Fermiamo l’attrazione di investimenti esteri

#Inquinare, consumare #energia che non abbiamo e materie prime da importare, importare #manodopera che non abbiamo, pagare #infrastrutture e pagare #sanità, #scuola, #casa, #giustizia, ecc ad operai venuti dall’estero che rimanderanno i loro guadagni all’estero. Continuare a creare posti di lavoro, i cui profitti vanno nelle tasche estere è come creare gli #SCHIAVI LEGALIZZATI. Le persone, negli ultimi decenni, sono state convinte a cercare di lavorare sempre più. Allo stesso modo, governi e popoli sono stati convinti a creare sempre più posti di lavoro. Ciò è avvenuto trascurando la realtà che l’Italia non possiede materie prime, né energia, né manodopera. Oggi, le #fabbriche hanno il 70% di personale straniero. Chiediamoci: Non aiuteremmo di più queste persone mettendo le fabbriche nei loro paesi e portando in Italia i profitti netti. A chi dice che ciò sarebbe dannoso per l’economia e tutto crollerebbe bisogna ricordare come vivono nazioni quali: San Marino, Montecarlo, Vaticano, Lussemburgo, Liechtenstein, Andorra, ma anche Svizzera, Olanda, ….. Per un cambiamento radicale che porti l’Italia a dominare il mondo grazie al suo ingengo e alle sue capacità, Dobbiamo attrarre società finanziarie e non manifatturiere. BISOGNA CAMBIARE IL CONCETTO DI ECONOMIA CHE GLI #USA CI HANNO CONVINTO AD ADOTTARE. Attrazione Investimenti Esteri

Consumismo e lavoro
consumismo

….poi inizio il consumismo che rendeva necessario andare a lavorare sempre.di più grazie allinsoddisfazione della gente che doveva crescere in continuazione. Portata al massimo, l’insoddisfazione travolse anche quesgli ideali che avevano creato il benessere e la tranquillità mettendo a decidere persone che rappresentavano la gran quantità di stupidi presente nel paese che si aggiunsero ai ladri votati dalla gran quantità di ladri nel paese. Gli stupidi non sapevano cosa fare e saltavano da una parte all’altra con il solo scopo di demolire ma senza alcuna idea di come costruire si fecero consigliare non da gente esperta (quindi vecchia)a dai nuovi visionari del mondo che con il loro piffero suonavano canzoni di lucignolo che parlavano di un paese dei balocchi dove è sempre festa. Il pifferaio era stato istruito dai ladri ben più esperti, furbi e lungimiranti e così Pinocchio e Lucignolo si ritrovarono trasformati in somari a lavorare più di prima. Conclusione: la democrazia è il trionfo degli stupidi che voteranno sempre i loro simili anche perché non possiedono la capacità di riconoscere chi ne sa più di loro. Una società migliora con la democrazia solo se piu della metà sono brave persone: oggi la vedo difficile…..

Il lavoro va contro l’istinto
Voglio la stessa droga che faceva fischiare e cantare i sette nani andando al lavoro

La Festa dei Lavoratori è un inganno ideologico, dovremmo rivendicare il diritto all’ozio. La Treccani così definisce ozio: «in genere, astensione dall’attività, dalle occupazioni utili, per un periodo più o meno lungo o anche abitualmente, per indole pigra o indolente». Definizione tutta moderna, pregna di utilitarismo materialista. Ma non è stato sempre così… «I Greci nell’epoca del loro splendore non avevano che disprezzo per il lavoro, solo agli schiavi era permesso di lavorare: l’uomo libero conosceva esclusivamente gli esercizi ginnici e i giochi dello spirito. Era questa l’epoca in cui si viveva e si respirava in mezzo a un popolo di Aristoteli, di Fidia, di Aristofani […]. I filosofi dell’antichità insegnavano il disprezzo per il lavoro, degradazione dell’uomo libero; i poeti cantavano l’ozio, dono degli dèi» (Virgilio, Bucoliche). Cenni storici Greci e Romani Presso gli antichi greci vi era dunque un’accezione positiva dell’ozio, inteso come il tempo che aristocratici e filosofi dedicavano alle attività più alte dello spirito. Nella «polis fondata secondo natura» – la Repubblica di Platone – il corpo sociale è diviso in tre gruppi funzionali, dei quali solo il più basso è destinato al lavoro: la «piccolissima stirpe» degli archontes, detentori della sophia, cui spetta il governo della città; coloro che detengono la «funzione guerriera» perché la loro qualità è il coraggio; i lavoratori, la cui «temperanza» determina l’accettazione della propria condizione di governati come legittima e funzionale all’interesse collettivo. È bene ricordare che le tre parti della città, in Platone, non assumono il carattere di caste […]

Siamo la prima generazione dove i genitori fanno quello che dicono i figli e non il contrario
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Consumismo economia dell’eccesso

Il consumismo, oltre a essere un’economia dell’eccesso e dello spreco, è anche un’economia dell’illusione. Esso fa leva sulla irrazionalità dei consumatori, non sulle loro previsioni informate e disincantate; punta a suscitare emozioni consumistiche, non a sviluppare la ragione. Grazie al suo braccio destro – la pubblicità – non solo riesce a definire gli stili di vita cui ambire ma stabilisce gli argini della LEGALITA’ a prescindere dalle leggi A molti sarà capitato di avere dubbi sulla liceità nel fare cose non pubblicizzate e subire una strana sensazione come di fare qualcosa di illegale, solo perchè si sta facendo qualcosa che gli altri non fanno.

la Delocalizzazione non deve essere un tabù

Bisogna sconfiggere il tabù della #delocalizzazione che ci hanno inculcato per convincerci a #lavorare sempre più, senza ribellarci. Nemmeno la peggior #schiavitù aveva raggiunto i limiti oggi raggiunti dalla popolazione vogliosissima di #lavorare per soddisfare avidità sempre crescenti. Continuare a creare più posti di #lavoro per una popolazione che è sempre meno numerosa è il massimo dei controsensi. Se aumentano i posti di lavoro, dobbiamo importare più #energia, materie prime e #manodopera. In cambio nel nostro paese resteranno #inquinamento e #scarti industriali, mentre i #profitti voleranno all’estero nelle tasche degli #investitori ben al riparo da #imposte e #tasse. “Si, ma molta gente riceverà uno #stipendio e potrà mangiare, altrimenti sarebbe morta di fame” diranno i lobotomizzati dall’#economia ripetuta nelle #università e dai media. In realtà, facendo un #paragone su più bassa scala, quegli stipendi svolgono il ruolo dei punti che la massaia riceve al supermercato e grazie ai quali invoglieranno ad acquistare sempre più, per poi gratificarti con un oggetto inutile, per avere il quale dovrai anche aggiungere dei soldi (solitamente pari al costo dell’oggetto). Nessuno, nell’informazione o nella politica o nell’istruzione, propone di quantificare i costi che lo stato deve sostenere per la #manodopera importata da altri paesi, e per la quale dovrà fornire: #scuola, #sanità, #casa e #pensioni ma anche #strade, #immondizia, #tribunali, #polizia, ma sopratutto pensioni che continueremo a pagare anche a persone che spesso sono tornate nel loro paese di origine, e l’assurdo è che ci ripetono che sono loro che pagheranno le nostre pensioni mentre […]

Consumismo e salto generazionale

“Un anno prima di diventare papa, Benedetto XVI parlò di ‘odio di sé dell’Occidente strano e patologico’. È da questa frase che si dovrebbe partire per provare a comprendere la furia iconoclasta, l’odio verso i padri e la voglia di cancellazione della nostra Storia che si sono impadroniti delle società occidentali”. Tutto si spiega con una parola:#consumismo. Il consumismo non è solo quello delle merci ma – dopo anni e anni di martellamento mediatico incessante – è ormai diventato un modo di vivere, modo di pensare, di relazionarsi e di organizzare la propria vita. Fino ad arrivare ad odiare se stessi non solo se non si hanno le griffe alla moda ma anche se si pensa in maniera analoga a quella di anni fa o come i propri genitori. È il consumismo che ha esasperato il salto generazionale.

Viviamo in un epoca dove quello che non abbiamo riesce a rovinare quello che abbiamo.
dia conta el consumismo

Viviamo in un epoca dove quello che non abbiamo riesce a rovinare quello che abbiamo: Si chiama #consumismo.

L’economia che gira
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Cercano di farti spendere i pochi soldi che hai dicendoti che così fai girare l’economia. Se cosi fosse: perchè non convincete i miliardari a spendere tutti i loro patrimoni? E’ piu facile convincere poche persone che convincerne molte.  

NON RIPETIAMO L’ERRORE DEL 2008.
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Nel 2008 le banche hanno ricevuto molti miliardi di aiuti a fondo perduto dallo Stato e ciò ha permesso alle banche stesse di non fallire e superare la crisi. Accertato questo, non sarebbe corretto e leale se oggi le #banche restituissero il favore aiutando le imprese e le persone in crisi? Troppo comodo ingurgitare aiuti di stato e, quando le cose vanno bene, richiamarsi al liberismo. Per un governo forte sarebbe facile fare pressioni sul settore finanziario ed obbligare – ad esempio – a concedere crediti in maniera più elastica e con interessi minori. D’altra parte lo spettro potrebbe anche essere quello che, se per via della crisi i risparmiatori ritireranno i loro risparmi, le banche non avranno liquidità sufficiente e per loro sarà il fallimento. C’è da chiedersi: PERCHE NESSUN POLITICO si sogna di fare proposte simili? Ed anche: perchè il debito pubblico e lo spread non fanno piu paura? I tagli alla spesa pubblica degli ultimi anni tesi a ridurre di qualche milione di euro il rapporto debito/PIL, diventano polvere se confrontati con i 90 MILIARDI di ulteriore debito che verrebbero sottoscritti con il recovery fund (in realtà next generation) e che rappresentano un aumento del 7% del debito pubblico, in un momento in cui il PIL sta decrescendo e quindi il rapporto debito/PIL esploderebbe. L’errore di base è stato quello che a suo tempo gli aiuti di stato alle banche sono stati concessi a fondo perduto e NON in conto capitale, come avrebbero dovuto essere. In conto […]

La Crescita? Una cosa da bambini
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La Crescita? È UNA COSA DA BAMBINI ….. Molti ben ricorderanno come, quando si era bambini, non si vedeva l’ora di crescere. L’aspettativa era che crescendo, tutti i problemi si sarebbero risolti come per miracolo ed al tempo stesso si sarebbero potute fare cose prima impossibili. La crescita era uno degli obiettivi primari che in alcuni casi arrivava ad ossessionare l’esistenza di alcuni come accadeva a coloro che, ad esempio, che non crescevano in altezza quanto gli altri. Quante volte ci siamo ritrovati a misurare la nostra altezza, e confrontarla con quella dei compagni di classe, creando classifiche da utilizzare in ogni ambito. E quanto ci sentivamo grandi quando eravamo più alti di un amico che aveva un anno in più!! Il miglior complimento che ci potevano fare parenti e amici, era quello di dirci “ma quanto sei cresciuto…. Come sei diventato grande….”. Eravamo disposti a mangiare qualunque cosa “perché fa crescere”. Da bambini il tempo sembra trascorrere molto lentamente e si vorrebbe che scorresse più velocemente, impazienti di crescere ed essere sempre più grandi. Non c’è niente di strano in questo è successo a tutti ed in tutte le epoche Poi ad una certa età – chi prima chi dopo – ci si accorge di non crescere più: ce ne accorgiamo quando, nonostante il tempo continui a passare, i vestiti ci vanno ancora bene. (*) Da quel momento la concezione del tempo cambia ed è un fattore fondamentale del carattere e della personalità. Da quel momento, più passa il […]

La pesante cultura consumistica
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Il ruolo della scuola nella creazione dei consumatori del domani è ormai a tutto campo. L’opera della scuola nella creazione della nuova generazione di consumatori non si limita all’indirizzamento del programma didattico – che in ogni paese deve recepire le direttive della potentissima commissione ONU per lo sviluppo sociale, facente capo al Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite – mirante a cancellare ogni appartenenza culturale e sociale nelle nuove generazioni attraverso la graduale rimozione di Geografia e Storia, nel pieno rispetto del principio di “copiare l’ignoranza statunitense”. Forse chi non ha i figli a scuola elementare non è a conoscenza del fatto che i nuovi programmi scolastici prevedono che la geografia NON insegni le suddivisioni del mondo in nazioni, regioni, provincie e comuni ma si limiti a riportare il paesaggio e descrivere i possibili disastri ambientali (?!?) : colline, laghi, fiumi….. in maniera da poter essere preparati per quando vedremo il prossimo film-tragedia prodotto da hollywood ma sopratutto per poter giungere anche noi allo stesso grado di ignoranza degli statunitensi, dove la maggioranza della popolazione non è in grado di elencare gli stati che formano gli USA per non parlare delle loro capitali. Analogo discorso vale per la storia: L’insegnamento di questa materia appare evidentemente teso a scoraggiare fin da piccoli qualsiasi attrazione per gli eventi storici evitando cosi di mettere in discussione ciò che viene raccontato dai media dell’informazione e da hollywood ed inoltre evitando di stabilire diversità tra popoli con differenti culture che affondano le loro radici […]

Libertà = Non essere avido
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Non essere avido è la più grande forma di libertà perchè mi permette di dire ciò che voglio e non dover sottostare a nessuno. Ma anche l’anonimato o il nome fasullo è una gran bella tutela per poter dire quello che si vuole. Quando la libertà di parola e di espressione diventa libera di offendere, la società è molto più che matura per la democrazia: è marcia. Molti paesi (ai quali vogliamo imporre la democrazia) NON sono maturi per la democrazia. Così come non lo eravamo noi a suo tempo. Poi siamo maturati, siamo passato dall’essere verde scuro al verde chiaro, al giallo ed al rosso. Ormai stiamo incominciando a diventare marroni….  

Non comprare

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3 aiutini per l’economia

1 – Acquisto o rimborso dei CCT e BTP emessi anni or sono e sui quali il tesoro paga anche il 13% di interessi. 2 – Contributi versati alle banche a condizione che siano in conto capitale con idonea ricapitalizzazione 3 – Statalizzazione del traffico delle droghe leggere ed introitazione dei proventi

La crescitofobia
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Parallelamente alla diffusione del concetto di democrazia, in quest’ultimo secolo si è diffuso anche un concetto che “va a braccetto” con quello di democrazia: il consumismo. I due concetti vanno talmente d’accordo che non si capisce quale dei due sostenga l’altro. Entrambi, al giorno d’oggi risultano praticamente inattaccabili e sono giunti a a questo cavalcando un concetto che crea facili consensi: “la crescita economica” “…..Il mondo è cresciuto molto negli ultimi sessant’anni, anzi si è ammalato di crescita. La crescita è addirittura diventata una mania, l’unico modo per misurare il benessere, un modo facile da confrontare, che si vede bene anche nei grafici: quando sale tutto va bene, altrimenti tutto va male. Per far salire il PIL (il metro della crescita) e quindi crescere economicamente, basta includere nel conto qualsiasi voce: posso fare una rapina e comprare delle case, posso tagliare e vendere droga, posso costruire o comprare e vendere armi, posso creare e vendere “titoli tossici”, comunque, se faccio girare denaro contribuisco alla crescita.  Tutto aiuta, come le guerre, la corruzione, la criminalità. È una somma di voci, una addizione e pertanto non fa discriminazioni. Tutti, politici, finanzieri, economisti oggi ci spiegano che se non avremo crescita la crisi economica si aggraverà e si perderanno altri posti di lavoro:  questo perché lo stabilisce (secondo loro) una formula aritmetica. Si innescherà quindi la spirale della recessione. A nessuno conviene controllare se i fattori della formula sono giusti. Se si rivelasse che la popolazione mondiale potrebbe continuare a mantenere lo stesso […]

La rincorsa alla crescita economica
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Dopo aver scalzato tutti i sistemi economici concorrenti grazie – fondamentalmente – al perfetto utilizzo dei mass media, il sistema consumistico si avvia ad ammantare il globo intero. La spinta verso l’espansione al mondo intero di questo sistema non e’ voluta per far si che anche gli altri stati e le altre popolazioni stiano meglio e diffondere “la lieta novella” bensi e’ dovuta alle lacune intrinseche al sistema stesso che rendono assolutamente necessaria l’espansione verso altri popoli o paesi affinche’ questi portino nuova ricchezza nel sistema anche sotto forma di forza lavoro. Il sistema consumistico-keynesiano impone, tra le altre cose, che uno stato debba avere una economia in crescita continua per non cadere nella cosiddetta “recessione”. La crescita e’ direttamente e necessariamente collegata ai consumi dato che produrre senza che qualcuno compri e’ una perdita. Ma si puo’ comprare solo se si ha disponibilita’ economica che secondo il sistema stesso, si ha solo se vi e’ una crescita economica e dei consumi. Come dire: IL GATTO CHE SI MORDE LA CODA. Appare evidente che se non ci sono soldi non si consuma, quindi non si produce, quindi non circolano soldi ed il sistema ingrana la retromarcia implodendo e crollando. ANCHE le leggi economiche che definiscono l’inflazione dicono che aumentando la velocita’ di circolazione della moneta questa perde di valore. questo si e’ verificato fino ad oggi arrivando alla inconvertibilita’ della moneta. Per ovviare al fatto che non vi siano piu’ persone che consumano (per mancanza di soldi) e quindi scenda […]