La pesante cultura consumistica

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indexIl ruolo della scuola nella creazione dei consumatori del domani è ormai a tutto campo.

L’opera della scuola nella creazione della nuova generazione di consumatori non si limita all’indirizzamento del programma didattico – che in ogni paese deve recepire le direttive della potentissima commissione ONU per lo sviluppo sociale, facente capo al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite – mirante a cancellare ogni appartenenza culturale e sociale nelle nuove generazioni attraverso la graduale rimozione di Geografia e Storia, nel pieno rispetto del principio di “copiare l’ignoranza statunitense”.

Forse chi non ha i figli a scuola elementare non è a conoscenza del fatto che i nuovi programmi scolastici prevedono che la geografia NON insegni le suddivisioni del mondo in nazioni, regioni, provincie e comuni ma si limiti a riportare il paesaggio e descrivere i possibili disastri ambientali (?!?) : colline, laghi, fiumi….. in maniera da poter essere preparati per quando vedremo il prossimo film-tragedia prodotto da hollywood ma sopratutto per poter giungere anche noi allo stesso grado di ignoranza degli statunitensi, dove la maggioranza della popolazione non è in grado di elencare gli stati che formano gli USA per non parlare delle loro capitali.

Analogo discorso vale per la storia: L’insegnamento di questa materia appare evidentemente teso a scoraggiare fin da piccoli qualsiasi attrazione per gli eventi storici evitando cosi di mettere in discussione ciò che viene raccontato dai media dell’informazione e da hollywood ed inoltre evitando di stabilire diversità tra popoli con differenti culture che affondano le loro radici in millenarie evoluzioni storie fatte anche di conflitti e di conquiste. Una sterilizzazione delle giovani menti che immaginiamo all’età di 8 anni trascorrere tutto l’anno a sentir parlare della preistoria, dell’australopiteco dei fossili ….per poi passare in quarta elementare a studiare per tutto l’anno egizi e greci e solo alla fine della quinta elementare, un piccolo spazio sarà dedicato a ROMA e al suo impero (nonostante in molte parti d’italia si possano scorgere testimonianze di questo periodo).

Si tratta di una sistematica decostruzione–distruzione dell’istruzione pubblica, che andrebbe sì profondamente riformata, ma non deformata o demolita. Il problema è che per lo più non riusciamo a vedere come questi provvedimenti (e tanti altri già prima) rispondano ad una logica comune: cioè ad una economicizzazione neoliberista della scuola pubblica attuata travestendola da emancipazione del fanciullo e compagnia varia. Del resto per il neoliberismo “lo scambio di mercato è un’etica in sé, capace di fungere da guida di tutte le azioni umane e di sostituire tutte le convinzioni etiche coltivate in precedenza” (Treanor) .

La scuola italiana fin dall’antichità ha prodotto i migliori artisti e scienziati dell’umanità ed ancora oggi se registriamo il fenomeno della “fuga di cervelli” sta a significare che la scuola crea talenti superiori a quelli che sono creati nelle regioni dove questi emigrano. Ciò nonostante le loro scuole (anglo americani) siano blasonatissime e spesso costosissime. Purtroppo questo loro “blasone” che si sono creati e che utilizzano per la promozione mondiale della cultura angloamericana (compreso il sistema liberale) ha contagiato anche le alte sfere italiane che, nel solito delirio nazionalmasochista, ha deciso di scodinzolare dietro sistemi scolastici che producono grandi quantità di ignoranti ma proprio per questo facilmente convincibili e quindi ottimi consumatori. Abbiamo quindi immediatamente adottato i lro sistemi e le loro filosofie di insegnamento in maniera da poter essere al passo con l’ignoranza.

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Tornando ai programmi, viene da chiedersi come mai la riduzione/diluizione di programmi didattici, STRANAMENTE non ha determinato una riduzione dei libri e del materiale richiesto dai professori che i bambini delle elementari devono giornalmente trasportare sulle loro spalle. I bambini infatti, subiscono e si abituano, dato che non sono in grado di contestare autonomamente ed i genitori sono in gran parte favorevoli e disposti ad aiutarli giornalmente pensndo così di aiutarli a costruire il loro futuro. D’altra parte ormai l’abilità di essere genitore e si pensa di crescere bene un bambino comprando tutto il possibile e sommergendolo di integratori, sport, telefonini e videogames.

Come si spiega, quindi, che gli zaini dei bambini delle elementari (ma anche delle medie) siano cresciuti arrivando a pesare 20 kg e anche più quando – ricordiamolo –  la normativa UE vieta ai lavoratori, che sono adulti grandi e grossi, di spostare pesi di più di 25 chilogrammi? Le ONG a difesa dei bambini non si muovo assolutamente per evitare questa “tortura quotidiana” alla quale i bambini devono – per legge, sia pur indirettamente – essere sottoposti. Le rare iniziative sono dovute a privati (https://www.scuolasenzazaino.org/) e direttori scolastici coscienziosi che si assumono responsabilità. Ma nessuna di queste iniziative ha evitato che, puntualmente ogni anno, il problema tornasse nel dimenticatoio nel giro di pochi giorni dall’apertura delle scuole. Che ci sia dietro un ben preciso disegno “complottista”? O semplicemente questa è una delle tante tessere che compongono il grande mosaico del consumatore del domani ed il fine didattico è quello di abituare fin da piccoli a lavorare come somari?

A pensarci bene, qualche decina di anni fa i bambini la parola ASINO si utilizzava per definire chi non apprendeva in maniera simile agli altri. Oggi grazie alle riforme che hanno abbassato il livello delle scuole non ci sono più alunni asini nel senso che “ignorano” ma ci sono asini “per la loro attività di trasporto giornaliera. Un bel passo avanti ……

Come bloccare l’evoluzione di una societa’

La pesante cultura consumisticaultima modifica: 2018-10-19T16:16:11+02:00da fab_kl
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