Scelte minori = piu soddisfazione

Lo ritroviamo pari pari nel nuovo modo di educare i bambini e quindi di mostrar loro la vita. Nel passato un bambino sceglieva ad esempio un solo regalo a Natale, differentemente dall’infinita lista di desideri di oggi (una lista di nozze impallidirebbe al riguardo). Sceglieva sapendo che una volta fatta la scelta, c’era qualcosa a cui rinunciava. Optava quindi per quello che voleva di più e da più da tempo; oggi vuole quello e quell’altro, conscio che probabilmente riceverà entrambi.
Un bambino nella nostra società non fa nemmeno più delle scelte, viene anticipato addirittura nei suoi desideri, non deve nemmeno chiedere, nè sforzarsi di fare più di tanto capricci; ha un esercito di nonne, zii, cugini, vicini, colleghi di lavoro dei genitori, amici-zii, genitori che lo ingozzano di desideri esauditi. E in mezzo a questa grande abbuffata il suo desiderio non solo scema, ma perde di intensità. Si abitua, cosa peggiore, a pretendere di poter avere sempre tutto, ignaro completamente di alcuni concetti basici dell’essere al mondo: rinuncia, sacrificio, attesa. Anzi proprio a causa delle “rinunce ” e dei “sacrifici” dei genitori, che tanto li rinfacciano e che poi per paradosso usano come motivo per ingozzarlo, lui ha perso la facoltà di decidere. Quando si ritrova costretto a farlo si sente perso; non ha costruito punti di riferimento interni, mentre quelli esterni sono effimeri ed eccessivi.
Il travaso dal mondo dei giocattoli a quello della sessualità è la logica continuazione di una pedagogia che giunge ad affrontare i temi dell’adolescenza dopo aver seppellito quelli del bambino.
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