disinformazione

Un tempo non lontano, quando i mezzi di comunicazione non esistevano o erano poco diffusi, le notizie di una certa importanza, avvenute magari in una nazione vicina, giungevano alle popolazioni di un altro Stato dopo settimane o a volte anche dopo parecchi mesi. Oggi, in virtù dell’enorme progresso tecnologico (e soprattutto grazie alla TV e ad internet), dopo pochi minuti è possibile venire a conoscenza di un fatto avvenuto all’altro capo del mondo. Eppure, per quanto ciò possa apparire paradossale, mai come oggi è difficile conoscere la pura verità dei fatti. Il mondo dell’informazione sembra essere divenuto una delle armi più efficaci di chi vorrebbe controllare le masse per mezzo della manipolazione delle notizie. Da strumento di conoscenza al servizio di tutti, i mass media sono diventati uno strumento di potere nelle mani di una ristretta élite che si crea il consenso mediante la falsificazione delle notizie.

La contraffazione della verità – la disinformazione – è un mezzo indispensabile per plasmare l’opinione pubblica e per creare negli spiriti un determinato stato d’animo che va nella direzione voluta dai grandi burattinai. É ciò che viene definita «dittatura del pensiero unico», una specie di prigionia intellettuale le cui vittime sono quasi sempre ignare della propria condizione, senza tuttavia soffrirne. Un classico esempio di disinformazione è senza dubbio costituito dall’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, il caso più famoso di adulterazione dei fatti avvenuto in questi ultimi vent’anni. Questa raccolta di tattiche utilizzate dagli agenti della disinformazione è un valido prontuario per chi vuole sfuggire a questa intollerabile dittatura, e iniziare a pensare con la propria testa.

Premessa

Che cos’è la disinformazione? In che modo i media riescono ad ingannare e a mentire? Come possiamo fare per riconoscere le fonti fuorvianti? Nella guida che segue, H. Michael Sweeney 2 svela le tecniche di disinformazione più efficaci per aiutarci ad individuare le mezze verità. La disinformazione è uninformazione falsa o inesatta che viene diffusa deliberatamente. Certe volte viene chiamata anche con il sinonimo di black propaganda. Essa può includere la distribuzione di documenti, di manoscritti e di fotografie falsificati, o la diffusione di pettegolezzi maliziosi e informazioni costruite a tavolino. La disinformazione non va invece confusa con l’informazione falsa o inaccurata in modo non intenzionale 3. La disinformazione viene realizzata in vari modi. Ecco alcuni esempi:

  • Una notizia di cronaca potenzialmente pericolosa può essere ignorata dai mass media. La maggior parte delle persone crede che qualcosa che non è stato riportato dai media semplicemente non esiste;

  • Una notizia di cronaca può essere presentata come un’«accusa priva di fondamento», specialmente da qualcuno che ha autorità. Le persone che godono di largo consenso o ricoprono posizioni importanti in politica, nell’economia o in ambito militare possono fare leva sulla loro reputazione per etichettare un fatto come falso e ridicolo;

  • Una copertura massiccia da parte dei media di un evento importante può creare una distrazione sufficiente per deviare lattenzione della gente da un problema reale;

  • Una diceria che non viene né smentita né confermata può generare confusione e dubbi in un pubblico vasto. Un individuo o un gruppo di persone possono essere costrette o pagate per fornire informazioni false che danno vita a false notizie di cronaca;

disinformazione

Adesso che vi abbiamo presentato alcuni esempi di come funziona la disinformazione, lasciateci condividere con voi qualche consiglio pratico per proteggervi dall’informazione fuorviante:

Interrogatevi: ponetevi sempre molte domande quando sentite una notizia di cronaca. Da dove viene la notizia? É una fonte affidabile? C’è qualcun altro che ha riportato la stessa storia? Mettete in dubbio ogni cosa e non date nulla per scontato;

Verificate: cercate sul web o parlate con i vostri amici e familiari di ogni notizia proveniente dai media. Potreste scoprire informazioni importanti che vi mostrano l’intera vicenda sotto una luce diversa;

Mantenete la vostra posizione: non sottostimate mai le vostre opinioni e non fatevi intimorire dall’autorità. Diffidate delle «persone che sanno» e che gettano sul tavolo le loro credenziali. Tutti hanno lo stesso livello di credibilità finché non dimostrano di essere degni di fiducia;

Indagate: fate molta attenzione alle notizie considerate troppo complesse da risolvere. Probabilmente non è stata fatta alcuna analisi della vicenda e voi state utilizzando informazioni che non sono state verificate né approfondite;

Focalizzate: non disperdete la vostra attenzione su diverse notizie di cronaca. Sceglietene una e restate su quella. Poi passate oltre. C’è sempre una notizia più importante che richiama la vostra attenzione e che può distrarvi dalla vostra indagine.

Questi sono solo alcuni esempi per aiutarvi a pensare in modo diverso e a sviluppare un atteggiamento critico verso le notizie che sentite ogni giorno. Nell’articolo di H. Michael Sweeney che state per leggere, troverete una bella lista di tattiche che gli agenti della disinformazione usano per ingannare, per farvi accettare le menzogne e inventare di sana pianta notizie di cronaca. Per quelli tra voi che non hanno mai sentito parlare di H. Michael Sweeney, vi ricordiamo che è un esperto di disinformazione e autore di diversi libri sull’argomento. Inoltre, egli gestisce il sito The Professional Paranoid che rappresenta una valida fonte per trovare materiale relativo alla sicurezza sul web e alle questioni di privacy personale. Ecco la guida di H. Michael Sweeney sui metodi di disinformazione più efficaci.  Il contenuto che state per leggere è altamente machiavellico. Domandatevi: chi si comporta così?

Venticinque modi di sopprimere la verità 4

massima di voltaireBasato sull’articolo Thirteen Techniques for Truth Suppression 5 («Tredici tecniche per la soppressione della verità»), di David Martin, la seguente guida può essere utile per introdurre il lettore nel mondo del confronto con le verità nascoste e le mezze verità, e la soppressione della verità quando gravi crimini vengono analizzati nei forum pubblici. Questo, tristemente, coinvolge ogni giorno i media, che sono fra i peggiori responsabili come fonti di disinformazione. Laddove il crimine comporta una cospirazione, o una cospirazione per nascondere un crimine, ci sarà invariabilmente una campagna di disinformazione lanciata contro coloro che cercano di scoprire e mostrare la verità e/o la cospirazione. Ci sono tattiche precise che i maestri della disinformazione tendono ad applicare, come viene rivelato in questo articolo. Più una determinata parte rispecchia tali caratteristiche ed è colpevole di seguire le regole, più è probabile che si tratti di professionisti della disinformazione con uno specifico motivo. La gente può essere comprata, intimorita o ricattata allo scopo di diffondere disinformazione; così anche le «persone perbene» possono essere sospette in molti casi. Una persona razionale coinvolta nella ricerca della verità valuterà quella catena di prove e concluderà o che i collegamenti sono solidi e decisivi, che uno o più passaggi sono deboli e necessitano di ulteriori accertamenti prima che si possa arrivare ad una conclusione, o che uno o più collegamenti possono essere interrotti, di solito invalidando (ma non necessariamente, se già esistono o possono essere trovati collegamenti paralleli, o se un particolare collegamento rafforzava solamente la tesi, ma non si trattava di un passaggio chiave) il ragionamento.

Il gioco si basa sul sollevare questioni che rafforzino o che indeboliscano (preferibilmente fino al punto di rottura) questi collegamenti. É compito di un agente della disinformazione interferire con queste valutazioni…Quanto meno per indurre le persone a pensare che i collegamenti siano deboli o spezzati quando, in realtà, non lo sono… O proporre soluzioni alternative che portino lontano dalla verità. Spesso, semplicemente incalzando e rallentando il processo attraverso tattiche di disinformazione, un livello di vittoria è assicurato perché l’apatia cresce con il tempo e con la retorica.

Sembrerebbe vero in quasi ogni caso, che se qualcuno non riesce a spezzare la catena delle prove per una soluzione certa, la rivelazione della verità ha trionfato. Se la catena viene spezzata o si deve creare un nuovo collegamento, o una nuova catena per intero, o la soluzione non è valida e se ne deve trovare un’altra… Ma la verità trionfa anche in questo caso. Non deve vergognarsi chi ha proposto o sostenuto una soluzione, una catena o un collegamento sbagliato, se lo ha fatto in buona fede cercando la verità. Questo è l’approccio razionale.

Eludi la catena delle prove

Sebbene sia comprensibile che una persona possa venir coinvolta emotivamente da un particolare aspetto di un determinato problema, è veramente irrilevante chi vince, purché vinca la verità. Ma i signori della disinformazione cercano sempre di spingere sull’aspetto emotivo eburattinaio sanzionare ogni insuccesso (vero, falso o presunto), e tentano sempre tramite l’intimidazione di impedire la discussione in generale. É l’artista della disinformazione e coloro che ne possono tirare le fila (coloro che hanno maggiormente da temere dalla scoperta del crimine) a dover cercare di evitare che l’analisi precisa e razionale delle prove possa condurre a loro. Poiché i fatti e la verità raramente cadono spontaneamente, devono essere sopraffatti con menzogne e inganni. I professionisti nell’arte della menzogna e dell’inganno, come i servizi segreti e i criminali professionisti (che spesso sono le stesse persone o perlomeno collaborano), tendono ad applicare strumenti ben precisi e osservabili in questo processo. Tuttavia, il pubblico non è in larga parte adeguatamente attrezzato per fronteggiare tali armi, e spesso viene facilmente traviato da queste tattiche collaudate nel tempo. Clamorosamente, neppure i media e le forze dell’ordine sono stati addestrati a fronteggiare questi problemi. Per la maggior parte, solo i giocatori capiscono le regole del gioco. Per tali maestri della disinformazione, l’obiettivo principale è quello di evitare che si discuta dei collegamenti nella catena delle prove che non possono essere spezzati dalla verità, e invece usare sempre abili inganni o menzogne per far sembrare determinati collegamenti più deboli di quello che sono in realtà, creare l’illusione di una rottura, o ancora meglio, provocare qualcosa che possa distrarre in ogni modo quelli che stanno indagando sulla serie di eventi, incluso il metodo di mettere in dubbio le credenziali di chi presenta il caso.

Un fatto è un fatto

william casey - direttore della ciaÉ necessario capire che un fatto è un fatto, indipendentemente dalla fonte. Allo stesso modo, la verità è verità, indipendentemente dalla fonte. Questo è il motivo per cui i criminali possono testimoniare contro altri criminali. Questo è anche il motivo per cui argomentazioni del tipo: «ciò che dice quella persona non lo ascolto perché è fazioso» sono estremamente fallaci. Laddove può esistere realmente un motivo per mentire, solo la prova concreta che la testimonianza stessa sia falsa la rende completamente nulla. La testimonianza di un noto bugiardo che sta in piedi senza un fatto che la confermi, può avere certamente un valore discutibile, ma se la testimonianza (discussione) è basata su fatti verificabili o altrimenti dimostrabili, non importa cosa fà chi la presenta o quali motivi abbia per farlo, o se ha mentito in passato o anche se abbia dei motivi per mentire in questa situazione; i fatti o i collegamenti potrebbero e dovrebbero stare in piedi o cadere per merito loro e il loro ruolo nella questione sarà semplicemente di supporto. Inoltre, soprattutto a proposito di forum pubblici, di lettere alle redazioni dei giornali, di chat su internet o newsgroup, il maestro della disinformazione svolge un ruolo molto importante. In questi forum, i principali argomenti di discussione sono generalmente dei tentativi da parte dei singoli di attrarre l’attenzione di altre persone sulle loro particolari posizioni, idee, o soluzioni, un fenomeno molto diffuso al momento. Le persone spesso usano certi mezzi di comunicazione come cassa di risonanza per le proprie idee e nella speranza di trovare spunti per sviluppare meglio le proprie opinioni.

Laddove vi sono opinioni critiche nei confronti del governo o dei poteri forti (specialmente se l’argomento è la loro azione criminale), l’agente della disinformazione ha anche un altro ruolo: quello di troncarle sul nascere. Essi cercano inoltre di far apparire l’opinione (chi la propone e i suoidittatura del pensiero unico sostenitori) come privi di credibilità, nel caso in cui dai loro primi successi dovessero derivare eventuali futuri dibattiti in ambienti pubblici. Spesso si possono riconoscere i professionisti della disinformazione al lavoro mediante l’applicazione meticolosa di «standard più alti» di discussione di quelli richiesti dalla necessità. Essi chiederanno che coloro che presentano gli argomenti o i concetti registrino ogni cosa con lo stesso livello di competenza di un professore, di un ricercatore o di un giornalista investigativo. In caso contrario, ogni discussione, dal loro punto di vista, diventa inutile e indegna, e chiunque dissente è ovviamente uno stupido (e di solito la mettono proprio in questi termini). Questa strategia è tipicamente adottata da chi teme di perdere la discussione qualora questa si mantenesse entro il perimetro della razionalità e della logico-deduzione. Per questo motivo si cerca di spostare l’attenzione, e quindi anche le argomentazioni, sul piano emotivo e personale. «Se non puoi attaccare il messaggio, attacca il messaggero». Così, quando leggete certe discussioni, in modo particolare nei newsgroup su internet, decidete per conto vostro quando viene sviluppato un ragionamento razionale e quando invece sono strumento di disinformazione, di operazioni psicologiche o di inganni. Nel secondo caso, accusate liberamente i responsabili. Essi (sia quelli che stanno deliberatamente cercando di portarvi fuori strada, che quelli che sono semplicemente stupidi o malconsigliati) di solito se la danno a gambe di fronte all’evidenza, o in altre parole, o si nascondono o tacciono (un esito perfettamente accettabile in un modo o nell’altro, dato che l’obiettivo è la verità).

Le venticinque regole della disinformazione

Ecco i venticinque metodi per soffocare la verità. Alcuni di questi non si applicano direttamente alle applicazioni per i newsgroup. Ognuno di essi contiene un esempio semplice in forma di (qualcuno è parafrasato per semplicità), commenti reali dai newsgroup su eventi storici comunemente noti, e una replica corretta. Le accuse non dovrebbero essere abusate (tenetele in serbo per i colpevoli recidivi e per quelli che usano tattiche multiple). Le repliche dovrebbero evitare di cadere nelle trappole dell’emozione o deviare dalle informazioni, a meno che non si tema che qualche osservatore venga facilmente distratto dall’inganno.

1) Elusione: non vedo, non sento, non parlo. Indipendentemente da quello che sai, non parlarne, specialmente se sei un personaggio pubblico, un conduttore televisivo, ecc… Se non viene riportato, non è accaduto, e tu non devi mai affrontare il problema.

2) Diventa incredulo e indignato: evita di discutere questioni chiave e invece concentrati su problemi marginali che possano essere usati per dimostrare come l’argomento di altri gruppi o temi altrimenti ritenuto sacrosanto sia diventato invece criticabile. Questa è conosciuta anche come la mossa del «come ti permetti»?

3) Inventa persone che diffondono pettegolezzi: evita di discutere problemi descrivendo tutte le accuse, non considerare il luogo o le prove, liquidali come semplici pettegolezzi e accuse fantasiose. Altri termini sprezzanti incompatibili con la verità possono andare comunque bene. Questo metodo funziona particolarmente bene con una stampa imbavagliata, perché l’unico modo in cui il pubblico può venire a conoscenza dei fatti è attraverso «dicerie discutibili».

4) Utilizza un fantoccio: trova o crea un elemento credibile della tesi dei tuoi avversari che puoi facilmente abbattere per farti sembrare dalla parte della ragione e mettere in cattiva luce l’avversario. Oppure tira fuori una questione della quale puoi con sicurezza insinuare l’esistenza basata sulla tua interpretazione dell’avversario/ degli argomenti dell’avversario/ della situazione, oppure seleziona l’aspetto più debole delle accuse più deboli. Amplifica il loro significato e distruggile in un modo che sembri ridicolizzare, allo stesso modo, tutte le accuse reali e costruite, evitando inoltre che la discussione si sposti effettivamente su problemi concreti.

5) Distrai gli avversari con insulti e ridicolizzandoli: questa è conosciuta anche come la tattica fondamentale «attacca il messaggero», anche se altri metodi si qualificano come varianti di quell’approccio. Associa gli avversari a titoli impopolari come «pazzi», «terroristi», «fanatici della cospirazione», «fascisti», «razzisti», «fanatici religiosi», «maniaci sessuali» e così via. Questo spinge gli altri a ritirarsi dal sostenerli per paura di venire etichettati allo stesso modo, e tu eviti di confrontarti con i problemi.

6) Mordi e fuggi: in ogni forum pubblico, fai un breve attacco ai tuoi avversari o alla posizione avversa e poi scappa via prima di ricevere una risposta, o semplicemente ignora ogni risposta. Questa tattica funziona benissimo su internet e nelle lettere alle redazioni dove un flusso regolare di nuove identità può essere utilizzato senza dover spiegare critiche o ragionamenti, semplicemente lanciando accuse o altri attacchi, senza mai discutere i problemi, e senza mai rispondere ad ogni replica successiva, perché quello darebbe dignità al punto di vista degli avversari. Se puoi associare il materiale con internet, sfrutta questo fatto per dichiarare che si tratta di un «pettegolezzo infondato» proveniente da un «gruppo di ragazzini su internet» che non può avere nessun fondamento su fatti concreti.

7) Metti in dubbio le ragioni altrui: distorci o amplifica ogni fatto che può essere utilizzato per insinuare che l’avversario agisce in base a secondi fini nascosti o ad altre faziosità. Questo evita che si discuta dei problemi e costringe l’avversario sulla difensiva.

8) Invoca lautorità: reclama autorità per te stesso o chiama in causa qualcuno che abbia autorità e presenta la tua tesi con «linguaggio tecnico» e «sottigliezze» sufficienti per mostrare che sei «uno che sa», e afferma semplicemente che le cose non stanno così senza discutere i problemi nel merito o dimostrando concretamente il perché o citando fonti.

9) Fai finta di non sapere: non preoccuparti di fornire prove o argomenti logici; evita di discutere i problemi tranne che con la negazione che tali questioni abbiano qualche credibilità, qualche scopo, forniscano qualche prova, contengano o diano un senso e abbiano una logica. Mescola bene per il massimo effetto.

10) Associa le accuse degli avversari a vecchi avvenimenti: una tattica derivata da quella del fantoccio, di solito, in qualunque situazione dove si abbia grande visibilità, qualcuno all’inizio farà accuse sulle quali si può discutere o si è già probabilmente discusso, un tipo di investimento per il futuro qualora la situazione non fosse facilmente controllabile. Dove puoi prevederlo, crea un problema fantoccio e trattalo come una parte contingente del piano iniziale. Le accuse successive, indipendentemente dalla loro validità o dalla scoperta di nuovi elementi, possono poi di solito essere associate all’accusa originale e liquidate come un rimaneggiamento della stessa senza bisogno di affrontare problemi attuali, ancora meglio se l’avversario è, o è stato coinvolto, con la fonte originale.

11) Crea e fai affidamento su una via duscita: utilizzando un aspetto o un elemento secondario del problema, segui la «retta via» e «confessa» con candore che qualche errore in buona fede, col senno del poi, è stato commesso, ma gli avversari hanno preso la palla al balzo per ingrandirlo in modo esagerato e insinuare il dubbio di un reato più grave, solo che «non è così». Altri, in seguito, possono rafforzare questa tesi a tuo nome, e anche chiedere pubblicamente che «si ponga fine alle dicerie» perché tu hai già «fatto la cosa giusta». Eseguita in modo corretto, questa tattica può farti ottenere comprensione e rispetto per aver «detto la verità» e «confessato» i tuoi errori senza dover affrontare problemi più seri.

12) Gli enigmi non hanno soluzioni: facendo riferimento all’insieme di scenari che circondano il crimine e al gran numero di protagonisti e di eventi, traccia un quadro della questione tale da farla apparire troppo complessa da risolvere. Questo fà sì che quelli che altrimenti seguirebbero la questione, inizino a disinteressarsene più rapidamente senza aver affrontato concretamente il problema.

13) La logica di Alice nel Paese delle Meraviglie: evita la discussione dei problemi ragionando a ritroso o con un’apparente logica deduttiva che tralasci ogni fatto concreto.

14) Richiedi soluzioni complete: evita le questioni chiedendo agli avversari di risolvere totalmente il problema. Tale strategia funziona meglio trattando temi del tipo «associa alle accuse agli avversari e alle vecchie notizie».

15) Adatta i fatti a conclusioni alternative: ciò richiede di pensare in modo creativo, a meno che il crimine non sia stato pianificato con idonee previsioni dei possibili sviluppi.

16) Fai sparire prove e testimonianze: se non esiste, non è un fatto e tu non dovrai affrontare il problema.

17) Cambia argomento: solitamente in connessione con una delle altre tattiche qui elencate, trova un modo di deviare la discussione con commenti caustici o controversi nella speranza di spostare l’attenzione su un argomento nuovo e più gestibile. Questa tecnica funziona particolarmente bene con complici che riescano a «litigare» con te sul nuovo argomento e polarizzare lo spazio di discussione allo scopo di evitare che si affrontino problemi chiave.

18) Impressiona, contrasta e pungola gli avversari: se non puoi fare nient’altro, rimprovera e schernisci i tuoi avversari e trascinali a risposte emotive che tenderanno a farli sembrare stupidi ed eccessivamente motivati, e generalmente rendono il loro materiale in qualche modo meno coerente.

19) Ignora le prove presentate e chiedi prove impossibili: forse questa è una variante della regola «fai finta di non sapere». Senza tener conto del materiale presentato da un antagonista nei forum pubblici, dichiara che il materiale fornito è irrilevante e richiedi all’avversario prove impossibili da ottenere (possono esistere, ma non essere a sua disposizione, o può trattarsi di qualcosa che, si sa con certezza, che è andata distrutta o è nascosta in luogo sicuro, come ad esempio l’arma di un delitto). Allo scopo di evitare completamente di discutere dei problemi, potrebbe essere necessario che tu debba criticare e negare che i media e libri siano fonti attendibili, negare che i testimoni siano degni di fiducia, o anche negare che dichiarazioni fatte dal governo o da altre autorità abbiano qualche significato o rilevanza.

20) Crea prove false: dove possibile, presenta fatti nuovi o indizi progettati e creati per essere in contrasto con quelli presentati dagli avversari, come strumenti utili per neutralizzare problemi delicati o impedirne la soluzione. Questo funziona meglio quando il crimine è stato progettato tenendo conto delle peculiarità adatte allo scopo, e i fatti non possono essere separati facilmente dalle menzogne.

21) Fai appello ad un Grand jury, ad un Procuratore speciale o ad un altro Corpo investigativo autorizzato: sovverti (il processo) a tuo favore e neutralizza efficacemente tutti i problemi più delicati senza una discussione aperta. É necessario che le prove e le testimonianze, se trattate correttamente, una volta raccolte restino segrete. Ad esempio, se controlli il Procuratore, questo può assicurarti che il Grand jury non prenderà in esame le prove più utili e anche il loro occultamento in modo che non siano disponibili per gli investigatori. Una volta che hai ottenuto un verdetto favorevole, la questione può essere considerata ufficialmente chiusa. Di solito, questa tecnica è applicata per far assolvere un colpevole, ma può essere utilizzata anche per acquisire accuse quando si cerca di incastrare un innocente.

22) Costruisci una nuova verità: crea il tuo esperto/i, gruppo/i, autore/i, leader/s, o condiziona qualcuno già esistente disposto a forgiare una nuova verità tramite ricerche scientifiche, investigative o sociali, o mediante una testimonianza che si concluda a tuo favore. In questo modo, se devi effettivamente affrontare i problemi, puoi farlo con autorevolezza.

23) Crea distrazioni più grandi: per distogliere l’attenzione da problemi delicati, o per prevenire coperture mediatiche indesiderate di eventi inarrestabili come i processi, crea notizie di cronaca più importanti (o presentale come se lo fossero) per distrarre la gente. Non solo eviterai di dover discutere i problemi in prima istanza, e inoltre se la loro risposta emotiva riguarda la questione, puoi evitare ulteriormente i problemi focalizzandoti su quanto «siano suscettibili alle critiche».

24) Fai tacere i critici: se i summenzionati metodi non funzionano, valuta la possibilità di togliere gli avversari dalla circolazione con qualche soluzione definitiva in modo che non ci sia più bisogno di affrontare i problemi. Questa soluzione può essere la loro morte, l’arresto e la detenzione, il ricatto o la rovina della loro reputazione con la diffusione di informazioni compromettenti, o semplicemente puoi distruggerli dal punto di vista finanziario, psicologico o danneggiare gravemente la loro salute.

25) Sparisci: se custodisci segreti chiave o sei comunque al corrente di dettagli non noti e pensi che il calore stia diventando insopportabile, per evitare guai, esci dalla cucina (e tieni l’elicottero a portata di mano).

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Note

1 Articolo reperibile alla pagina web

http://vigilantcitizen.com/latestnews/the-25-rules-of-disinformation/

2 H. Michael Sweeney è un autore, editore e consulente specializzato in crimini dei servizi segreti, in tutela della privacy e sicurezza. Più conosciuto per Professional Paranoid, una collana di saggistica su questi argomenti, egli ha anche pubblicato Fatal Rebirth, una serie di romanzi in quattro volumi che esamina i legami fra terrorismo e i fantasmi apparentemente casuali del passato politico americano. Michael Sweeney scrive su Proparanoid.net.

3 Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Disinformazione

4 Questo articolo è stato scritto nel 1997 ed è stato rivisto nell’aprile del 2000.

5 Vedi l’originale in lingua inglese alla pagina web http://www.brasscheck.com/martin.html

Tecniche di disinformazioneultima modifica: 2017-10-25T14:08:15+02:00da fab_kl