Centri commerciali contro cinesi

I piccoli commercianti stanno scomparendo uccisi dalla morsa “CENTRI COMMERCIALI e CINESI” che li stritola senza possibilità di scampo.

L’orientamento del commercio al dettaglio nell’ultimo decennio, sembrava orientato a questa variabile unica derivante da due filosofie differenti: i centri commerciali e i “negozi cinesi”. I primi vedono il consumatore soggetto passivo il quale con luci, suoni, offerte e aggressività varie, viene convinto a comprare cose inutili a prezzi altissimi.

Dall’altra i cinesi che offrono una grandissima quantità di merce senza marchio e senza offerte, dove l’utilizzo o meno del prodotto ( e quindi il bisogno dell’acquisto) proviene solo dall’utilizzo che la fantasia del consumatore immagina.

Recentemente la morsa ha aggiunto un altro KILLER dei piccoli commercianti: il commercio online. La globalizzazione a portata di click permette di acquistare la carta igienica dal Giappone, spesso con spedizione gratuita, tanto per fare un esempio. garland-pollard-superfluo-necessario

Questo potrebbe essere il fattore che farebbe saltare l’ultimo anello della catena di distribuzione, portando direttamente dal produttore al consumatore con l’unico inserimento del corriere. Sarebbe auspicabile un simile sistema? O avrebbe dei costi sociali talmente alti da far paura?

A mio parere sarebbe necessario rieducare il commercio attraverso la tassazione di acquisti sia on line sia nei centri commerciali, per riequiparare una concorrenza evidentemente sleale (per gli esentati dalle imposte) ma sopratutto per prevenire un problema sociale emergente: le relazioni interpersonali reali. Analogamente a quanto i social hanno influenzato i rapporti interpersonali come l’amicizia, c’è da aspettarsi che il commercio online elimini ogni tipo di rapporto personale con il negoziante.

È facile prevedere per amazon uno sviluppo simile a quello di facebook ed in pochi anni ci ritroveremo con migliaia di negozi che chiudono ma sopratutto con persone che escono raramente di casa, da quella casa dove consumeranno i loro acquisti che gli verranno consegnati davanti la TV mentre con il CELL in mano stanno acquistando altre cose – spesso sapientemente proposti grazie ai dati personali carpiti – questa volta fornite direttamente dalla TV (film, partite, scommesse, solidarietà, musica, giochi….). Le relazioni sociali, cosi ridotte, potrebbero essere TOTALMENTE azzerate grazie al telelavoro da casa. E le occasioni per farci socializzare con qualcuno saranno ridotte al minimo con la sparizione del chiedere informazioni o che tempo che fa, sostituito dal google o alexa che risponde ad ogni nostra domanda.

Ma questo meriterebbe un altro discorso a parte C’È UN SOLO MODO PER EVITARE QUESTA DERIVA: INTERVENIRE A MONTE LIMITANDO LA PUBBLICITÀ ALL’ESSENZIALE. Ed invece le spese pubblicitarie sono quasi totalmente detraibili

Sulla grande distribuzione, un condivisibile approfondimento da Davide Gionco https://www.attivismo.info/linsostenibilita-economica-e-sociale-della-grande-distribuzione-organizzata/

Centri commerciali contro cinesiultima modifica: 2018-10-13T18:30:35+02:00da fab_kl
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