Pubblicita e commercio

sfascismo e consumismo
LA PUBBLICITÀ È L’ANIMA DEL COMMERCIO ed IL COMMERCIO È IL BRACCIO DESTRO DEL CAPITALE.
#indipendentismo e #orgoglio nazionale sono ormai etichettati dispregiativamente con il termine #sovranismo : ne uccide più la penna che la spada.
Si può anche resistere eroicamente all’esercito più armato del mondo, ma non si resiste alla manipolazione individuale consumistica della pubblicità ben utilizzata anche dalla propaganda politica.
E’ difficile per chi ha idee proprie mantenerle a lungo se si leggono i giornali. Con il continuo martellamento di notizie date solo per far proselitismo, anche il piu tenace pensato libero verrà fatto vittima delle sviluppatissime tecniche di persuasione e di convincimento messe in atto da giornali che, a poco per volta, subdolamente iniziano a far in maniera che ogni nuova idea o presa di posizione rispetto un nuovo argomento, sia veicolata dalle notizie già indotte che entrano cosi a far parte dei prori schemi di pensiero. Diffidare dagli articoli che non giungono a conclusione ma forniscono elementi e lasciano che sia il lettore a tirare quella che – dopo essere stato adeguatamete imboccato – è l’unica conclusione logica. ()

Cuba è l’unico paese dove la pubblicità ancora non è attiva. È questa la grande differenza. È questo che li porta a fregarsene del #bloqueo e ad avere una stabilità ideologica ed una coerenza politica.

LIBERO MERCATO MA PUBBLICITÀ CONTROLLATA DALLO STATO.
La domanda interna cresce in maniera direttamente proporzionale alla quantità di #pubblicità assimilata dalla popolazione.
Anche se siamo restii ad accettarlo, gran parte dei nostri #bisogni (e dei costumi) sono creati dalla pubblicità e questo gli industriali lo sanno bene, altrimenti non investirebbero miliardi di euro in sponsorizzazioni e spot.
Questo ci fa anche capire l’infelicità sociale da cosa dipende e perché i paesi poveri siano più #felici di quelli #poveri.
Lo stato potrebbe facilmente decidere i bisogni della popolazione manovrando le leve della pubblicità e facendo così sentire inutilmente ricchi tutti coloro che non saprebbero come spendere i propri soldi, predisponendoli per la redistribuzione e la beneficienza.
Creatività in pubblicità. Dalla logica alle emozioniUn’idea creativa può cambiare il futuro di una marca: ingaggia il pubblico, diverte, stimola, fa discutere, costruisce consenso. E il marketing ne ha un bisogno crescente. L’assenza di creatività non può più infatti essere compensata dal potere assoluto della televisione, oggi indebolito, se non annullato, da web e mobile. Una grande responsabilità per il creativo: se da un lato la ricerca e il valore di un’idea, forte e coraggiosa, non cambiano, dall’altro cambiano e aumentano le vie per raccontarla. L’arco narrativo di una marca si allunga: il moderno creativo diventa autore di tante storie sui diversi media off/on line, un “caporedattore”, regista e autore in equilibrio fra costanza e rapido cambiamento.

No alla pubblicità

Memoria e pubblicita

Pubblicita e commercioultima modifica: 2021-07-27T19:10:05+02:00da fab_kl
Post Categories: #colonizzazioneeconomica, #CONSUMISMO NUOVA RELIGIONE, #Direzionamenti
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