Società consumistica

  • II valore più caratteristico della società dei consumi, anzi il suo valore supremo rispetto al quale tutti gli altri sono chiamati a giustificare il proprio merito, è una vita felice; anzi, la società dei consumi è forse l’unica società della storia umana che prometta la felicità nella vita terrena, la felicità qui e ora e in ogni successivo “ora”: felicità istantanea e perpetua.
  • Nella società dei consumi l’infelicità è un reato punibile o, nel migliore dei casi, una peccaminosa perversione che squalifica chi la professa dall’appartenere a pieno titolo alla società.
  • Il consumismo, oltre a essere un’economia dell’eccesso e dello spreco, è anche un’economia dell’illusione. Esso fa leva sulla irrazionalità dei consumatori, non sulle loro previsioni informate e disincantate; punta a suscitare emozioni consumistiche, non a sviluppare la ragione.
  • Il contesto esistenziale che ha finito per diventare noto come “società dei consumi” si distingue per il fatto che ridefinisce le relazioni interumane a modello e somiglianza delle relazioni tra i consumatori e gli oggetti di consumo.
  • Nuovi bisogni richiedono nuove merci; nuove merci richiedono nuovi bisogni e desideri; l’avvento del consumismo inaugura l’era dell'”obsolescenza programmata” dei beni offerti sul mercato e segnala la spettacolare ascesa dell’industria dello smaltimento dei rifiuti.
  • L’economia consumistica prospera sul ricambio delle merci e si pensa che quanto più denaro passa di mano, tanto più essa vada a gonfie vele; e ogni volta che il denaro passa di mano alcuni beni di consumo sono inviati alla discarica. Di conseguenza, in una società di consumatori la ricerca della felicità − lo scopo maggiormente evocato e utilizzato come esca nelle campagne di marketing che mirano a incentivare i consumatori a separarsi dal proprio denaro (denaro già guadagnato o che si prevede di guadagnare) − tende a spostare l’attenzione dal fare le cose, o appropriarsene, o accumularle, al disfarsene.
  • La società dei consumi svaluta la durevolezza; ai suoi occhi “vecchio” significa “sorpassato”, non più utilizzabile e destinato alla spazzatura.
  • La società dei consumi è impensabile senza una florida industria dello smaltimento di rifiuti. Ai consumatori non si chiede di giurare fedeltà agli oggetti che ottengono con l’intenzione di consumare.
  • Per sopperire a tutti questi bisogni, spinte, pulsioni e dipendenze e pei alimentare i nuovi meccanismi di motivazione e guida e il monitoraggio del comportamento umano, l’economia consumistica deve fare affidamento sull’eccesso e sullo spreco.
  • Per far sì che l’economia consumistica non si arresti, il ritmo con cui la quantità già enorme di novità cresce è destinato ad andare oltre qualsiasi obiettivo a misura della domanda oramai superata.

Zygmunt Bauman, Consumo, dunque sono, 2007

Società consumisticaultima modifica: 2012-11-28T12:36:10+01:00da fab_kl
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