in maniera relativamente lenta e può gestire solamente poche informazioni alla volta. L’inconscio, d’altra parte, è un «processore parallelo» che opera velocemente e che può gestire molte cose contemporaneamente.

L’inconscio è più veloce, ma il conscio è più logico e più adeguato a gestire le nuove situazioni. Il filtro analizza automaticamente tutte le informazioni che riceve dai sensi, seleziona le cose veramente importanti, e permette solo a quei dati di accedere alla consapevolezza. Possiamo osservare le informazioni del meccanismo di filtraggio nella nostra vita di tutti i giorni. Quando parliamo con un amico, in un bar affollato, ad esempio, ci accorgiamo solo marginalmente del brusio di sottofondo intorno a noi. Se qualcuno nelle immediate vicinanze fa il nostro nome o comincia a parlare di qualcosa che per noi è importante, diventiamo consapevoli della conversazione che si sta svolgendo accanto a noi.

Questo succede perché il nostro subconscio esegue uno scanning costante delle altre conversazioni che si svolgono nella stanza. Non appena percepisce qualcosa di importante, il filtro dirige le informazioni al nostro stato percettivo. Il meccanismo di filtraggio è parte integrante della nostra percezione visiva. Le immagini che appaiono sullo schermo di un computer sono solamente una minima parte di quelle che vengono elaborate nell’hard disk del nostro PC.

onde cerebrali

Allo stesso modo, quello che noi siamo consapevoli di vedere, rappresenta solamente il risultato finale di un «programma di percezione» che viene silenziosamente gestito a livello subconscio. Se do uno sguardo alla stanza mentre scrivo questo libro, sono consapevole della mia scrivania, del computer e di un albero che sta fuori la finestra. L’informazione percepita dalla mia retina, comunque, è semplicemente composta da colore e luce. Il mio inconscio deve interpretare i dati sistematicamente. Organizza il campo visivo informe, decide quali sono vicine e quali quelle lontane, e fa riferimenti incrociati con la mia memoria per vedere se qualcuno di questi oggetti è già conosciuto.

Assimila poi tutte le informazioni in un quadro tridimensionale che rappresenta l’unica cosa di cui sono consapevole. Gli esseri umani non sarebbero in grado di «funzionare» senza questa distinzione tra il conscio e il subconscio. Se noi ci rendessimo conto del modo in cui le forme e i colori dell’Universo vengono organizzati per costituire degli oggetti familiari, il nostro «processore» del conscio sarebbe talmente sovraccarico da impedirci di funzionare adeguatamente. Gli allucinogeni possono simulare una situazione di questo genere. Alcuni dicono che la gente sotto influenza di esperienze allucinogene può sviluppare le percezioni sensoriali, deteriorare a livello intellettivo perché le droghe permettono ad un flusso eccessivo di informazioni di attraversare il filtro.

La percezione subconscia dellambiguità visiva

Quando al subconscio viene presentato uno stimolo visivo ambiguo, come il pene-schiena nella pubblicità delle sigarette Benson & Hedges, esso analizza e assimila entrambe le versioni, ma permette solamente ad una di arrivare al conscio. Ancora una volta, questo è necessario per la nostra sopravvivenza. Talvolta, in natura ci sono delle immagini ambigue – lo spazio tra gli alberi della foresta, ad esempio – può capitare che sembri una tigre. Se a livello conscio fosse percepita la tigre invece dello spazio, o la tigre e lo spazio, ci si potrebbe confondere e sarebbe messa in discussione la nostra abilità di «funzionare». Il filtro, quindi, seleziona quello che esso considera la migliore interpretazione e permette solo a quella di arrivare al conscio.

moglie e suocera

Mia moglie e mia suocera, l’illustrazione nella Fig. nº 11, è una famosa illusione ottica spesso utilizzata nei test di psicologia 34.

Quando ci viene mostrata per la prima volta, alcuni vedono una donna giovane, altri un’anziana. Il disegno, infatti, comprende ambedue le immagini. La giovane donna sta guardando indietro, e quella anziana guarda in basso a sinistra. Quello che nella giovane donna è il mento e il collo, in quella anziana è il naso.

la moglie e la suocera

Se vi «bloccate» e non riuscite a passare da un’immagine all’altra, staccatevi, non guardate la figura, e riprovateci dopo qualche minuto. A quel punto riuscirete chiaramente a vedere tutte e due le immagini. L’illusione è affascinante anche se la conoscete, perché riesce a dimostrare in maniera grafica l’esistenza del filtro.

Quando osservate il disegno per la prima volta, l’interpretazione secondaria (quella che non vedete) è completamente bloccata in maniera automatica. Una volta che vi accorgete anche della seconda interpretazione, tuttavia, è come se passaste manualmente da un’immagine all’altra. In altre parole, il filtro agisce inizialmente in maniera completamente inconscia, ma poi permette di controllarlo consciamente. Il filtro, comunque, non è in grado di farvi vedere contemporaneamente entrambe le immagini.

Diversamente dall’illusione Mia moglie e mia suocera, l’immagine secondaria, inizialmente repressa, nel disegno pene-schiena diventa dominante quando viene messa in evidenza. Una volta che vi rendete conto che ci sono, le «vedete» sempre ogni qualvolta guardate l’illustrazione. Il filtro, quindi, sotto un certo punto di vista, rimane per sempre nella posizione «attivo». Il punto principale da ricordare in  merito alla figura Mia moglie e mia suocera è che quando «vedete» la signora anziana, state percependo a livello subliminale la presenza della donna giovane e viceversa. Proprio come l’anatra nell’esperimento anatra-albero, l’interpretazione secondaria vi influenza senza che ve ne rendiate conto.

Il filtraggio basato sul contesto

Molti fattori esterni aiutano il filtro a «decidere» quale delle due immagini sia la «migliore» e che quindi può avere accesso a livello conscio 35. Uno dei fattori più importanti è il contesto. Per questa ragione, se dite a delle persone che non hanno mai visto la Fig. nº 10 «ti sto per mostrare l’immagine di una signora anziana» e poi mostrate loro la figura, sono più propensi a vedere la donna anziana piuttosto che quella giovane. Stessa cosa anche se dite loro l’opposto, cioè che mostrerete loro l’illustrazione di una donna giovane.

È un principio che si può applicare a tutte le illustrazioni che ci sono in questo articolo. Un fenomeno connesso si verifica quando guardate il cielo durante una giornata di pioggia. A prima vista, vi accorgete solamente delle nuvole. Comunque, se vi mettete ad osservare attentamente le nuvole, scoprirete delle immagini nascoste nelle stesse nuvole. Le immagini nascoste sono prima bloccate perché il filtro conclude che l’interpretazione «nuvola» è molto più appropriata nel contesto della scena. Questi processi percettivi sono illustrati dalla Fig. nº 12.

illusione ottica

Quando leggete la lettere «A, B, C» siete inclini ad interpretare il primo carattere come lettera «B». Tuttavia, quando guardate la riga successiva, siete inclini a percepire esattamente che il numero «13» ha la stessa forma della «B». In ambedue i casi, quindi, il vostro subconscio analizza entrambe le possibilità, ma seleziona solamente l’interpretazione che fra queste più si confà all’intero contesto dell’immagine.

Il filtro basato sui principî della Gestalt 36

L’operazione del filtro (e l’effetto del contesto) è strettamente correlato alla Scuola di Psicologia Gestalt, una teoria di percezione sviluppata in Germania intorno agli inizi del XX secolo. La Scuola Gestalt mantiene il concetto secondo cui il subconscio organizza i dati visivi in modo da farci percepire consciamente interi oggetti come opposti alle parti distinte dell’oggetto. Questo è illustrato dagli esempi raffigurati nella figura sottostante.

A Figura di sfondo 37: come nel disegno «fiori-sex», il filtro decide cos’è la figura e sopprime lo sfondo. In questo caso, molta gente inizialmente «vede» il vaso e poi si rende conto dei profili;

figura di sfondo

B Prossimità: gli oggetti che sono uno vicino all’altro sono percepiti come unità. Sembra come se i punti comprendano delle colonne verticali e non solamente delle file orizzontali;

prossimità

 

C Similarità: oggetti che sono simili l’uno all’altro sono anch’essi percepiti come unità. Noi «vediamo» soprattutto le file orizzontali di 0 e di X piuttosto che le file verticali che alternano gli 0 e le X;

similarità

D Continuità: similarmente, gli oggetti che costituiscono linee o curve sono percepiti come unità. La figura sembra che sia costituita da linee continue ondulate in opposto ad alcuni punti casuali;

continuità

E Chiusura: il filtro preferisce completare gli oggetti. Noi «vediamo» un cerchio con una parte mancante, piuttosto che una serie di punti o un oggetto che assomiglia in qualche modo ad una lettera «C»;

chiusura

F Direzione comune: sembra che gli oggetti che si muovono nella stessa direzione siano anch’essi percepiti come unità. Da notare che è più facile interpretare la parte superiore piuttosto che quella inferiore;

direzione comune

G Simmetria: il filtro preferisce la simmetria. Nell’esempio A, noi «vediamo» due triangoli in opposizione a formare una figura irregolare. Nell’esempio B, siamo consapevoli del fatto che un triangolo copre parte di un altro triangolo, invece di una forma distorta che assomiglia vagamente a una freccia. Nella figura C, noi «vediamo» la freccia invece di due triangoli.

simmetria

Il filtraggio delle informazioni discordanti

Il subconscio è inoltre incline a sopprimere la consapevolezza di informazioni discordanti. L’esempio pene-schiena delle Benson illustra chiaramente il principio. Visto che i peni non crescono normalmente sulla schiena, il meccanismo di filtraggio «pulisce» la figura rendendola conforme alle aspettative del nostro conscio.

La repressione di informazioni discordanti era estremamente in uso in occasione della giungla. Le informazioni poco congrue (vale a dire completamente fuori contesto) non erano probabilmente reali, e il fatto di dovere considerare come tali avrebbe probabilmente compromesso la sopravvivenza. Quando i pubblicitari creano queste induzioni, capitalizzano su una debolezza vecchia di secoli. Non abbiamo alcuna difesa verso le fotografie «elaborate» perché i nostri processi percettivi risalgono a ben prima l’invenzione della macchina fotografica. La tendenza a filtrare per «ripulire» le immagini è stata dimostrata con esperimenti.

In uno studio condotto nel 1949, ai soggetti veniva mostrata, brevemente, una serie di carte da gioco «truccate» 38, nella quale il colore dei semi era opposto, come nella Fig. nº 13.

Gli osservatori non erano consciamente consapevoli della natura adulterata delle carte, e le consideravano come carte normali. Un dieci di fiori rosso, ad esempio, era visto sia come nero o come dieci di cuori rosso. Il filtro alterava l’apparenza fisica dello stimolo al fine di prevenire la potenziale confusione dell’osservatore. Quando le carte venivano mostrate per un tempo più lungo, le difese percettive dell’osservatore non erano più attive, e quindi diventava consapevole dell’incongruenza. Tuttavia, c’è voluto un tempo sorprendentemente lungo per far sì che questo accadesse. Alcuni osservatori continuavano a vedere la versione distorta delle carte ancora dopo che il tempo di esposizione era stato allungato ad un intero secondo. Come ci si poteva aspettare, gli altri si disorientarono e dissero di vedere le carte viola o addirittura non poterono più dire cosa stessero guardando.

Il filtraggio di informazioni disturbate a livello emozionale

Il filtro permette inoltre di bloccare o alterare l’apparenza delle informazioni che sono psicologicamente minacciose.

Gli esperimenti con le parolacce

Nel 1949, il ricercatore Elliott McGinnies condusse una serie di studi che alla fine diventarono noti con il nome di «esperimenti con le parolacce» 39. Utilizzando un tachistoscopio, egli ha presentato sia parole neutre (come «dormire» e «legno») e parole tabù (come «puttana» o «meretrice») a soggetti individuali per un breve lasso di tempo. Quindi, ha chiesto ad ogni soggetto di identificare la parola.

Se il soggetto non era in grado di farlo, la flashava ancora per un lasso di tempo leggermente più lungo, e poi ripeteva il processo. In questo modo, era in grado di determinare il lasso di tempo minimo che ci voleva perché ogni singolo soggetto identificasse le parole che gli venivano mostrate. Mc Ginnies scoprì che alcune parole tabù altamente emozionali dovevano essere mostrate per ben più tempo rispetto alle altre per venire identificate.

tachistoscopio

Ad esempio, per riconoscere la parola «sonno» era necessario 1/25º di secondo, ma per la parola «puttana» ci voleva un tempo quattro volte più lungo. Il meccanismo di filtraggio ha cercato di fare tutto il possibile per impedire alle parole tabù di arrivare al conscio, ed è riuscito nel suo intento fino a quando queste parole non sono state mostrate per un tempo così lungo che non è più riuscito a bloccare l’induzione. Non sorprendentemente, Mc Ginnies ha scoperto inoltre che il GSR dei soggetti (la risposta galvanica della pelle), per le parole tabù era ben più elevata rispetto alle parole neutrali, quando erano entrambe percepite a livello subliminale. Inoltre, come nell’esperimento delle carte discusso sopra, ha scoperto che il filtro ha distorto l’apparenza fisica delle parole tabù per renderle più gradevoli.

Ad esempio, quando una parola imbarazzante come «pene» veniva mostrata per un tempo relativamente lungo, i soggetti spesso «vedevano» una parola meno spiacevole, come «matita». Gli «esperimenti delle parolacce» erano controversi, e generarono una nuova area di ricerca conosciuta come il paradigma New Look. L’idea di base era che le difese percettive del subconscio, operando senza consapevolezza, cambiano fisicamente il modo di apparire delle cose. I meccanismi di difesa psicologica sono stati studiati osservando le distorsioni percettive. I critici di McGinnies hanno presunto che i soggetti di questo esperimento potrebbero aver visto le parole tabù, ma fossero troppo imbarazzati per ammetterlo. Studi successivi hanno eliminato questa opportunità.

Nel 1958, ad esempio, lo psicologo britannico Norman Frank Dixon ha utilizzato uno strumento che divideva il campo della visione a metà, in modo che ogni occhio potesse ricevere stimoli differenti. Ad un occhio, ha flashato una parolaccia o una neutra, e nell’altro occhio, un innocuo lampo di luce. Dixon ha scoperto che l’argomento emozionale delle parolacce presentate in un occhio ha attivato il meccanismo di difesa e ha soppresso la percezione dell’innocuo lampo di luce nell’altro 40.

Visto che ai soggetti non veniva mai chiesto quale parola avessero visto, ma solo di riscontrare quando diventava visibile il lampo di luce, è stata così confermata l’esistenza del filtro. Esperimenti più recenti monitorati da John Ridley Stroop (1897-1973) dimostrano l’esistenza del filtro in un modo diverso. Stroop ha presentato parole minacciose e neutrali, scritte in colori diversi, a soggetti che soffrivano d’ansia. Ha chiesto a loro di trascrivere il colore delle parole, ma di ignorare il loro significato. I soggetti hanno avuto bisogno di più tempo per svolgere il compito quando le parole erano più paurose rispetto alle neutrali. Situazione che si è verificata soprattutto quando è stata visualizzata la parola «cancro» ad uno soggetto che si preoccupava di problemi di salute 41.

 

La stanza distorta e gli esperimenti degli specchi 42

Gli esperimenti sulle stanze distorte ispirati da Adelbert Ames Jr. (1880-1955) hanno anch’essi illustrato il modo in cui il subconscio altera fisicamente l’apparenza della realtà per proteggerci dall’ansia. Ames era uno psicologo sperimentale dai mille talenti, che ha lavorato anche come avvocato, pittore e psicologo. Egli ha inventato La stanza di Ames, illustrata nella Fig. nº 14.

L’uomo nella finestra posteriore di destra ha un’apparenza abbastanza normale. La stanza, tuttavia, è distorta in modo tale che sembra che egli abbia una testa innaturalmente enorme. Alla fine degli anni ’40, uno di coloro che condussero l’esperimento fu sorpreso nello scoprire che una donna che vedeva il volto di suo marito attraverso la finestra non lo percepiva come innaturalmente grande. Quando la donna, comunque, vedeva il viso di un uomo che non conosceva, si rendeva conto che c’era qualche problema di proporzione.

A questo punto, il ricercatore si chiese se nel caso in cui ci fosse un attaccamento emotivo tra l’osservatore e la persona osservata, questo contribuisse ad alterare le proprietà percettive della stanza. La sua ipotesi è stata confermata quando è stato chiesto a coppie di novelli sposi di sottoporsi all’esperimento e di guardare attraverso la finestra. Una percentuale significativa ha risposto che l’immagine della loro consorte attraverso la finestra non era distorta, ma piuttosto era la stanza ad essere distorta!

camera di ames

Quando agli osservatori venivano proposte delle persone con le quali non avevano alcun coinvolgimento emotivo, i visi apparivano alterati, ma non la stanza. I ricercatori della Marina Militare si sono trovati confrontati ad un fenomeno simile sperimentando certi occhiali con una speciale visione distorta. I ricercatori hanno scoperto che quando alcuni uomini indossavano gli occhiali, ritenevano che gli ufficiali sembrassero meno distorti rispetto ai loro parigradro. Apparentemente, la paura degli ufficiali era più forte delle proprietà distorcenti degli occhiali, allo stesso modo in cui l’attaccamento emotivo dei novelli sposi superava le influenze de La stanza di Ames.

Questo articolo è stato estratto dal libro The Secret Sales Pitch (Norwich Publishers, San José 2004), un’opera fondamentale per chi vuol conoscere o approfondire la natura della persuasione subliminale, e del quale raccomandiamo caldamente la lettura. Per ordinarlo su Amazon cliccare qui. Se invece volete visitare il sito dell’Autore, il suo URL è il seguente:http://www.subliminalsex.com

 

Note

1 Traduzione di un estratto (pagg. 206-222) dall’originale inglese The Secret Sales Pitch, a cura di Daniela Salerno.

2 Sulla ricerca motivazionale vedi V. Packard, The Hidden Persuaders, Penguin, New York 1957. A riguardo delle trances ipnoidali al supermarket, vedi V. Packard, «State of the Question: the Mass Manipulation of Human Behavior» («Stato della questione: la manipolazione di massa del comportamento umano»), in America, del 14 dicembre 1957, pag. 342-344. Sullo studio del tabacco, vedi E. H. Weiss (1954). «How Motivation Studies May Be Used by Creat People to Improve Advertising» («Come gli studi motivazionali possono essere utilizzati da persone creative per migliorare la pubblicità»), conferenza sulla pubblicità, Università del Michigan, Ufficio di ricerche commerciali, del 7 maggio 1954. Lo stesso tema è stato affrontato da H. W. Hapner in Advertising: Creative Communication With Consumers («Pubblicità: comunicazione creativa con i consumatori»), New York 1964, Mac Graw Hill, 4ª edizione, pag. 147-153, e da S. H. Britt in Consumer Behaviour and The Beavioural Science: Theories and Applications («Comportamento del consumatore e scienze comportamentali: teorie e applicazioni»), New York 1966, John Wiley & Sons, pag. 105-106. Sul miliardo di dollari all’anno speso per la ricerca motivazionale e dieci miliardi di dollari all’anno per la pubblicità, vedi A. W. Rose, «Motivation Research and Subliminal Ardvertising» («La ricerca motivazionale e la pubblicità subliminale»), in Social Research, Autunno 1958, pagg. 271-284. Alle pagg. 272-273, l’Autore afferma: «La ricerca motivazionale negli Stati Uniti costituisce un affare da un miliardo di dollari l’anno; quasi ogni industria più importante del Paese usa gli psicologi per far breccia nella mente dei consumatori».

3 Sulla conferenza stampa di Vicary, vedi A. F. Westin, «Privacy and Freedom» («Privacy e libertà»), in Tampering With the Unconscious («Manomettere l’inconscio»), Antheum, New York 1968, pagg. 279-297.

4 Sulle esagerazioni di Vicary vedi S. Rogers, «How a Publicity Blitz Created the Myth of Subliminal Advertising» («Come un lampo pubblicitario ha creato il mito della pubblicità subliminale»), in Public Relations Quarterly, nº 37, Inverno 1992-1993, pagg. 12-17. Vedi anche W. Weir, «Another Look at Subliminal “Facts”» («Un’altra occhiata ai “fatti” subliminali»), in Advertising Age, del 15 ottobre 1984, pag. 46.

5 I comunicati stampa del periodo indicano che Vicary ha presumibilmente «flashato» i messaggi subliminali a 1/3000º di secondo. Si tratta probabilmente di un errore. Molti degli studi adottavano presentazioni comprese nella scala di 1/300º di secondo.

6 Cfr. «Whisper Ads on Radio» («Pubblicità sussurrate alla radio»), in Advertising Age, del 17 dicembre 1957, pag. 93.

7 Cfr. «KTLA Contract» («Il contratto con la KTLA»), in Advertising Age, del 27 gennaio 1958, pag. 107.

8 Uno dei film in questione era intitolato My World Dies Screaming («Il mio mondo muore urlando»; 1958). Questa pellicola uscì anche con il titolo Terror in the Haunted House («Terrore nella casa abitata da fantasmi»). Il 31 marzo 1958, il settimanale Life pubblicò un articolo sui film horror intitolato «”Hidden Sell” Technique is Almost Here» («La “tecnica di vendita” nascosta è pressoché qui»); pag. 102.

9 Cfr. «Talk of the Town» («Quello che si dice in città»), in The New Yorker, del 21 settembre 1957.

10 Cfr. Newsday (Garden City NY); cit. in Christian Science Monitor, del 6 gennaio 1958.

11 Cfr. J. Brooks, «The Little Ad That Isn’t There» («La piccola pubblicità che non c’è»), in Consumer Reports, gennaio 1958, pag. 7. Vedi anche A. W. Rose, art. cit., pagg. 271-284.

12 Cfr. R. N. Haber, «Public Opinions Regarding Subliminal Advertising» («L’opinione pubblica a riguardo della pubblicità subliminale»), in Public Opinion Quarterly, Estate 1959, pagg. 291-293.

13 Cfr. New York Times, del 4 dicembre 1957.

14 Cfr. A. F. Westin, art. cit., pag. 292.

15 Ibid.

16 Cfr. «Ad Firms Ponder Success of Invisible Commercials», in Christian Science Monitor, del 6 gennaio 1958.

17 Cfr. V. Packard, The People Shapers («Quelli che modellano la gente»), Little, Brow & Co., Boston 1977, pag. 136. Ho fatto inoltre una ricerca su computer, ma ho trovato pochissimi articoli sul subliminale in quel periodo.

18 Cfr. W. B. Key, Subliminal Seduction: Ad Media’s Maniputlation of a Not So Innocent America («Seduzione subliminale: la manipolazione operata dai media di un’America non così innocente»), Signet, New York 1973.

19 Il costo attuale di una pubblicità a tutta pagina è dedotto da un’intervista telefonica con la sede del Time, in riferimento alle cifre citate nel loro sito web il 18 settembre 2002.

20 Le mie analisi relative alle illustrazioni contenute in questo libro, sono basate unicamente sull’apparenza delle immagini stesse. Posso solamente presumere il modo in cui i creatori delle illustrazioni volevano che queste stesse fossero percepite. Non interferisco in alcun modo affermando che i modelli raffigurati nelle fotografie avessero una benché minima conoscenza o comprensione dei significati «reconditi» articolati nelle mie ipotesi.

21 Cfr. E. Dichter, Getting Motivated: the Secret Behind Individual Motivations by the Man who was not Afraid to Ask «Why»? («Motivato: il segreto dietro le motivazioni individuali dell’uomo che non ha paura di chiedere “perché”?»), Pergamon Press, New York 1979, pag. 198. La citazione di Dichter è estratta dal suo libro Handbook on Consumer Motivations. The Psycology of the World of Objects, Mc Graw Hill 1964.

22 Altri libri che Bryan Wilson Key ha scritto in seguito: Media Sexploitation («Sfruttamento del sesso»), Signet, New York 1977; The Clam-Plate Orgy and Other Techniques for Manipulating Your Behavior («L’orgia nel piatto di vongole e altre tecniche per la manipolazione del nostro comportamento»), Signet, New York 1981; The Age of Manipulation: The Con in Confidence, the Sin in Sincere («L’era della manipolazione: l’imbroglio in confidenza; il peccato in sincero»), Madison Books, New York 1993.

23 Circa l’influenza di Key sull’opinione pubblica vedi M. Rogers-K. Smith, Public Perceptions of Subliminal Advertising: Why Pratictioners Shouldn’t Ignore this Issue» («Pubblica percezione di pubblicità subliminali, perché i praticanti non dovrebbero ignorare tale questione»), in Journal of Advertising Research, marzo-aprile 1993, pag. 10.

24 Cfr. T. E. Moore, «Subliminal Advertising: “What You See Is What You Get”» («La pubblicità subliminale dice: “Quello che dovresti vedere è quello che dovresti avere”»), in Journal of Marketing, Primavera 1982, pag. 45. L’Autore afferma che «Key non fornisce alcuna documentazione sugli effetti che attribuisce agli stimoli indotti, e […] sembra che Key voglia inventare qualsivoglia caratteristica percettiva e di memoria che si renda necessaria ad ottenere i risultati imputati agli stimoli indotti». Vedi anche S. Rogers, op. cit., pagg. 10-19: «Le teorie di Key sono state ampiamente screditate dagli accademici che hanno esaminato le applicazioni di marketing in maniera scientifica». Per una critica comprensiva del lavoro di Key, e presumibilmente anche del mio, vedi anche J. Haberstroh, Ice Cube Sex: The Truth About Subliminal Advertising («Sesso nel cubetto di ghiaccio: la verità sulla pubblicità subliminale»), Notre Dame 1994, Cross Cultural Publications.

25 All’inizio del 1962, un commentatore fece notare: «Gli esperimenti non sono più rivolti all’idea di stabilire una percezione subliminale in quanto fenomeno empirico, ma più inclini ad esibire la propria influenza sulla base di una moltitudine di contesti comportamentali» (cfr. W. Bevan, «Subliminal Stimulation: A Pervasive Problem for Psychology», in Psichologycal Bulletin, nº 61, 1962, pag. 84).

26 Vedi anche R. F. Bornstein- J. M. Masling, Empirical Perspectives on the Psychoanalytic Unconscious («Prospettive empiriche sull’inconscio psicanalitico»), American Association of Psychology, New York 1998. A pagina xvii, l’Autore afferma: «Durante gli anni ’80, furono pubblicati dozzine di documenti che citavano l’esistenza della percezione e della memoria subconscia. Sin dal 1990, non c’è più stato un solo articolo sulla stampa specializzata del settore che trattasse questo fenomeno».

27 Sull’esperimento dell’anatra e dell’albero, vedi M. Eagle-D.L. Wolitzky-G. S. Klein, «Imagery: Effect of a Concealed Figure in a Stimulus» («Immagini: l’effetto di una figura nascosta in uno stimolo»), in Science, nº 151, 1966, pagg. 837-839.

28 Cfr. N. F. Dixon, Subliminal Perception: The Nature of a Controversy, Mc Graw Hill, Londra 1971, pagg. 124-125.

29 La percezione subconscia sia dell’immagine che dello sfondo in un disegno figura-sfondo, è stata documentata anche in Fisher, CHARLEY e Paul, I.H, «The Effect of Subliminal Visual Stimulation on Images and Dreams: A Validation Study» («L’effetto di una stimolazione visiva subliminale sulle immagini e sui sogni: uno studio di convalida»), in The American Journal of Psychoanalytic, nº 7, 1959, pagg. 35-85. Al soggetto veniva mostrata a livello subliminale un’immagine sfondo-figura semplificata, costituita da due profili di teste, una di fronte all’altra. Dopo che l’immagine fu mostrata per 1/100º di secondo, di modo che fosse percepita a livello subliminale, molti dei soggetti proposero dei disegni che comprendevano un duplice elemento. Uno dei soggetti affermò: «Mi ricorda un ragazzo che bacia la ragazza. Sembra che i nasi siano attaccati» (pag. 36). Quando l’immagine fu mostrata loro per un lasso di tempo più lungo, nessuno dei soggetti si rese conto che si trattava di due profili uno di fronte all’altro fino a quando l’immagine non fu mostrata loro per un secondo intero. Molti ebbero bisogno di cinque secondi per rendersi pienamente conto di entrambi i volti (pag. 49). Lo studio ha rivelato che le due figure furono percepite inconsciamente in 1/100º di secondo, anche se con un’esposizione di un secondo fu percepita solo una figura a livello conscio.

30 A questo riguardo, vedi W. Kilbourne-S. Painton-D. Ridley «The Effect of Sexual Embedding On Responses to Magazine Advertisement» («L’effetto delle induzioni sessuali come risposta alle pubblicità sulle riviste»), in Journal of Advertising, nº 14, 1985, pagg. 48-56. Non ho commentato la prima parte di questo studio che si
basava sul concetto di mostrare gli stimoli ai soggetti e chiedere loro di valutare il modo in cui li facesse sentire la pagina di pubblicità. Le reazioni furono significative alla pubblicità della Marlboro, ma neutrali a quella del Chivas. Ho enfatizzato la parte dello studio che cita la conduttività della pelle perché i risultati sono molto più obiettivi. La risposta all’induzione pene-roccia della pubblicità delle Marlboro Light fu significativa. La lettura fu maggiore dal 16,9 al 20% per entrambi i sessi.

31 Su questo studio, vedi J. G. Miller, «Discrimination Without Awareness» («La discriminazione senza consapevolezza»), in American Journal of Psycology, nº 52, 1939, pagg. 562-578.

32 A questo riguardo, vedi lo studio di D. E. Somekh, «The Effect of Embedded Words in a Brief Visual Display» («L’effetto delle parole indotte in una breve presentazione visiva»), in British Journal of Psycology, nº 67, 1976, pagg. 529-535.

33 Il termine «filtro» è stato inizialmente proposto da D. E. Broadbent nel suo libro Perception and Communication («Percezione comunicazione»), Pergamon Press, Londra 1958. Egli lo ha utilizzato in un contesto un po’ diverso rispetto al mio, relazionandolo in modo che l’attenzione «conscia» venga rivolta verso specifiche informazioni opposte al modo in cui i dati vengono inconsciamente processati e distorti. Vedi anche A. M. Treisman, «Strategies and Models of Selective Attention» («Strategie e modelli di attenzione selettiva»), in Psycological Review, nº 76, 1969, pagg. 282-299, che discute le teorie di Broadbent. L’Autore afferma (pag. 282): «Nel 1958, Broadbent ha riassunto una vasta area di ricerca e ha cercato di fornire una spiegazione unificata della sua teoria di “filtraggio” dell’attenzione selettiva. Ha presunto che, quando i molti messaggi raggiungeranno i sensi, verranno inizialmente processati in parallelo, ma devono, ad un certo punto, convergere su un canale percettivo o decisionale di limitata capacità Al fine di ridurre il carico del sistema, un filtro di selezione blocca i messaggi irrilevanti prima che raggiungano il “collo della bottiglia”». Vedi anche: J. A. Deutsch-D. Deutsch, «Attention: Some Theoretical Considerations» («L’attenzione: alcune considerazioni teoriche»), in Psycological Review, nº 70, 1963, pagg. 80-90. A pag. 81, l’Autore rileva che l’analisi di uno stimolo si verifica prima che questa raggiunga il filtro. E conclude che l’argomento dei messaggi concorrenti «venga analizzato prima del rifiuto di uno e dell’accettazione dell’altro». Vedi anche D. A. Norman, «Toward a Theory of Memory and Attention» («Verso una teoria di memoria e di attenzione»), in Psycological Review, nº 75, 1968, pagg. 522-536. L’Autore denota che l’informazione bloccata dal filtro continua ad influenzare il comportamento. A pag. 528 afferma: «La teoria illustrata fino ad adesso presenta delle conseguenze comportamentali. Inizialmente, tutti gli input sensoriali, siano essi presenti o no, eccitano la loro rappresentazione nella memoria primaria. Questo significa che i soggetti dovrebbero mantenere in immagazzinaggio primario i materiali che sono stati loro presentati, anche se non sono figuranti al momento della presentazione».

34 L’immagine Mia moglie e mia suocera fu creata da un disegnatore di fumetti di nome W. E. Hill, ed è apparsa per la prima volta nella rivista Puck, nel 1915. Essa è stata sottoposta all’attenzione degli psicologi nel 1930 da Edwin Borino (cfr. E. Borino, «A New Ambiguous Figure», in American Journal of Psycology, nº 42, 1930, pagg. 444-445). All’esposizione iniziale, il 65% degli osservatori ha visto la donna anziana e il 35% quella giovane. (cfr. R. Leeper, «A Study of the Neglected Portion of the Field of Learning: the Development of Sensory Organization», in Journal of Genetic Psychology, nº 46, 1935, pagg. 41-75).

35 A questo riguardo, vedi cfr. R. Leeper, art. cit.. Leeper ha sperimentato, con la presentazione di due immagini ambigue, la donna giovane-anziana e un’immagine che poteva essere vista sia come coniglio che come pirata. Ai soggetti furono mostrate le immagini in tre condizioni sperimentali:

– Senza alcuna precedente spiegazione o commento;

– Con un precedente suggerimento percettivo;

– Con una precedente descrizione verbale (cioè, la figura centrale della prossima immagine è rappresentata da un coniglio…).

Poi, fu chiesto loro di descrivere quello che avevano visto. Nel caso in cui non c’era stata alcuna precedente informazione, il 65% ha visto la donna anziana e il 35 quella giovane. Il 73% ha visto il pirata, il 12 il coniglio, e il 12% fu addirittura consapevole di entrambe le immagini. Nel caso in cui i soggetti hanno ricevuto dei suggerimenti percettivi, erano ben più propensi a vedere le immagini per le quali avevano ricevuto i suggerimenti. Nel caso dei suggerimenti verbali, i soggetti ai quali era stata mostrata l’immagine coniglio-pirata, erano ben più propensi a vedere l’immagine che era stata loro suggerita verbalmente. Non fu così, per qualche ragione, con l’immagine della donna giovane-anziana. Il fatto che i suggerimenti verbali non influenzassero la percezione della donna giovane-anziana, può essere dovuto ad un’anomalia statistica o a una crepa nell’esperimento. I suggerimenti verbali hanno inciso sulla percezione dell’immagine pirata-coniglio come ci si aspettava. Ho mostrato l’immagine fiori-sex a migliaia di persone, e ho soggettivamente osservato che il suggerimento verbale verso l’osservatore (ad esempio, probabilmente ti renderai conto solamente dei fiori quando guarderai questa magnifica immagine…) influisse in maniera significativa sul modo in cui l’illusione viene percepita. I suggerimenti verbali di Leeper, probabilmente, erano troppo lunghi e arzigogolati. Sarebbe stato interessante ripetere il suo esperimento usando dei suggerimenti semplici come «donna giovane» e «donna anziana». Ad ogni modo, i molteplici studi ed esempi discussi in questo capitolo chiariscono che:

– Entrambe le interpretazioni di immagini ambigue vengono analizzate in maniera inconscia;

– Il contesto aiuta il filtro a decidere quale interpretazione sia la più adatta. L’esempio della Gestalt «B» = «13» nella Fig. nº 11 lo illustra efficacemente. Il fatto che l’osservatore sia consapevole solamente di una «B» o di un «13», in maniera dipendente dal contesto, indica che entrambi le ambiguità devono essere analizzate preconsciamente. Nel caso in cui questo non succeda, all’osservatore potrebbe capitare di «vedere» l’interpretazione sbagliata.

36 Il grafico della Gestalt e il dibattito sui suoi principî furono ispirati dall’opera di W. L. Wilke, Consumer Behaviour («Il comportamento del consumatore»), John Wiley & Sons, New York 1986.

37 La figura di sfondo proviene dal libro di G. W. Harmann, Gestalt Psychology («La Psicologia della Gestalt»), The Ronald Press Company, New York 1935, pagg. 24-25. Sulla Gestalt vedi D. Katz, Gestalt Psychology: Its Nature and Significance («La Psicologia della Gestalt: la sua natura e il suo significato»),The Royal Press Company. Vedi anche N. F. Dixon, op. cit., pag. 125. L’Autore afferma: «Come suggerisce Fisher, questo effetto di figura indotta e presentato successivamente alla soglia della consapevolezza implica che i processi organizzativi della Gestalt influiscono sulle informazioni sensoriali in entrata oltre il quale questa informazione ha accesso ai sistemi di tracciamento della memoria».

38 Sullo studio sulle carte da gioco discordanti vedi J. Bruner-L. Postman, «On the Perception of Incongruity: a Paradigm» («Sulla percezione dell’incongruenza: un paradigma»), in Journal of Personality, nº 18, settembre 1949. Gli Autori affermano, a pag. 70: «Per quanto più tempo possibile e con qualsiasi mezzo a disposizione, l’organismo terrà lontana la percezione dell’inatteso, quelle cose che non si adeguano a quello che, secondo lui, è già prefissato». La repressione delle informazioni discordanti è strettamente correlata al principio della Gestalt sul contesto già discusso in precedenza».

39 Sull’esperimento delle parolacce, vedi E. McGinnies, «Emotionaly and Perceptual Defense» («Difesa emotiva e percettiva»), in Psychological Review, nº 56, 1949, pagg. 244-251. Scrive Mc Ginnies: «È ben fondata, quindi, l’affermazione secondo cui il filtraggio percettivo di stimoli visivi serve, in molte situazioni, a proteggere l’osservatore per quanto più possibile dalla consapevolezza di oggetti che hanno, per lui, un significato emozionale spiacevole».

40 Cfr. N. F. Dixon, «Apparent Changes in the Visual Thresold as a Function of Subliminal Stimulation» («Cambiamenti apparenti sulla soglia visiva come funzione di uno stimolo subliminale»), in Quarterly Journal of Experimental Psychology, novembre 1958, pagg. 211-219. Vedi anche N. F. Dixon-M. Haider, «The Changes in Visyal Thresold as a Function of Subcetion» («I cambiamenti della soglia visiva come funzione della concezione subconscia»), in Quarterly Journal of Experimental Psychology, nº 13, 1961, pagg. 229-235. Vedi anche R. S. Lazarus-R. A. Mc Cleary, «Autonomic Discrimination Without Awareness: a Study of Subcetion» («La discriminazione autonoma senza consapevolezza: uno studio sulla concezione subconscia»), in Psychological Review, nº 58, 1951, pagg. 113-122. Ai soggetti furono inizialmente mostrate delle sillabe senza alcun senso per un secondo, alcune delle quali furono unite ad uno shock elettrico. Ai soggetti furono mostrate quindi delle sillabe a velocità subliminale mentre veniva misurato il loro livello di GSR (il livello di conduttività della pelle). Il GSR dei soggetti era più elevato a causa delle sillabe shock, e in base a questo l’Autore a quindi concluso che «pare che ci sia un lieve dubbio sul fatto che i soggetti possono fare discriminazioni autonome quando non sono in condizione di descrivere dei riconoscimenti consci».

41 Sul test di Stroop, vedi C. Mc Leon, «Anxiety and the Selective Processing of Emotional Information: Mediating Roles of Awareness, Trait and States Variables, and Personal Relevance of Stimulus Materials» («Ansietà e processione selettiva di informazioni emozionali. Ruoli medianti di consapevolezza, variabili di caratteristiche e di stato, e pertinenza personale con materiali che inducono degli stimoli»), in Behaviour Research and Therapy, nº 30, settembre 1962, pagg.479-491.

42 Sulla stanza distorta e l’esperimento degli specchi, vedi W. J. Wittreich, «Visual Perception and Personality» («La percezione visiva e la personalità»), in Scientific American, aprile 1959, pagg. 56-60.

 

Storia dei messaggi subliminali (2/2)ultima modifica: 2017-10-24T14:51:55+02:00da fab_kl