La fine della Repubblica e la guerra civile

Giulio Cesare l’autore della transizione del sistema repubblicano a quello imperiale. A poco più di un anno dalla sua creazione, il Partito Democratico conclude quel programma che anche un bambino avrebbe ritenuto inutile se non dannoso. La creazione del Partito Democratico ad altro non è servita se non a dimostrare – dato che ancora ce ne è bisogno – che la democrazia al giorno d’oggi è ridotta ad inutile e dannoso populismo. Con la sua mancanza di un ideale unico, con la sua frammentazione, e con quant’altre rappresentazioni di tutto quanto di negativo ci sia nell’attuale società, il Partito Democratico ha incarnato nel suo nome la sua fine e le cause di essa. E cosi’ siamo arrivati all’ultima fase del piano ventennale: siamo arrivati alla dittatura democratica che, con Giulio Cesare portò alla dittatura a vita, che qualcuno successivamente chiamera’ “impero”. Nell’antica Roma, ai primi 7 famosi Re (talvolta tiranni), succedette la Repubblica che ben presto si dimostrò peggiore delle precedenti monarchie a causa delle guerre civili scatenate dalle lotte interne per la conquista del potere. Qualcuno capì l’inizio della crisi e, tra gli altri, Cesare ebbe la visione di chi pensa e per questo non fu miope. Iniziò la sua spallata alla repubblica con un programma che vide la creazione del triumvirato per poi scatenare l’ultima guerra civile e diventare il dittatore (prima per 10 anni poi a vita) di Roma. Cesare era nato mentre la città di Roma era divisa in due fazioni contrapposte: gli optimates, favorevoli al potere aristocratico, e i populares o democratici, che […]