La fine della Repubblica e la guerra civile

Giulio Cesare

l’autore della transizione del sistema repubblicano a quello imperiale.

A poco più di un anno dalla sua creazione, il Partito Democratico conclude quel programma che anche un bambino avrebbe ritenuto inutile se non dannoso. La creazione del Partito Democratico ad altro non è servita se non a dimostrare – dato che ancora ce ne è bisogno – che la democrazia al giorno d’oggi è ridotta ad inutile e dannoso populismo. Con la sua mancanza di un ideale unico, con la sua frammentazione, e con quant’altre rappresentazioni di tutto quanto di negativo ci sia nell’attuale società, il Partito Democratico ha incarnato nel suo nome la sua fine e le cause di essa.

E cosi’ siamo arrivati all’ultima fase del piano ventennale: siamo arrivati alla dittatura democratica che, con Giulio Cesare portò alla dittatura a vita, che qualcuno successivamente chiamera’ “impero”.

Nell’antica Roma, ai primi 7 famosi Re (talvolta tiranni), succedette la Repubblica che ben presto si dimostrò peggiore delle precedenti monarchie a causa delle guerre civili scatenate dalle lotte interne per la conquista del potere. Qualcuno capì l’inizio della crisi e, tra gli altri, Cesare ebbe la visione di chi pensa e per questo non fu miope. Iniziò la sua spallata alla repubblica con un programma che vide la creazione del triumvirato per poi scatenare l’ultima guerra civile e diventare il dittatore (prima per 10 anni poi a vita) di Roma.

Cesare era nato mentre la città di Roma era divisa in due fazioni contrapposte: gli optimates, favorevoli al potere aristocratico, e i populares o democratici, che sostenevano la possibilità di rivolgersi direttamente all’elettorato. Crescendo, Cesare aveva capito che il popolo era diventato plebe, una massa informe in continua ebollizione che bisognava tenere sotto controllo con giochi, elargizioni e clientelismo. Dopo 18 secoli l’Italia ha ripercorso un cammino simile, abbreviando cosi’ le tappe per via della maggior velocita nel susseguirsi degli eventi dovuta ad una piu veloce circolazione delle notizie che la tecnologia permette. Il Regno d’Italia vide avvicendarsi solo 4 Re prima del passaggio alla Repubblica e forse proprio per questo l’ultimo Re avra’ una fine meno tragica rispetto quella di Tarquinio il Superbo.

Il triumvirato che segui’ la Repubblica, durò meno della monarchia è venne sostituito da un bipolarismo. La sostituzione è avvenuta con la diminuzione del potere del terzo componente che viene limitato alla possibilita di tacere o far cadere il “governo”. Questa strada lo porterà – come già Catilina – verso un suicidio in una battaglia gia’ persa. A questo punto a Cesare non resta che annullare l’ultimo avversario e lo fece semplicemente ignorandolo e lasciandolo dissolvere.

In questi giorni quello che doveva essere il partito d’opposizione si è – come era prevedibile – autoannullato, attraverso le dimissioni del suo ideatore che in tal modo ha concluso il piano di Cesare per arrivare alla dittatura democratica. Manca poco al sentir pronunciare “il dado e’ tratto”, ed avverra’ mentre qualcuno prova la respirazione artificiale dell’unico “movimento” (non partito, il termine non gli si addice) d’opposizione, che restera’ addirittura senza eredi alla guida: la respirazione artificiale prevede che saranno valutate le candidature di personaggi. Per un tale prestigioso incarico quale quello di capo del’opposizione, le candidature dovrebbero presentare curriculum chilometrici uniti a requisiti quali l’essere conosciuto dall’elettorato, sia per il proprio pensiero, sia per l’attivita’ svolta, sia per la storia avuta. Invece con un ultimo colpo della propria caratteristica schizzofrenia – quella che fa prendere le decisioni sull’enfasi di un avvenimento – tipica del populismo ed al tempo stesso con un ultimo gesto di democrazia estrema il nuovo leader sara’ scelto tra le candidature di emeriti nessuno che hanno semplicemente risposto all’annuncio apparso nella categoria “offerte di lavoro”. Lo stesso tipo di opposizione che aveva Cesare.

Cesare è rimasto l’unico – per assurdo – a sostentere la Repubblica ed una volta varcato il Rubicone potra’ farsi eleggere dittatore, poco importa se sara’ necessaria una guerra civile bastera’ confonderla e spacciarla come “necessaria per lo Stato” cosa questa in cui Cesare e’ molto capace. Oggi, dovremmo sperare che non sia necessario il ricorso ad una guerra civile simile a quella che sconvolse Roma intorno al 50 a.C.

Ma molto probabilmente non sara’ cosi, e i mass media stanno preparando il terreno sul quale si dovra’ giocare: sara’ la giustizia? sara’ la crisi? saranno gli extracomunitari? Le trasmissioni ed i libri che fanno audience sono quelli di sesso o quelli di violenza. Per creare un audience di portata unica e’ stato necessario solamente unire queste due cose iniziando le “trasmissioni” di stupri che hanno ulteriormente allargato l’audience attingendo anche dagli anti extracomunitari. Con un pubblico preparato in questo modo è stato possibile giustificare l’introduzione della nuova “giustizia fai da te” denominata ronde.

Sara’ un caso la concomitanza della dissoluzione dell’opposizione e della creazione delle ronde? Non si sa ma fanno capire a chi non sia totalmente orbo, cosa sta per succedere. Le ronde riuniranno il bisogno di giustizia e l’ostracismo nei confronti di chi e’ diverso e saranno l’elemento che convincerà il popolo che il dittatore non governa contro il popolo, ma e’ il popolo che governa. Le ronde sono il popolo e cosi Cesare continuera a rendere confusi gli interessi dello stato e gli interessi suoi personali. Giulio Cesare era maestro in questo e lo e’ stato anche nel capire che la democrazia era macchinosa e bisognava eliminare la contrapposizione dei poteri utilizzando la scusa di snellire le procedure. Per fare questo bisognava offrire alcuni benefici alla plebe in maniera da sentirsi legittimato a richiedere certi obblighi e limitazioni della liberta, sapendo che la gente lo idolatrera’ come un padre che e’ amato e temuto al tempo stesso. Al Senato (il monocamerale) non rimarrà che riconoscere la sua autorità altrimenti verrà cancellato dalla plebe che gli si rivolterà contro. Tutti si limiteranno a godere dei benefici concessi, e sarà il trionfo del dividi e impera. Il trionfo di una popolarita basata sul carisma ottenuto esibendo la figura del vincitore (allora con le guerre, oggi con il calcio e la ricchezza) ed in parte ottenuto con la demagogia e il populismo.

La fine della Repubblica e la guerra civileultima modifica: 2009-02-21T08:16:00+01:00da fab_kl
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