Incriminazione delle agenzie di rating

Un danno all’Italia stimato in 120 miliardi di euro generato da analisti finanziari incompetenti e notizie manipolate «a orologeria». Sotto accusa il gotha della finanza internazionale. La procura della Repubblica presso il tribunale di Trani, guidata da Carlo Maria Capristo, ha chiesto il rinvio a giudizio per i vertici di due agenzie di rating: Standard &Poor’s Financial Service e Fitch. Per Moody’s, terza indagata, è stata avanzata la richiesta di archiviazione per insufficienza di prove.

L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, a seguito di un esposto delle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, è stata coordinata daI sostituto procuratore Michele Ruggero. Sette le persone rinviate a giudizio. Gli imputati devono rispondere di «manipolazione del mercato» e «aggiotaggio», con le aggravanti di danno patrimoniale di rilevante gravità. Appunto i 120 miliardi di euro, secondo la stima fatta dalla Procura della Corte dei conti della Regione Lazio.

Che cosa sono le agenzie di rating? Nel mercato finanziario esse vendono informazioni, svolgendo un ruolo di intermediari tra investitori ed emettenti di titoli, siano essi privati o Stati. Da un lato gli investitori chiedono informazioni per indirizzare il loro denaro a chi può offrire la garanzia di restituirlo. A loro volta gli emittenti di titoli, in cerca di liquidità, puntano ad avere dalle agenzie di rating referenze positive, cioè la «pagella» che renda i loro titoli appetibili sul mercato. Le agenzie sono tenute a fornire il servizio secondo tre principi: qualità adeguata, trasparenza e tempestività.

Da intercettazioni telefoniche è emerso non solo che la S&P forniva le notizie con una tempistica pilotata, ma anche che i vertici dell’agenzia erano consapevoli del fatto che i loro dipendenti in Italia non erano competenti. La controprova di ciò- secondo il pm Ruggero- sta in una comunicazione interna della Standard & Poor’s. Nella mail, datata 13 gennaio 2012, Renato Panichi, responsabile per l’Italia del settore «banche», segnala agli analisti Zhang e Kraemer, che il giudizio da essi espresso sul sistema bancario italiano era errato. Anzi «esattamente contrario» alla situazione reale. E ordina ai due di rimuovere tale informazione dal comunicato approntato. Cosa che avvenne solo in parte. L’errata valutazione sparì nel comunicato in lingua inglese.

Mentre non vennero aggiornati né la nota ufficiale trasmessa alla Repubblica italiana né il comunicato diffuso in lingua italiana. Nonostante la segnalazione di Panichi, l’agenzia confermò il declassamento. Quel giorno il mercato rispose con l’impennata dello «spread» schizzato da 485 punti base a 505. Di questo e di altri episodi devono rispondere i dirigenti della S&P. Per esempio insospettisce il fatto che, pur avendo dichiarato a settembre 2011 che l’Italia veniva declassata per «stallo politico», il cambio di governo da Silvio Berlusconi a Mario Monti non incise nelle valutazioni di rischio. Rimasto negativo, anche dopo le riforme strutturali annunciate dal nuovo presidente del Consiglio.

Per Standard & Poor’s sono imputati: Deven Sharma, presidente dal 2007 al 23 agosto 2011; Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa; e tre analisti ‘senior’ del debito sovrano, Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Sotto accusa una serie di informazioni tendenziose e distorte, avvenute tra maggio 2011 e gennaio 2012. Secondo l’accusa esse, dando corpo a un vero e proprio «disegno criminale», avrebbero provocato l’ indebolimento dell’Italia sui mercati finanziari e il deprezzamento dei titoli di Stato con una ricaduta negativa anche sull’euro.

A carico dei manager dell’agenzia Fitch, David Michael Willmoth Riley (capo rating sovrano) e Alessandro Settepani (direttore senior della Fitch Italia), l’accusa di manipolazione del mercato pluriaggravata è dovuta alla divulgazione- a mercati aperti- di informazioni che dovevano restare riservate. I due emisero preavvisi di declassamento che erano «idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari». Per la Procura operarono con un abuso di «prestazione d’opera» essendo Fitch legata al Ministero dell’economia e delle finanze per l’emissione di titoli della Repubblica italiana. Intanto l’inchiesta partita da Trani ha suscitato l’interesse dell’autorità giudiziaria americana, che indaga per analoghe ipotesi di reato proprio la Standard &Poor’s.

Nelle intercettazioni- rivela il procuratore capo – alcuni indagati sminuiscono il valore delle indagini parlando di Trani come di «un piccolo paese dell’Oklahoma». Capristo ribatte: «Ci sta bene. Ma resta fermo il fatto che la nostra inchiesta è stata condotta con serietà e con scrupolosità». E ricorda come in Australia la S&P, in un giudizio civile partito da una class action, un’azione collettiva, è stata condannata a risarcire 24 milioni di euro per valutazioni errate espresse nell’attività di rating.
Rosaraia Mlacangi

Fonte: http://adf.ly/257805/banner/pubblicogiornale.it/politica/trani-gotha-agenzie-ratin/

Incriminazione delle agenzie di ratingultima modifica: 2012-11-14T05:09:13+01:00da fab_kl
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