Un piano per destabilizzare l’Italia

Un interessante passaggio del libro “La Politica nel Cuore – Segreti e bugie della Seconda Repubblica” * Paolo Cirino Pomicino UN PIANO PER DESTABILIZZARE L’ITALIA? Il 3 settembre del 2006 compio gli anni. Sono ancora ricoverato al San Matteo di Pavia. Viene a farmi gli auguri Luca Josi, amico recente ma di grande qualità. Josi era agli inizi degli anni novanta il segretario dei giovani socialisti. Uomo di grande cultura, strinse ben presto un intenso rapporto con Bettino Craxi. Un rapporto fatto di stima reciproca e di un comune sentire dei problemi di un Paese come il nostro e del movimento socialista nazionale e internazionale. Quando vennero i giorni bui, il giovane Josi non abbandonò Craxi. Anzi la sua amicizia si cementò in un’analisi culturale e politica sempre più intensa. Era con Bettino quando questi uscì dall’Hotel Raphael e gli squadristi di destra e di sinistra gli lanciarono le monetine. «Con Bettino spesso provavamo a ragionare guardando “oltre il giardino”» mi dice Luca. «Erano pensieri in libertà che ascoltati in quegli anni da un interlocutore maldisposto (più o meno la quasi totalità) avrebbero provocato un sorriso di compassionevole ironia per la loro natura, apparentemente, giustificazionista. Ci dicevamo che era finita una guerra mondiale. Eh sì, la guerra fredda è stata una vera e propria guerra mondiale e l’Italia, involontariamente, ne era stata terra di frontiera militare e politica. Noi, poi, la precedente guerra, la Seconda, l’avevamo pure persa (dettaglio che, abitualmente, si scorda). Certo nella divisione della storia eravamo cascati bene. […]