Consumismo anche nel calcio

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1525423_soldi-calcio_thumbIl sopravvento del consumismo sulle tradizioni e sui sentimenti è ben evidenziato del continuo ed assurdo cambiamento delle magliette delle squadre di calcio.

Fino a pochi anni fa la maglia era l’unico simbolo di fede che durava tutta la vita (si cambiano religioni, idee politiche, coniugi……). L’attaccamento alla maglia non era solo un modo di dire ma rispecchiava un sentimento concreto spesso trasmesso di padre in figlio. Da qualche anno, le magliette cambiano ogni anno comprese le seconde e le terze che vengono usate in competizioni diverse (coppa, campionato) il tutto con lo scopo di spennare l’ingenuo tifoso ormai trasformato in consumatore senza che se ne sia reso conto.

Il tifoso inoltre giustifica la folle cifra spesa per la maglietta, pensando di dare una mano alla squadra del cuore contribuendo minimamente al bilancio e quindi al miglioramento. In realtà i soldi vanno in.larga parte alle multinazionali dello sport come nike, adidas o puma. Cambiare ogni anno la maglietta serve solo a venderne di più e poco importa se le nuove generazioni non identificano la squadra con la maglia e in alcuni casi nemmeno con i colori.

La squadra è diventata solo un brand per indumenti e ciarpame vario.

Se vogliamo salvare lo sport, le magliette del calcio non devono essere cambiate, lasciamo che la tradizione permetta al calcio di continuare.

Consumismo anche nel calcioultima modifica: 2018-07-17T15:24:32+02:00da fab_kl
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