Democrazia dei consumatori

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STOP CONSUMISMOIl consumismo viene inteso come l’incremento di attenzione ed interesse verso l’aumento delle opportunità di consumo (cioè la continua crescita delle opportunità di consumo, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo); quando molte delle caratteristiche dell’esistenza e dello stesso benessere di uno Stato vengono misurate attraverso gli standard di consumo significa che  questa corsa all’acquisizione diventi obiettivo, orientamento-cardine dell’esistenza: ciò avviene nelle società cosiddette occidentali.
Viviamo in una società che persegue l’uguaglianza consumistica di tutti i cittadini, uguaglianza in quanto tutti i membri devono godere di uguali standard e opportunità di consumo. E’ un’uguaglianza teorica, di opportunità di accesso, e non di risultati, che cerca di far sì che tutti possano avere un accesso agli standard di consumo; quindi tutti devono avere un’autonomia, una libertà di scelta.
Devono essere standard universalmente noti, cioè conosciuti e desiderati dall’intera collettività: si ha l’obiettivo di perseguire forme di sociabilità, di aggregazione connesse alla personificazione dei beni materiali, con questi che assumono una loro identità in relazione alle dinamiche di marca, consentendo alle diverse opportunità di consumo di costituire base per l’aggregazione (brand community), cioè di gruppi che si vanno a consolidare attorno ad un marchio, attorno ad un prodotto. Vi sono sono poi quei beni che assicurano alla persona la piena integrazione in una collettività; cambiano a seconda dei momenti storici, ma costituiscono sempre una meta a cui tendere. Non è il possesso del singolo oggetto che mi fa sentire incluso, ma il possesso, l’accesso ad una pluralità di beni che mi permette di essere perfettamente incluso in un determinato modello socio-culturale.
I consumatori sono uno sciame, l’idea di sciame sottolinea anche l’inquietudine dei consumatori, la loro perenne insoddisfazione; infatti le persone non riescono a raggiungere mai la piena soddisfazione, perché sempre sollecitate al miglioramento (ad esempio, noto altri consumatori con migliori possibilità di consumo).
Questa idea classica di democrazia dei consumi riporta all’idea dello stile di vita americano, e alla sua diffusione su scala planetaria; infatti in questo modello il miglioramento delle opportunità di consumo è una delle condizioni che supporta la democrazia politica (si parla di consumo come potere dolce, in quanto consente di radicare nelle persone l’idea di democrazia).
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Vi è inoltre una seconda accezione, emergente, che focalizza invece l’attenzione su due processi complementari: parla di democrazia dei consumatori in riferimento all’impegno nell’utilizzare il consumo come meccanismo in grado di dar risposta ai problemi del nostro tempo; non si punta più a perseguire l’uguaglianza fra le persone, ma l’idea è che il consumo possa costituire uno strumento attraverso il quale dare risposta ai problemi del nostro tempo, e affrontare in particolare le esternalità negative del capitalismo e i fallimenti di mercato.
Il consumo diventa così una forma di aggregazione non legata al brand ma alla rapida diffusione di galassie di merci particolari che hanno a che fare con una serie di problemi in precedenza non contemplati nelle dinamiche di consumo: hanno a che fare con la sfera dell’ambiente, con il rispetto della dignità umana, con la riduzione del divario Nord-Sud e con il welfare degli animali.
Sono merci alternative a quelle a cui ci ha abituato il capitalismo.

Queste galassie di merci particolari serve a far sfogare i consumatori più sensibili ed evitare che arrivino a criticare i modelli di sviluppo del capitalismo liberale.

E’ giunto il momento di comprendere che la società dei consumi gioca un ruolo decisivo nell’infelicità umana e che il consumismo porta inevitabilmente al collasso.
Sorge spontanea una domanda: cosa ha provocato nell’uomo questa necessità cronica di acquistare continuamente sempre più cose, realizzate appositamente per durare poco e per passare di moda in breve tempo?
Siamo stati e siamo ( oggi meno di ieri solo perché i salari sono bassi) dei consumatori infelici e poche sono state le voci ribelli a questo sistema. Alexis de Tocqueville, nel 1835, aveva profetizzato una subdola dittatura che avrebbe dominato il mondo:«Se cerco d’immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla di innumerevoli uomini uguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri».

Che le masse siano facilmente manipolabili non è affatto una recente scoperta. Basta studiare la storia per rendersi conto di quanto sia semplice controllarle anche in periodi di non belligeranza e di democrazia.
Chiediamoci invece cosa sia il consumismo e in che modo si sia impossessato della nostra vita.



il consumismo è un comportamento volto ad aumentare l’acquisizione di beni di consumo individuale molto al di là dei bisogni primari dei fruitori. Tale fenomeno non ha origini molto antiche: in passato contrassegnava solo una parte dei ceti sociali. Già alla fine dell’Ottocento, Thorstein Bunde Veblen, noto economista e sociologo statunitense, aveva individuato nei ceti ricchi la tendenza ad accumulare beni di consumo “appariscenti” acquistati non in funzione del loro intrinseco valore, ma con lo scopo di esibire la facoltosità del proprietario.
Con il passare del tempo questo tipo di consumismo è andato ad estendersi anche al ceto medio e ad una parte delle classi popolari: un prodotto costoso viene usato come strumento finalizzato ad alludere ad una reale o presunta superiorità economica e sociale. L’avvento della televisione e di altri mezzi di comunicazione di massa hanno completato l’opera manipolativa. Cresce in modo elevato il numero di persone di qualsiasi ceto sociale che intravede nello sviluppo dei propri consumi non solo un mezzo per impossessarsi di status symbols, quanto soprattutto una finalità da rincorrere PER TUTTA LA VITA nel convincimento, attuato in maniera più o meno subdola dai mass media, che certi beni superflui siano necessari. Siamo veramente caduti in basso nel seguire bovinamente un consumismo che di certo non ha migliorato la nostra vita, visto l’aumento delle ore di lavoro, dello stress, della depressione e del consumo di psicofarmaci.

Democrazia dei consumatoriultima modifica: 2018-10-10T16:43:18+02:00da fab_kl
Post Categories: #CONSUMISMO NUOVA RELIGIONE, #Democrazia Baggata, #Direzionamenti