L’individualità e la psicologia delle emozioni

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Anni e anni di traffico di Roma mi hanno fatto maturare l’idea che nel traffico automobilistico si può individuare la dimostrazione inequivocabile di come (e quanto) si riveli dannosa e controproducente l’individualità, e tutte le pedagogie orientate all’esaltazione dell’individualità, del carattere e della personalità.

L’interpretazione soggettiva delle regole, le giustificazioni alle proprie infrazioni, la condanna di tutti gli altri infrattori fino ad arrivare spesso anche all’odio generalizzato verso chi sanziona, sono i sintomi emblematici di una “malattia” sociale che risiede nel deviato concetto di carattere, oggi condiviso quasi unanimemente. Quel concetto di carattere che per emergere e confermarsi deve scontrarsi fin dall’adolescenza con i genitori prima e con la società poi secondo uno schema che prevede (e fomenta) l’esigenza di differenziarsi in virtù del credersi superiori. Di conseguenza non se ne esce mai e si resta “Peter pan” a vita (ben rifocillati da quelli che ti dicono “ascolta il bambino che c’è in te”).

Siamo sicuri che questa esaltazione del carattere in contrapposizione alla società, non si limiti alla trasgressione ma raggiunga, in quei casi limite, la voglia di imbracciare un fucile mitragliatore e sparare all’impazzata per uccidere chiunque si trovi sul tuo cammino. E’ difficile credere che sia casuale che questo tipo di fenomeno sia cosi diffuso proprio negli USA il paese che ha sempre caldeggiato e spinto per diffondere le psicologie che puntano su carattere e personalità? Non dovrebbe forse farci preoccupare il fatto che anche in Italia oggi sia sempre più utilizzata l’espressione “prendere un fucile ed ammazzarli tutti” e che ognuno di noi si sia ritrovato almeno una volta ad avere questo tipo di pensiero? Fortunatamente la maggior parte delle persone riesce a tenere a bada questa spinta emotiva, indotta proprio proprio da quelle pedagogie tese ad esaltare il carattere, la determinazione, il credere in se stessi nonostante gli altri….. Pedagogie che poi si rivelano utili solo a far identificare il proprio carattere ricercando un tatuaggio o un’etichetta.

La psicologia individualista è il grande errore del quale paghiamo le conseguenze ma che non abbiamo ancora individuato come errore. Ed all’interno della psicologia individualista, la psicologia delle emozioni è il nuovo e più moderno “format di direzionamento di massa” diffuso iniziando dal formare i formatori, attraverso i media, accordi internazionali…. secondo una metodologia di diffusione ben sperimentata – a partirte dalla coordinata traduzione e promozione in tutte le lingue – ed usata in passato per altri fenomeni divenuti di massa il fitness, il caffè e il tabacco, la sostenibilità, la new economy, il consumismo, il pacifismo, l’omosessualità……


Come rendere accettabile una cosa inaccettabile


Il controllo delle emozioni è rappresenta il controllo massimo delle persone e quindi della società ed è sempre stato alla base delle dittature e delle religioni. Incanalando le emozioni della gente diventa facilissimo far fare alle persone quello che si vuole: da superare la paura di andare in guerra a consumare oggetti a comando, evitare le proteste e qualsiasi richiesta ed esaltare quello che viene elargito. Le dittature e le religioni si sono sempre basate sul controllo delle emozioni dei loro proseliti ed il proselitismo si basa sul far sentire emozioni mai provate prima: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli…..”

Vale la pena adesso evidenziare i fondamenti di quello che sta diventando, senza esagerazioni, IL PENSIERO DOMINANTE della psicologia attuale: la psicologia delle emozioni. Comparsa una ventina di anni fa, inizialmente  con televendite e pubblicità inserite nella cassetta della posta, vendeva libri che si rivelavano attraenti per tutti quegli abitanti del mondo appartenenti alla categoria che Paolo Villaggio rappresentava alla perfezione con il suo Rag. FANTOZZI

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I colori e i caratteri utilizzati per le copertine dei libri, sono evidentemente ispirati da infantilismo e perfettamente idonei ad attrarre quella fascia di persone (spesso definite peter pan) che in parole povere “non sono mai cresciute”. Divenire consapevoli della dimensione numerica di tale categoria di persone ed aggiungere ad essi i numeri dei giovani “enfant” porta facilmente alla conclusione che l’utilizzo delle tecniche “da pifferaio magico” faranno certamente presa su un vasto numero di seguaci che garantiranno adepti per periodi di tempo lunghissimi, con un grandissimo vantaggio rispetto a chi – come le religioni – fa proselitismo soprattutto verso  persone anzianissime cioè una categoria in grado di garantire per poco tempo il loro essere seguaci.

E cosa può esserci di più attraente nei bambini (e nei bambini cresciuti), se non il “comandare gli altri”?

In molti ambiti della vita quotidiana vengono esaltati il desiderio di imporsi, la stimolo a primeggiare e perfino l’aggressività.  Chi è più sgarbato e arrogante, più si fa notare e meglio si fa largo.  L’egocentrismo è un atteggiamento tipicamente infantile: tutto gira intorno a se stessi; il bambino vuole tutto per sé.

I libri e la dottrina che si è fondata su quei libri rappresentano concretamente il rifiuto delle più semplici dinamiche d’integrazione del singolo nella comunità, rappresentando una testarda difficoltà ad accettare i fondamenti stessi del vivere associato.

I metodi “da pifferaio magico” sono ben sperimentati nel marketing come nella politica, e consistono innanzitutto nel creare tesi basate su parole cariche di attrazione emotiva come “felicita’” “cultura” “infanzia” o simili…. le tesi vengono poi proposte con metodologie da marketing (quindi con forte utilizzo di slide, immagini forti, effetti grafici e sonori, slogan, mime, pagine social, parole in inglese….) e sopratuto vengono FORMATI I FORMATORI cioe’ vengonoinodttrinati coloro che nella vita avranno come unico scopo quello di INDOTTRINARE ALTRE PERSONE, cioe’ i loro alunni. La formazione dei formatori avviene principalmente con il MASTER negli USA o UK divenuto necessario a chi vuole avere il diritto di parlare nelle universita’ o . Come ben sa chi parla ingelse il master e’ LO STAMPO originario da cui poi si creano le copie (da cui la parola masterizzazione) e quello che avviene con le menti e’ assolutamente identico a quanto avviene masterizzando cd e dvd e diffondere le copie in tutto il mondo. L’opera di masterizzazione – per chi si professa adepto della nuova cultura imperante – e’ sempre ben supportata dai media sia dello spettacolo che dell’informazione che si dividono i compiti: diffondendo cartoni animati, film, canzoni a sostegno delle teorie da diffondere, mentre i secondi si occuperanno di esaltare le notizie, creare talk show, pubblicare su periodici e libri…..

Nell’articolo di seguito si ha uno dei tantissimi esempi appartenenti al FORMAT dei FORMATORI e si puo’ osservare come si faccia buon uso dei termini (felicita’) in maniera da attrarre creando assertivismo mentre in realta’ si sta rovesciando il concetto e altro non si fa che proporre al lettore di diventare schiavo della felicita’ e quindi essere infelici per via di questa schiavitu. Non posso credere che dotti medici e sapienti non si rendano conto che stanno innescando una reazione che si contorce su se stessa fino a strangolarsi.

Non posso credere che dotti medici e sapienti non riescono a considerare minimamente che le felicita’ ha bisogno di essere definita se si vuole creare un obiettivo che non sia utopistico. Non riescono a considerare che la felicita’ e’ ostacolata fortemente dall’immensa montagna di bisogni indotti che vengono giornalmente insoddisfatti e che creano frustrazioni di tutti i tipi……

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/25/torino-alluniversita-il-corso-per-imparare-a-essere-felici-e-unemozione-primaria-si-puo-educare-la-mente/4852552/

Ecco, se le universita’ non riescono a valutare queste minime considerazioni e’ evidente che stannno prendendo in giro le persone. Quelle persone che identificheranno la felicita’ come “il poter disporre di qualcosa” i lpoter consumare qualcosa o qualcuno…. si possono consumare non solo cose ed oggetti ma anche persone, animali ma sopratutto pensieri.

Ed il massimo del consumismo consiste nel consumare altre persone, nell’egoismo di avere tutti a disposizione:

“L’egoismo non consiste nel vivere come ci pare, ma nell’esigere che gli altri vivano come pare a noi”.

L’egocentrismo è un atteggiamento tipicamente infantile: tutto gira intorno a se stessi. La psicologia spiega come funzionano questi meccanismi nell’età evolutiva, ma stranamente non c’è scienza che spieghi come funzionano nell’adulto e quando possano essere distruttivi per la società e per la specie.

L’egocentrico, con i suoi comportamenti e le sue complicità, nuoce alla collettività in misura pari alla sua malvagità. L’egocentrismo tirannico indossa i costumi della democrazia e, subdolamente, rende autoritarie istituzioni che dovrebbero invece garantire la libertà individuale. A tale malinconica degradazione dei rapporti umani si oppongono con forza chi rivendica la cortesia e la gentilezza con il loro pieno spessore culturale.

 

L’individualità e la psicologia delle emozioniultima modifica: 2019-06-28T14:10:47+02:00da fab_kl
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