Come nasce la voglia di cambiare sesso

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Le modalità con cui l’uomo del ventunesimo secolo prova intima sofferenza e tedio e assenza di vitalità sono da ricollegare al contesto che lo circonda, e più nel dettaglio, alle migliaia di stimoli, influssi, condizionamenti, pulsioni che grazie al consumismo lo bombardano quotidianamente nell’interezza della sua esistenza.
Le persone hanno tutto, e tutto continuano a desiderare, a ricercare. È una tendenza maldestra e improduttiva per l’accrescimento personale, poiché arreca unicamente insoddisfazione. L’individuo insoddisfatto protrae la sua insoddisfazione al di fuori di sé, la fa circolare come fosse un bene comune, come fosse l’acqua e il pane, beni ordinari di prima necessità. X paga per l’oggetto Y spinto da un senso di incompletezza, a causa della triste smania di salvaguardare il suo umore traballante in forza di qualcosa che lo possa appagare nell’immediato. E il consumismo altro non fa che alimentare spropositatamente questo circolo vizioso.
Ad alcuni di loro – senza escludere la categoria dei bambini, fin da piccoli bombardati degli stessi stimoli ricevuti dagli adulti – l’insoddisfazione si scarica sul sesso e l’insoddisfazione prende diverse strade: sempre più spesso si verificano fenomeni di adulti e bambini che ritengono di essere insoddisfatti del loro sesso biologico e non poter convivere con esso. Un sentimento simile sia a quello di chi non riesce a vivere la propria vita meditando il suicidio , sia a quello di chi non sopporta il proprio colore o taglio di capelli e ddecide di cambiarlo. La leggerezza con la quale si arriva alle conclusioni è la stessa, e questo deve farci meditare.
L’uomo occidentale, a differenza di quello orientale – tendente alla spiritualità e al minimalismo della vita – è al pari di un essere sovrappeso che persiste a inghiottire cibo spazzatura ben consapevole di nuocere alla sua salute. Ma il paradosso sta nel fatto che, a ogni specchiata, l’obeso, con lo sguardo triste e rassegnato, contempla gli spessi e flaccidi rotoli di grasso che si addossano l’uno sull’altro tragicamente. Si riveste, si affaccia alla dispensa e ricomincia a mangiare con più frenesia di prima, annegando la sua frustrazione nel cibo.
L’insoddisfazione: uno stato d’animo indecifrabile, una sorta di limbo catatonico agglomerato nello sterno a cui non si è in grado di conferire un’esatta definizione.
C’è quel qualcosa, non ha un nome, eppure è, lo respiriamo, lo inghiottiamo assieme al cibo e non lo digeriamo; è un sentimento microscopico, un flusso intangibile, invisibile, di materia vergine, molecole distinte che riflettono l’unicità e l’autenticità. È come un dolore sordo, temperato, che consuma a poco a poco, di lieve impatto nel breve periodo, una fibra di amianto nel tessuto spugnoso dei polmoni che attende, silenziosa.
Ci si sente insignificanti esseri ameboidi dagli occhi vitrei, incapaci di confondersi con la realtà e divenirne parte attiva. Viene difficile, insomma, sentirsi vivi. Si sta lentamente sgretolando l’interesse a infiammare la vita propria, a illuminarla di luce e vanità, a correggerla di amor proprio. E si scarica tutta la colpa su quello che piano piano ci hanno fatto risuonare nel cervello, che di rimbalzo arriva sempre a colpire le nostre orecchie e sotto sotto arriva al cervello coperto da altri suoni che non lo rendo percepibile.
Ma il messaggio è il solito: “guarda le donne come sono belle e come tutti le vogliono” oppure “guarda i maschi come sono avvantaggiati e che bella vita fanno”.
Nelle persone con alti livelli di insoddisfazione questi messaggi riecheggiano per lungo all’interno delle menti di persone, rafforzandosi e nutrendosi di ogni stimolo insoddisfatto. Gradualmente riescono a conquistarsi una posizione ed assumere importanza tale da venir identificati come causa di insoddisfazione primaria. Ecco quindi che le persone “si sentono” dell’altro sesso sperando in tal modo di risolvere la loro insoddisfazione. A questo punto le case armaceutiche entrano in gioco e propongono droghe sintetiche ( di fatto ormoni come la serotonina ) capaci di stimolare piacere e soddisfazione ed al tempo stesso far assumere un minimo di sembianze del sesso cui non si apparteneva. A questo punto la gratificazione ricevuta non viene attribuita a agli ormoni bensi all’appartenere all’altro sesso e proprio in questo senso si rafforza giornalmente.
Ecco, se questo riguardo un maggiorenne, la circonvenzione può darmi fastidio ma non più di tanto. Quello che ritengo insopportabile è quando la circonvenzione riguarda bambini minorenni e per questo motivo incapaci di decidere anche della propria vita, ma che vengono supportati in questo da medici che li ritengono capaci di intendere e di volere.
Come nasce la voglia di cambiare sessoultima modifica: 2021-05-19T16:26:39+02:00da fab_kl
Post Categories: #Belpensiero Buonista, #CONSUMISMO NUOVA RELIGIONE