NON RIPETIAMO L’ERRORE DEL 2008.

totalita
Nel 2008 le banche hanno ricevuto molti miliardi di aiuti a fondo perduto dallo Stato e ciò ha permesso alle banche stesse di non fallire e superare la crisi.
Accertato questo, non sarebbe corretto e leale se oggi le #banche restituissero il favore aiutando le imprese e le persone in crisi?
Troppo comodo ingurgitare aiuti di stato e, quando le cose vanno bene, richiamarsi al liberismo.
Per un governo forte sarebbe facile fare pressioni sul settore finanziario ed obbligare – ad esempio – a concedere crediti in maniera più elastica e con interessi minori. D’altra parte lo spettro potrebbe anche essere quello che, se per via della crisi i risparmiatori ritireranno i loro risparmi, le banche non avranno liquidità sufficiente e per loro sarà il fallimento.
C’è da chiedersi: PERCHE NESSUN POLITICO si sogna di fare proposte simili?
Ed anche: perchè il debito pubblico e lo spread non fanno piu paura? I tagli alla spesa pubblica degli ultimi anni tesi a ridurre di qualche milione di euro il rapporto debito/PIL, diventano polvere se confrontati con i 90 MILIARDI di ulteriore debito che verrebbero sottoscritti con il recovery fund (in realtà next generation) e che rappresentano un aumento del 7% del debito pubblico, in un momento in cui il PIL sta decrescendo e quindi il rapporto debito/PIL esploderebbe.
L’errore di base è stato quello che a suo tempo gli aiuti di stato alle banche sono stati concessi a fondo perduto e NON in conto capitale, come avrebbero dovuto essere. In conto capitale significa che gli il capitale delle banche aumentava della quota di aiuti e la nuova partecipazione apparteneva allo stato (o chi per lui). In pratica lo stato entrava a fare parte della proprietà della banca in misura proporzionale al denaro ricevuto dalla banca stessa. In questo modo, una volta superata la crisi lo stato avrebbe percepito la propria quota dividendi in base agli apporti di capitale effettuati, fin quando la banca non avesse provveduto a ridurre il capitale attraverso il riacquisto della quota azionaria detenuta dallo Stato.
Se si fosse agito in tal modo, oggi le banche avrebbero la possibilità di scegliere se tornare indipendenti riscattando la quota di capitale di proprietà dello stato e restituendo cosi gli aiuti ricevuti. Lo stato vedrebbe così il rientro di gran parte del debito pubblico acceso a suo tempo per colpa di una crisi generata dalle banche stesse che, alla luce dei fatti avvenuti risultano premiate per la crisi stessa.
Con questa crisi #covid – la cui fine è del tutto imprevedibile e non sarebbe errato considerare anche la possibilità che non vi sarà alcuna fine – non bisognerà commettere lo stesso errore del 2008 elargendo aiuti di stato a fondo perduto, con la gente che farà a gara a chi ne accaparra di più con il risultato di non contentare nessuno, ma bisognerà spingere persone e imprese a cercare di ricevere meno aiuti possibili, e lo spauracchio della restituzione degli aiuti è idoneo allo scopo.
Speriamo che ci sarà chi si oppone a bruciare soldi presi in prestito buttandoli a caso o al primo che piange o a chi piange più forte. Purtroppo è molto piu probabile che i soldi presi in prestito dall’UE saranno distribuiti a pioggia a chi ha piu mezzi per farsi sentire, ed attraverso le banche che si occuperanno materialmente.
@felicedecrescita
NON RIPETIAMO L’ERRORE DEL 2008.ultima modifica: 2021-01-31T19:26:54+01:00da fab_kl
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