40.000 bambini nelle miniere della colonia francese del Congo

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page_1_thumb_largeGeneralmente non andrebbero riprodotti articoli nei quali i bambini sono strumentalizzati dalle Nazioni Unite per direzionare opinioni utili agli scopi di chi deve guadagnare sempre di più. Provo a fare un’eccezione, tenendo ben presente che anche questo argomento è influenzato dalla propaganda che – invece di spingere per limitare i consumi di inutili batterie – spinge ognuno verso il buonismo e fa sorgere nei CONSUMATORI LA NECESSITA’ DI LAVARSI LA COSCIENZA .

Secondo le ultime stime dell’Unicef sono circa 40.000 i ragazzi e le ragazze minorenni impegnati nelle miniere del sud della Repubblica democratica del Congo. Molti di loro lavorano nelle miniere di cobalto, prezioso minerale utilizzato per la produzione di batterie ricaricabili utilizzate per i nostri cellulari, tablet, computer e altri dispositivi elettronici.

I bambini – ovviamente – lavorano come gli adulti nelle loro stesse condizioni estreme, alcuni di loro più di dodici ore al giorno, senza alcuna protezione e percependo salari da fame. Si ammalano prima e più dei loro coetanei occidentali. Rischiano ogni giorno incidenti sul lavoro a causa di carichi troppo pesanti fino alla morte a causa dei frequenti crolli nelle grotte artigianali. Spesso sono picchiati e maltrattati dalle guardie della sicurezza se oltrepassano i confini della miniera. I più fortunati di loro lavorano dopo aver frequentato la scuola, altri hanno per necessità abbandonato i libri. I bambini che vanno a scuola lavorano dopo l’orario delle lezioni, durate il fine settimana e le festività. Altri bambini hanno invece dovuto abbandonare la scuola, dal momento che i loro genitori non hanno un impiego formale e non possono permettersi le tasse scolastiche. La maggior parte dei bambini dichiara di guadagnare tra 1.000-2.000 franchi congolesi al giorno (1-2 euro). I bambini che hanno raccolto, ordinato, lavato, frantumato e trasportato minerali vengono pagati per ogni sacco di minerali dai commercianti. Non hanno modo di verificare indipendentemente il peso dei sacchi o il grado del minerale e, quindi, devono accettare ciò che gli operatori pagano.

Alla fine, raccontare una situazione simile non farà certo smettere i consumatori di utilizzare batterie nei tablet e telefonini ultra avidi di elettricità, anzi scaricheranno su altri le colpe di mancati controlli, avidità di profitti ecc.

Le ONG si prestano in maniera ottimale a queste campagne prodigandosi per creare raccolte firme (dalle quali estrarre indirizzi email di persone sensibili a certi discorsi per poi ricontattarle e chiedere SMS da 2 euro l’uno) e farsi pubblicità guardandosi però bene dal richiedere “blocco delle importazioni di cobalto o tassazione delle batterie dei telefonini”, come si guardano bene dal proporre SANZIONI verso la Francia (Paese che ha il privilegio coloniale di essere il primo acquirente delle risorse del paese) o i produttori di telefonini.

40.000 bambini nelle miniere della colonia francese del Congoultima modifica: 2018-10-08T11:55:22+02:00da fab_kl
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