La pubblicità nel dopoguerra

Nel dopoguerra l’atteggiamento antipubblicitario diventa unanime; si consolidano molti degli stereotipi ostili alla pubblicità, come la denuncia ai persuasori occulti. Il giornalista Vance Packard nel 1958 svela l’attacco all’inconscio dei pubblicitari, che porta a conoscenza del pubblico una serie di tecniche che avrebbero permesso ai comunicatori di manipolare l’inconscio delle masse. Ne I giganti di Le Clezio i protagonisti (i giganti, appunto) sono proprio i persuasori occulti, tecnici pubblicitari e manager delle grandi aziende che riducono i consumatori in uno stato di narcosi e sonnambulismo. In un altro romanzo, Le cose di Georges Perec, i protagonisti invece sono una coppia di tecnici pubblicitari specialisti in ricerche motivazionali; ma non sono “giganti”, ma semplici “pedoni”, consumisti frustrati alla ricerca di un appagamento inarrivabile. In Italia negli anni del miracolo economico troviamo posizioni simili: Luciano Bianciardi nel romanzo La vita agra descrive la frenesia consumistica della Milano degli anni ’60, profetizzando quello che sarà di lì a poco lo scenario italiano. Gli stessi temi riappaiono in Marcovaldo, uno dei libri italiani più popolari del dopoguerra, di Italo Calvino: la pubblicità e i riti del consumo sono al centro di molti dei tragicomici equivoci delle novelle. Ne Il bosco sull’autostrada Marcovaldo e i figli, alla ricerca di legna da ardere, scambiano i cartelloni pubblicitari per un bosco di strani alberi (e Marcovaldo viene scambiato egli stesso per un componente della pubblicità…); in Luna e Gnac i figli di Marcovaldo abbattono con una fionda l’insegna luminosa che impedisce la vista del cielo notturno. Negli […]

Credere alla pubblicità

– tu credi alla pubblicità? – io no, sono tutte bugie per creduloni. – ma allora sarebbe meglio vietarla? – scherzi? La.pubblicita è l’anima del commercio. – quindi l’anima del commercio sono i creduloni e i bugiardi? – ma no, cosa dici. Il commercio è il cuore della società. PER GENTE ABITUATA A CREDERE ALLA PUBBLICITÀ LA PROPAGANDA OCCULTA È IRRILEVANTE Per essere efficace la propaganda deve essere breve e non permettere alla gente di fare si che troppa attenzione porti a scavare in profondità gli argomenti e crearsi così delle opinioni personali.

Resistenza alla pubblicità

Un ottimo esercizio per tenere allenata la propria indipendenza di scelta e allenare la resistenza al marketing, è quello di entrare in un supermercato e comprare solo ciò che si era deciso già prima di entrare: niente offerte speciali, niente cose che ci dimentichiamo sempre, niente! Testate il vostro grado di resistenza alla pubblicità facendo la prova https://scontent-iad3-2.xx.fbcdn.net/v/t15.5256-10/274291151_292024546356190_4028600091111969682_n.jpg?_nc_cat=105&ccb=1-6&_nc_sid=ad6a45&_nc_ohc=VRPsz07OSioAX96Jkp_&_nc_ht=scontent-iad3-2.xx&edm=AKK4YLsEAAAA&oh=00_AT-DfGxh74OSBwzQ_svX6MPcBtoKTJIML3HFyA4cU8ncFA&oe=628189CF

Italo calvino e la pubblicità

Italo Calvino (clicca qui per la sua bibliografia) aveva ragione e ci aveva visto lungo anche se lui è vissuto in un epoca dove la pubblicità non era così ossessiva ed onnipresente fin dalla nascita di un individuo. Una quantità immensa di bisogni indotti. Togliamo la pubblicita e vivremo meglio.. “Personaggio buffo e melanconico, Marcovaldo è il protagonista d’una serie di favole moderne” scrisse Italo Calvino, segnando, come in un suo bloc-notes, avvenimenti impercettibili nella vita di una grande città industriale, quali possono essere il passaggio di una nuvola carica di pioggia o l’arrivo mattutino di uno sbuffo di vento. Un’edizione illustrata da Sto che vuole essere un omaggio a due grandi del nostro Novecento. Età di lettura: da 9 anni. Leonia

LA PUBBLICITÀ È PSICOLOGICAMENTE TOSSICA
Carosello-7

Fa piacere veder confermate dai soliti professoroni delle università inglesi (che sembrano essere le uniche autorizzate a diffondere la conoscenza e le ricerche) le convinzioni da tempo sostenute [https://hbr.org/2020/01/advertising-makes-us-unhappy]. Bisogna riconoscere che le loro ricerche sono sempre ben presentate e fornite di dati (chissa dove li prendono e a cui tutti credono) con una credibilità ben superiore rispetto quanto detto da uno qualunque. C’è da dire però che poteva essere maggiormente approfondita e se lo avessero fatto avrebbero raggiunto la conclusione che: LA PUBBLICITÀ È PSICOLOGICAMENTE TOSSICA La pubblicità rende infelici, porta a lavorare sempre di più, crea stili di vita insostenibili, deturpa l’ambiente, cattura la tua attenzione inibendo il pensiero spontaneo, diminuisce la tua capacità di concentrazione……) Non dimentichiamo, però, che il marketing è la fonte principale di finanziamenteo delle facoltà di psicologia che sono ceresciute come funghi negli ultimi decenni acquistando potere e popolarità. Quindi dalla psicologia non potrà certo venire la minima condanna della pubblicità e dei suoi effetti sulla personalità e sul carattere delle persone Eppure è innegabile che niente è paragonabile alla immensa quantità di messaggi pubblicitari che il nostro cervello registra fin dalla nascita ed arrivo a dire che la mia personale convinzione è quella che: SIAMO LA SOMMATORIA DEGLI SPOT CHE ABBIAMO RICEVUTO. E forse esagerato? Non credo proprio. Basta pensare che ogni mattina ci svegliamo ed una delle prime cose che facciamo è quella di leggere lo slogan sul tubetto del dentifricio. La giornata continua con l’incessante sottofondo di spot alla radio, […]

Pubblicità tossica
Carosello-7

La #pubblicità è #psicologicamente #tossica. Gli #psicologi fin quando non muoveranno forti critiche alla pubblicità ed avvieranno concrete lotte contro la strabordante presenza, sarà difficile credere che il loro scopo sia la cura della salute mentale della popolazione, altro che #bonuspsicologi.. https://democrazia.myblog.it/la-pubblicita-e-psicologicamente-tossica/

Pubblicita e commercio
sfascismo e consumismo

LA PUBBLICITÀ È L’ANIMA DEL COMMERCIO ed IL COMMERCIO È IL BRACCIO DESTRO DEL CAPITALE. #indipendentismo e #orgoglio nazionale sono ormai etichettati dispregiativamente con il termine #sovranismo : ne uccide più la penna che la spada. Si può anche resistere eroicamente all’esercito più armato del mondo, ma non si resiste alla manipolazione individuale consumistica della pubblicità ben utilizzata anche dalla propaganda politica. E’ difficile per chi ha idee proprie mantenerle a lungo se si leggono i giornali. Con il continuo martellamento di notizie date solo per far proselitismo, anche il piu tenace pensato libero verrà fatto vittima delle sviluppatissime tecniche di persuasione e di convincimento messe in atto da giornali che, a poco per volta, subdolamente iniziano a far in maniera che ogni nuova idea o presa di posizione rispetto un nuovo argomento, sia veicolata dalle notizie già indotte che entrano cosi a far parte dei prori schemi di pensiero. Diffidare dagli articoli che non giungono a conclusione ma forniscono elementi e lasciano che sia il lettore a tirare quella che – dopo essere stato adeguatamete imboccato – è l’unica conclusione logica. () Cuba è l’unico paese dove la pubblicità ancora non è attiva. È questa la grande differenza. È questo che li porta a fregarsene del #bloqueo e ad avere una stabilità ideologica ed una coerenza politica. LIBERO MERCATO MA PUBBLICITÀ CONTROLLATA DALLO STATO. La domanda interna cresce in maniera direttamente proporzionale alla quantità di #pubblicità assimilata dalla popolazione. Anche se siamo restii ad accettarlo, gran parte dei nostri […]

No alla pubblicità

Bisogna smetterla di utilizzare gli spazi e i beni pubblici per la pubblicità di questo o quel prodotto. Perché opporsi all’invasione della pubblicità anche negli spazi pubblici? Che male c’è a dare il nome di un marchio commerciale a uno stadio, un auditorium o un museo? Non c’è un danno diretto, ma il fenomeno corrosivo si manifesta a un altro livello: Giovani che, avvicinandosi con entusiasmo allo sport, si imbattono in una giungla di brand. Così finiscono per percepire anche le Olimpiadi come un’estensione della civiltà dei consumi.   https://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/nsilib/nsi/schede/agevolazioni/credito+di+imposta+investimenti+pubblicitari+incrementali/scheda+informativa+investimenti+pubblicitari+incrementali  

Vuoi aumentare lo stipendio? Basta cambiare canale durante la pubblicità
fratelli di crozza

I grandi imprenditori non sono certamente stupidi e solo la diffusa mancanza di conoscenza dei costi sostenuti per la pubblicità può giustificare quella renitenza individuale che ognuno di noi prova nell’ accettare di essere condizionati . Forse questa autodifesa (basata sul nar cisismo) potrebbe vacillare se si venisse a sapere che in tv gli SPOT DI 30 SECONDI SUPERANO I 100.000 EURO a passaggio Quello che dovremmo chiederci è se la nostra certezza di “non essere influenzati dalla pubblicità” sia una realtà concreta o invece sia solo il rifiuto della nostra mente ad accettare che ci sia qualcuno o qualcosa talmente superiore da poter direzionare le nostre menti. Ma se cosi non fosse, vorrebbe dire che gli imprenditori sanno bene che pagare somme mostruose permetterebbe di azionare il pifferaio magico che attrarrebbe clienti in numero addirittura superiore alle migliaia di euro spese per 30 secondi di pubblicità. Pensiamo che una campagna pubblicitaria vede ripetere uno spot molte volte durante uno spettacolo e perdurano per molti giorni. quindi una decina di passaggi al giorno sulle maggiori reti in prima serata costa circa 1 MILIONE ed è facile calcolare come un mese di campagna pubblicitaria costi all’incirca 30 MILIONI DI EURO. Possiamo quindi credere che gli imprenditori che spendo quelle cifre siano cosi stupidi da buttare milioni di euro sperando di fare il lavaggio del cervelloe riuscire a convincere la gente a comprare i loro prodotti? O forse dovremmo ricrederci osservando gli scaffali dei supermercati pieni di marchi che abbiamo visto in […]

Eliminare la pubblicità
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LA PROPOSTA DI LEGGE per gli sconti su alimenti sfusi…..Gli alimenti sfusi costavano gia’ meno di quelli etichettati, ma non li comprava nessuno. I detersivi SCALA sono quasi falliti perche’ caratterizzano il loro prodotto sul basso costo dovuto all’assenza di costi per la pubblicita’. Ma la gente esegue gli ordini della pubblicita’ e uno sconticino non cambiera’ molto. Cio’ che bisognerebbe fare per avere un impatto rivoluzionario e’: diminuire la pubblicita’ attraverso l’eliminazione della detassazione alle imprese delle campagne pubblicitarie. Oggi il 95% delle spes e di propaganda SONO DEDUCIBILI dal reddito d’impresa ed e’ cosi che le grandi imprese invece di pagare le tasse ci sommergono di pubblicita’ ed aumentano i bisogni indotti nelle persone. La risposta che si ottiene ad una proposta di questo genere e’ che cio’ farebbe crollare la crescita ed il commercio, ma in realta’ non e’ proprio questo che si vuole?? Fare uno sconto per un altro prodotto significa solo spingere i consumatori verso un DIVERSO CONSUMO e cio’ non fa altro che mutare il problema e libera le coscienze dei consumatori verso il nuovo consumo senza che essi si chiedano dove vanno a finire i detersivi sfusi, quali stabilimenti chimici li hanno prodotti e con che sostanze, da dove vengono quelle sostanze e da dove vengono quei detersivi…….. Lo sconto del 20% E’ SOLO MARKETING PUBBLICITARIO COME TANTE ALTRE OFFERTE che spingono a comprare un prodotto invece di un’altro e gruppi PSEUDO ECOLOGISTI come quelli che spalleggiano queste iniziative lo sanno bene perche’ […]

Pubblicita detraibile
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La pubblicita, ossessivamente presente ovunque e che utilizza tecniche sperimentate e messe a punto scientificamente, è la base di tutto il sistema consumistico.Quando qualcuno diceva che la pubblicità è l’anima del commercio non esagerava affatto, anzi. Il rovescio della medaglia è sempre più conosciuto da tutti. Creando continuamente nuovi bisogni da soddisfare, crea frustrazioni ogni giorno piu grandi che intristiscono la gente e la rendono isterica e stressata. La diminuzione della pubblicita’ porterebbe ad un graduale rallentamento dei consumi che permetterebbe di adattarsi a nuove situazioni economiche che potrebbero essere sorprendenti. E’ impensabile che una famiglia debba accrescere ogni mese i propri consumi e quindi i propri redditi, per lo stato e’ la stessa cosa. Molto meglio capire quali sono le esigenze cui far fronte ed adattarsi. Lo svantaggio di mettere sempre gli stessi vestiti (ad esempio) potrebbe essere compensato da un minor inquinamento e sfruttamento di materie prime ecc. ecc. SCOPRITE CHE PER AVERE UN AUMENTO DI STIPENDIO BASTA DIMINUIRE I BISOGNI, io l’ho scoperto e non vado piu a lavorare

Diminuire la pubblicità
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Nonostante la concorrenza tra le varie marche, la pubblicità si propone uno scopo generale, ed è quello di stimolare il desiderio di consumi; tutte le aziende si aiutano a vicenda nell’esercitare quest’influenza fondamentale tramite la rispettiva pubblicità, mentre il compratore esercita solo in via secondaria il dubbio privilegio di scegliere tra varie marche concorrenti. Una vocina, tanto sottile quanto irresistibile e imperiosa, si annida e riecheggia tra le pieghe dell’inconscio insoddisfatto del consumatore, attraendolo seduttivamente all’ultima offerta imperdibile. “Must have!” è l’imperativo che risuona tonante fra le scritte dei negozi per insidiarsi nell’animo disarmato di chi si aggira curiosamente fra gli scaffali. Un imperativo che sembra non lasciare altra via di fuga se non cedere al desiderio del prossimo acquisto, quello assolutamente irrinunciabile, quello a cui affidiamo il compito di soddisfarci, almeno per un po’. Erich Fromm, Avere o essere?, 1976 L’imbarazzante domanda, perché gli esseri umani contemporanei amino acquistare e consumare pur mostrando così scarso attaccamento a ciò che comprano, trova la risposta più significativa nel fenomeno del carattere mercantile. La mancanza di attaccamento che gli è propria, lo rende anche indifferente alle cose; ciò che conta è forse il prestigio o il comfort che le cose conferiscono, ma le cose di per sé sono prive di sostanza: sono in tutto e per tutto consumabili, in una con amici o amanti, del pari consumabili dal momento che non esiste alcun legame davvero profondo con nessuno di essi. Erich Fromm, Avere o essere?, 1976 [2] Il consumo ha caratteristiche ambivalenti: […]

I partiti fanno PUBBLICITA’ non propaganda
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“Mio nonno è un pò confuso.” “Perché dici cosi’?” “Perché l’altro giorno ha visto Mastrota che vendeva le pentole in TV e ha detto: ‘Io voto per questo qui”. Se osserviamo bene oggi i partiti NON FANNO PROPAGANDA, FANNO PUBBLICITÀ. D’altra parte se il pubblico si beve tutto quello che dice la pubblicita’ perche’ non dovrebbero beversi quello che raccontano i partiti poliniti? Anzi, dato che la gente e’ talmente abituata a essere continuamente bombardata (nella cassetta della posta, sui tergicristalli, sms, email, cartelloni stradali, tv, radio, giornali….) dalla pubblicita’ che non solo non se ne accorge ma pensa di esserne immune. Parlando in una maniera diversa ci sarebbe un istintivo distacco, una diffidenza verso cio’ cui non si e’ abituati…… Non dimentichiamoci che 20 anni fa e’ stato fatto un referendum sul permettere o meno la pubblicita’ nei film ed il popolo ha detto che vuole la pubblicita’ dimostrando cosi di non avere idea di cosa puo fare. I partiti quindi devono promettere cose non vere, esattamente come fa la pubblicita’ …… questo vuole la gente! Non solo: se la pubblicita’ prevale sulla propaganda, anche i metodi per raggiungere le persone dovranno essere diversi. Ecco quindi che prendono forza quelle societa’ in grado di vendere pubblicita’ personalizzata, prime fra tutte Facebooke e Google che riescono a modificare quantita di opinioni immense grazie agli stessi algoritmi usati per la pubblicita’  (segue) La politica è diventata una pratica di consumo più che l’espressione di un’ideologia, non rappresentando più delle istanze sociali […]

Memoria e pubblicita
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Vi capita spesso di dimenticare le cose? Potrebbe essere tutta colpa della pubblicita’ che abitua a farsi ripetere 100 volte le stesse cose. Il cervello adotta come arma di difesa per evitare il sovraccarico quella di eliminare le cose meno importanti vale a dire quelle meno ripetute. In altre parole il cervello si abitua a memorizzare le cose solo dopo averle sentite ripetere tantissime volte

Per gente abituata a credere alla pubblicita’, la propaganda subdola e’ irrilevabile e per questo efficacissima

La propaganda, per essere efficace, deve suddividere le persone in base al loro livello culturale e propinare azioni ben specifiche legate al livello culturale delle persone sulle quali vuole far presa. Quindi la propaganda ha diversi target in base al livello culturale a cui e’ diretta, con il risultato che risultera’ piu’ esplicita (e per molti comica) quella diretta a persone con un livello culturale piu basso, per poi raffinarsi e divenire via via piu subdola e raffinata man mano che il target culturale cresce. Per la maggior parte delle persone abituate quotidianamente a credere alla pubblicita, la propaganda subdola e’ totalmente irrilevabile e per questo efficacissima. E’ difficile, per motivi di orgoglio, accettare che il prodotto del nostro pensiero non sia nostro ma sia stato indotto da altri, ancor piu’ se l’induttore ci tranquillizza dicendo: “non siete cosi stupidi da farvi mettere idee in testa da altri“, ed in questo modo lo spettatore abbassa le difese e, alla fine, permette alle grandi aziende di non gettare al vento i miliardi spesi in pubblicita’ (se cosi non fosse, dovrebbero spiegarci perche’ spendono cifre stratosferiche in spot pubblicitari. Sono forse loro gli stupidi?). Ma la propaganda non e’ solo commerciale. Il commercio ha imparato che per vendere bene qualsiasi prodotto bisogna creare il terreno. Se la societa’ non va in una certa direzione, certi prodotti non si vendono (es. i prodotti suini ed alcolici nei paesi musulmani; acqua minerale dove vi e’ acqua potabile disponibile), quindi bisogna prima direzionare la societa’ in […]

PROGRESSISTI = CONSUMISTI
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Secondo Umberto Galimberti “Ci troviamo in una società consumistica che non produce solo dei prodotti ma produce anche dei bisogni e ogni volta che la società produce un bisogno succede che chi lo soddisfa è come gli altri e chi non lo può soddisfare subisce una sorta di esclusione. Il problema è comprendere dei bisogni indotti quanti sono essenziali e necessari quanti sono nevrotici e destabilizzanti.” L’interpretazione di Galimberti (qui si possono acquistare i suoi libri)  è fortemente limitativa probabimente in maniera intenzionale. Innanzitutto il suo problema sarebbe facilmente risolto in una maniera molto semplice: “eliminando la pubblicità” che è la sorgente primaria dei bisogni indotti, per il resto trascurabili. Sopratutto Galimberti non si rende conto che il concetto non solo è valido per il commercio ma sopratutto è diventato talmente radicato da invadere del tutto la politica. Oggi quella che potremmo definire @democraziaconsumista ha necessità di trovare nuovi bisogni (definiti di volta in volta diritti, discriminazioni ecc) per poter catalizzare masse di persone contro i governi. In questa maniera vengono attratti consensi da chi trae giovaemnto dalle richieste sia direttamente sia indirettaemnte attraverso guadagni per nuove attività. Questa deriva della democrazia viene solitamente definita come “progressismo” in realta PROGRESSISTI = CONSUMISTI Tanto è vero che il contrario di progressista è conservatore.

Come funziona la democrazia oggi

Fase 1 : creare un serbatoio di voti potenziali Per creare un serbatoio di voti potenziali bisogna individuare un bisogno latente dei cittadini che faccia leva sui bisogni primari indipendentemente dalla realtà dello stesso.  Il femminicidio è il tipico esempio ma anche il ddl zan. Una volta individuato il bisogno indotto bisogna creare interesse attraverso la ripetizione ossessiva di parole create ad hoc, inneggiando a parole chiave del consenso come “diritti umani” “eguaglianza” “parità” “donna” che saranno ripetute in ogni occasione possibile in maniera da far associare immediatamente ad esse il termine femminicidio (o ddlzan). Una volta creato il terreno giusto si passa alla trasformazione dell’interesse in consensi utilizzando in maniera adeguata l’informazione, i film, la musica, le scuole ……… Si raggiungerà così il massimo del consenso che avrà però una validità temporale limitata. Fase 2 : presentare una legge (non importa sia approvata) A quel punto il pacchetto di voti è pronto e sarà consegnato al deputato o al partito che presenteranno la legge in parlamento indipendentemente se sarà approvata o meno. Anche se non approvata, infatti, le persone avranno ormai il bisogno e potrebbe essere addirittura maggiormente produttivo continuare a “attirare” queste persone attraverso l’illusione di “continuare la battaglia” invece che creare una legge che dia dei risultati negativi e faccia evaporare l’elettorato ormai soddisfatto. Così funziona la democrazia oggi La democrazia segue i principi del marketing , per questo è @democraziaconsumistica I partiti fanno PUBBLICITA’ non propaganda

Il lavoro va contro l’istinto
Voglio la stessa droga che faceva fischiare e cantare i sette nani andando al lavoro

La Festa dei Lavoratori è un inganno ideologico, dovremmo rivendicare il diritto all’ozio. La Treccani così definisce ozio: «in genere, astensione dall’attività, dalle occupazioni utili, per un periodo più o meno lungo o anche abitualmente, per indole pigra o indolente». Definizione tutta moderna, pregna di utilitarismo materialista. Ma non è stato sempre così… «I Greci nell’epoca del loro splendore non avevano che disprezzo per il lavoro, solo agli schiavi era permesso di lavorare: l’uomo libero conosceva esclusivamente gli esercizi ginnici e i giochi dello spirito. Era questa l’epoca in cui si viveva e si respirava in mezzo a un popolo di Aristoteli, di Fidia, di Aristofani […]. I filosofi dell’antichità insegnavano il disprezzo per il lavoro, degradazione dell’uomo libero; i poeti cantavano l’ozio, dono degli dèi» (Virgilio, Bucoliche). Cenni storici Greci e Romani Presso gli antichi greci vi era dunque un’accezione positiva dell’ozio, inteso come il tempo che aristocratici e filosofi dedicavano alle attività più alte dello spirito. Nella «polis fondata secondo natura» – la Repubblica di Platone – il corpo sociale è diviso in tre gruppi funzionali, dei quali solo il più basso è destinato al lavoro: la «piccolissima stirpe» degli archontes, detentori della sophia, cui spetta il governo della città; coloro che detengono la «funzione guerriera» perché la loro qualità è il coraggio; i lavoratori, la cui «temperanza» determina l’accettazione della propria condizione di governati come legittima e funzionale all’interesse collettivo. È bene ricordare che le tre parti della città, in Platone, non assumono il carattere di caste […]

La scuola non dovrebbe fare politica
IC petrassi

La #scuola non dovrebbe fare politica. Sembrerebbe ovvio ma in #Italia non è così ed è facile rendersi conto dell’influenza dei docenti sui bambini utilizzando arcobaleni e simboli vari che solo gli ingenui possono credere che non si tratti di politica mentre gli stupidi se ne rendono conto e sono felici. Solo i regimi #dittatoriali utilizzano la scuola per inculcare ai #bambini il modo di pensare. In italia i bambini sono strumentalizzati ed esibiti sula pagina facebook della scuola mentre sono affacciati e sventolano l’arcobaleno. poco importa se lo fanno per divertimento o per non prendere un brutto voto. Ancor meno importante che sventolano l’#arcobaleno, segno distintivo della #pace ma anche degli #omosessuali, inducendo subdolamente i ragazzi a credere che vi sia una relazione diretta tra essi. Purtroppo, nessuno si scandalizzerà di questo perché le scuole sventolano i colori che piacciono al #governo ed allora, così come l’intero parlamento si alza in piedi ad applaudire il dittatore sorosiano, anche i seguaci della scuola sorosiana applaudiranno quei docenti che NON insegneranno ai ragazzi a sventolare orgogliosamente il tricolore italiano bensì l’arcobaleno sorosiano, ed in quell’arcobaleno troveranno la loro identità indotta. Il tutto con l’entusiasta consenso dei #genitori ben contenti che i loro piccoli #balilla sorosiani crescono buoni buoni come i loro cagnolini (anch’essi facenti parte della famiglia allargata tipicamente sorosiana). Genitori che non si rendono conto di spingere i propri figli verso una nuova #religione e un nuovo paese: a loro piace il nuovo, altrimenti che #consumatori sarebbero? In una scuola […]

La guerra in Ucraina

Mi ricordo bene quando, anni fa, qualcuno veniva deriso perché parlava di #soros dicendo che sarebbe arrivato anche in Italia e, senza alcuna elezione o votazione, si sarebbe impadronito del #governo senza che il parlamento avesse niente da apporre, anzi: tutti in piedi ad applaudire. L’ultimo passaggio di SOROS in Italia è nel 2017 per incontrare #gentiloni e tranquillizzarlo sul ruolo che andrà a ricoprire in Europa, nonostante verrà sonoramente trombato alle elezioni italiane. Come infatti è avvenuto. Come è possibile che chi perde le elezioni in Italia diventa ministro dell’economia dell’Unione europea? Come siamo arrivati a questo? E se oggi dici che dietro le rivoluzioni colorate in #ucraina del 2017 c’era #SOROS, ti danno del complottista…. Per gente abituata a credere alla #pubblicità la #propaganda è del tutto irrilevante. Prima di schierarci pregiudiziosamente a favore dell’Ucraina, ricordiamoci chi sono gli ucraini e che tutto è iniziato con la strage di #Odessa dove sono state bruciate vive decine di persone colpevoli di essere a favore del presidente democraticamente eletto che invece è stato costretto a fuggire. Iniziava cosi il genocidio russo in ucraina. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Odessa#:~:text=La%20strage%20di%20Odessa%20è,rivolte%20di%20piazza%20di%20Euromaidan. ERA ORA CHE #SOROS VENISSE MESSO IN RIGA DA QUALCUNO. Vi siete chiesti per quale motivo i nostri politici, con #Draghi in prima file, invece di mostrarsi diplomatici facciano a gara per CONDANNARE la #Russia e dimostrarsi ostili a #Putin e ad ogni cittadino russo? Pensano forse di impaurire Putin? Certamente no. Ed è una posizione nella quale si ha solo da perdere sopratutto in prospettiva […]

Insoddisfazione diffusa

L’INSODDISFAZIONE DIFFUSA CREATA DALLA PUBBLICITÀ con lo scopo di AUMENTARE I BISOGNI, spesso contagia le radici del pensiero e PUO AVERE RISVOLTI POLITICI con la conseguenza di vedere CRESCERE PARTITI SENZA IDEALI MA BEN SCHIERATI CONTRO TUTTO E CONTRO TUTTI

GLI UCRAINI HANNO RAGIONE QUINDI FATEVI AMMAZZARE.

La guerra dell #ultraromanticismo: La razionalità delle persone è ormai rara. Gran parte della popolazione italiana e occidentale ritiene giusto farsi ammazzare se si ha ragione, secondo un ragionamento basato esclusivamente sull’emotivita del sentimento di riconoscenza degli eroi, dei martiri e del sacrificio. Su un terreno preparato da tale sentimento è facile fare attecchire un sentimento del tutto irrazionale come la paura, da sempre utilizzata per direzionare le masse. In questo caso, il sentimento eroico viene esaltato immensamente dalla paura che Putin arrivi fino a noi, che voglia ricreare l URSS, ecc ecc. Sono proprio le paure indotte a scatenare le isteriche reazioni dei nostri ministri, che invece di fare dichiarazioni serene e tese a distendere per creare un clima maggiormente favorevole utile agli accordi e alle negoziazioni. Il nostro governo invece di far come dice il proverbio “tra i due litiganti il terzo gode” ha deciso immediatamente e senza il minimo ragionamento, di entrare nel litigio mettendosi dalla.parte del più debole – come il sentimento ultraromanticistico impone – ottenendo i consensi del popolo bue ma sopratutto di #soros che non vedeva l’ora di azionare tutta la sua macchina dell’accoglienza umanitaria che ormai spazia dalla croce Rossa Internazionale ad Amnesty International (come dichiarato da loro stessi sul sito di open society). Quando mandate SMS ai numeri che la pubblicità ripete in continuazione, sappiate che li state mandando alle organizzazioni che open society ha in 120 paesi del mondo e che quelle pubblicità sono PAGATE DALLO STATO in quanto rientrano nelle […]

Informazione come religione

SCEGLIAMO L’#INFORMAZIONE COME SCEGLIAMO LA #RELIGIONE: quella che ci hanno detto che è vera. Dall’inizio dell’invasione ascoltiamo in ripetizione ossessiva frasi del tipo: lo avevamo detto, è pazzo, è inaccettabile, è ingiustificato. Reazioni abbastanza normali sulla base delle informazioni che abbiamo. Stranamente però non si mostra la maniera in cui lo zar #Putin avrebbe lavato il cervello dei russi attraverso la #propaganda di TV e giornali. Cosa racconta la stampa russa ai russi? La TV russa che propaganda fa? In realtà per ognuno di noi si tratta di scegliere a quale informazione credere, esattamente come si sceglie la religione a cui aderire. Evitare che un’altro tipo di informazione porti nuovi adepti alla causa russa, è Il motivo per cui in occidente non è più possibile vedere siti e canali TV russi. Cosa avranno mai questi canali di così impressionante e potente da far cambiare idea agli italiani o agli occidentali? Com’è questa propaganda russa capace di rincoglionire milioni di persone? Chi si ritiene sufficientemente forte, non ha paura di essere risucchiato dalla #propaganda ed è convinto di saper riconoscere la propaganda dall’informazione non dovrebbe aver paura ad effettuare ricerche su internet: le informazioni ci sono e ci sono anche immagini video di oggi e di anni indietro. Perchè allora il nostro governo non ci permette di ascoltare l’altra campana e nello stesso tempo accusa di censure la Russia? Se vediamo le immagini di quello che è successo in questi anni nel #donbass diventa comprensibile l’intervento russo, e ci si chiede […]

OGNI POPOLO HA IL GOVERNO CHE L’INFORMAZIONE GLI HA DATO.
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OGNI POPOLO HA IL GOVERNO CHE L’INFORMAZIONE GLI HA DATO. #draghicrazia Un’informazione degna di chiamarsi tale dovrebbe almeno fornire – magari etichettandola come #propaganda – anche la versione dei TG russi e delle tv russe. Invece i media italiani sono stati tutti ben attenti a non citare network come RT – RUSSIA TODAY con l’evidente intento di non fornire visibilità (e quindi pubblicità gratuita) ad una fonte d’informazione fuori dal coro e non controllabile. L’informazione occidentale ha preferito dire di non avere video su quanto accade piuttosto che far vedere quelli disponibili ma che riportano il marchio RT Fortunatamente le IPTV permettono oggi di vedere canali di tutto il mondo non solo sul PC ma anche sul televisore. E cosi chi non è proprio ignorante in informatica e sa installarsi un client per IPTV conosce anche la versione cinese, indiana, giapponese sudamericana ecc….. di quello che succede nel mondo https://fb.watch/bpSCvWXY6b/

OGNI POPOLO HA IL GOVERNO CHE L’INFORMAZIONE GLI HA DATO

OGNI POPOLO HA IL GOVERNO CHE L’INFORMAZIONE GLI HA DATO. Un’informazione degna di chiamarsi tale dovrebbe almeno fornire – magari etichettandola come #propaganda – anche la versione dei TG russi e delle tv russe. Invece i media italiani sono stati tutti ben attenti a non citare network come #RT – RUSSIA TODAY con l’evidente intento di non fornire visibilità (e quindi pubblicità gratuita) ad una fonte d’informazione fuori dal coro e non controllabile. L’informazione occidentale ha preferito dire di non avere video su quanto accade piuttosto che far vedere quelli disponibili ma che riportano il marchio RT Fortunatamente le IPTV permettono oggi di vedere canali di tutto il mondo non solo sul PC ma anche sul televisore. E cosi chi non è proprio ignorante in informatica e sa installarsi un client per IPTV conosce anche la versione cinese, indiana, giapponese sudamericana ecc….. di quello che succede nel mondo  

Consumismo economia dell’eccesso

Il consumismo, oltre a essere un’economia dell’eccesso e dello spreco, è anche un’economia dell’illusione. Esso fa leva sulla irrazionalità dei consumatori, non sulle loro previsioni informate e disincantate; punta a suscitare emozioni consumistiche, non a sviluppare la ragione. Grazie al suo braccio destro – la pubblicità – non solo riesce a definire gli stili di vita cui ambire ma stabilisce gli argini della LEGALITA’ a prescindere dalle leggi A molti sarà capitato di avere dubbi sulla liceità nel fare cose non pubblicizzate e subire una strana sensazione come di fare qualcosa di illegale, solo perchè si sta facendo qualcosa che gli altri non fanno.

Il Papa in TV da Fazio

Il fatto che #PapaFrancesco abbia scelto di dare l’esclusiva già di per sé è scorretto. Se poi pensiamo che ha scelto #Fazio e la rete TV un tempo nota come #telekabul la dice lunga su dove siano finiti la #sinistra ed il proletariato ma anche la chiesa cattolica: nelle fauci della finanza che ormai da tempo si è impadronita dello IOR, arrivando a fare dimettere un Papa come mai si era visto fare in 2000 anni. A prescindere da quanto l’intervista sia stata filtrata e dalle domande che sono andate in onda, bisognerebbe riflettere sul fatto che il Papa abbia deciso di mettersi sullo stesso piano di un cantante o un attore in cerca di pubblicità e disposto a pagare pur di farsi notare. Francamente, colui che è stato chiamato alla guida di milioni e milioni di vite umane (non di persone) diventa. così facendo modo, una delle tante mode che domani saranno cestinate per avere nuovi personaggi che mantengano una audience sempre avida di novità. Sarebbe da chiedersi: Come è arrivato l’invito al Papa? Cosa lo ha convinto ad accettare? Cosa gli ha fatto scegliere Fazio tra le migliaia di giornalisti e letterati che avrebbero dato qualsiasi cosa per poter porre una domanda. Perché l’apparizione non è andata in onda sulla papalina TV2000?

Riunifichiamo l’Italia con il Vaticano

La #DEMOCRATURA si è dimostrata ancora una volta, in tutta la sua straordinaria capacità e forza. Un #parlamento mutilato incapace di eleggere un altro tutore. Un parlamento scelto dai #partiti e non dalle preferenze degli elettori, spinto verso un #bipolarismo i cui risultati sono di non trovare punti in comune. Un parlamento che, senza alcuna #eutanasia, non viene sciolto quando evidentemente non rappresentativo ed in crisi, subisce l’accanimento terapeutico di un medico molto noto a Bruxelles anche se ha studiato in Italia. E così, piano piano, hanno trasformato la maggioranza formata dal partito delle scatolette di tonno in sostenitori della DC vecchio stampo innalzata a monarchia…… Il futuro che ci aspetta è il dimezzamento del parlamento secondo un disegno di scatolette di #tonno che evidentemente al loro interno avevano la #DC di #Mattarella ed il #PSI di #Amato. Sarà ancora più facile fare credere alla gente che siamo in democrazia e che questa è il miglior sistema di governo. Ma il fondo non è stato ancora toccato: Adesso i giornali e le televisioni sfrutteranno la cosa pompando sull #elezionediretta del #presidente già immaginando i ciclopici guadagni provenienti da mesi e mesi di pubblicità elettorale.  Ci troveremo così a votare ed ottenere i risultati già ottenuti usando questo metodo, che vanno dalla #Raggi a #Berlusconi, ovviamente con i seguiti simili a quelli di #Capitol Hill perché in Italia non mancheranno certo le accuse di brogli. Immaginiamoci gli sconfitti per poche centinaia di voti che entreranno dentro il #Quirinale facendosi selfie con […]

LA VERA FELICITÀ STA NEL NON INSEGUIRLA

LA VERA #FELICITÀ STA NEL NON INSEGUIRLA. Gli imperialisti USA hanno inserito nella loro #costituzione il “diritto alla #felicità“. Una grande caxxata visto che il diritto ad una cosa astratta e soggettiva (la felicità) è di fatto un non diritto. La conseguenza di questa loro trovata geniale, è di aver posto solide basi per avviare quel #consumismo attuale, esasperato dallo spostare sempre più in alto l’asticella, ed al tempo stesso aver creato un alibi all’ imperialismo che si sente così in diritto di sottomettere quei paesi che potrebbero contrastare la loro felicità (praticamente tutti). Se guardiamo bene a fondo, il concetto di #felicità tipico di questa epoca, poggia le sue basi sul’invidia e sulla avidità, il RINCORRERLA rende #schiavi #insoddisfatti e per questo disposti a tutto. Apprezzare quello che si ha, è una gran felicità. Tutto il resto è #consumismo e #felicità effimera indotta dalla #pubblicità

Vendere scorregge

Il problema non è chi compra le #flautolenze bensì chi crede che sia vero ciò che viene spacciato per informazione e crede anche a ciò che mostra la #pubblicità e i #giornali. Tutti si sentono grandi furbi per non aver comprato le #scorregge in barattolo e mentre danno dell’idiota a chi “avrebbe” comprato, non si accorgono di aver abboccato con tutte le scarpe ad una pseudo #notizia creata ad arte per montare un personaggio ed aumentare la notorietà dell’ennesimo #influencer che proverà a far soldi grazie alla pubblicità che riempirà migliaia , se non milioni, di cervelli inconsapevoli. Qualcuno obietterà: E che non può essere vero? Fatemi capire: la signora si metterebbe un tubo nel deretano e locollega a dei barattoli con valvola che incamerano il gas? E come sigillare il tubo nel deretano per non farlo sfiatare? Con il silicone? https://www.sardegnalive.net/news/nel-mondo/336013/troppi-fagioli-per-stephanie-matto-l-influencer-che-vendeva-peti-in-barattolo-ricoverata-d-urgenza

Lavorare presto

Istintivamente, alla lettura del titolo, ho una reazione di ribrezzo. Poi i ragionamenti prendono il sopravvento sulle reazioni indotte e mi ricordo di aver iniziato a lavorare a 14 anni, di pomeriggio, in tipografia per 10.000 lire a settimana. Se la lega vuole la #scuola dei lavoratori e la sinistra la #scuola di lgbntxyz è facile prevedere un futuro dove comunque vada te lo metteranno in quel posto. Da una parte, si risolve una delle grandi contraddizioni della (ex) sinistra, quella proletaria, che vede scontrarsi l’innalzamento del valore del #lavoro a priorità massima ed aspirazione unica, nel rispetto assoluto di ogni lavoro e lavoratore, al tempo stesso non ritiene il lavoro cosa da #bambini, innescando cosi il conflitto che porta al peterpanismo. Se il lavoro è la cosa più importante per uomini e donne, perché è vietato ai bambini? Perchè va addirittura in galera chi li fa lavorare? D’altra parte solo la #pubblicità commerciale è autorizzata a far lavorare i bambini e stipulare contratti di collaborazione ai bambini che vengono cosi usati per impietosire i #consumatori ed attrarre la loro attenzione….. Certo che, a guardar bene, tolto il lavoro, tolto il militare, ridimensionata la chiesa e ridimensionata la scuola, l’unica autorizzata a trasmettere educazione è la televisione con la sua violenza ed i suoi bisogni indotti, nel segno della #crescita

motivi per sentirsi migliori

Nell’attuale società italiana si vive cercando continuamente un motivo per sentirsi migliori degli altri secondo un processo che potremmo definire di arrivismo sociale. Se fino a qualche anno fa ciò si limitava al materialismo consumista e quindi agli status symbol, oggi non ci si limita a sfoggiare brand ma l’ultima moda sembrerebbe essere quella di sfoggiare pensieri #buonisti in una gara a chi è più buonista. Acuni brand se ne sono già accorti e legano il loro marchio all’attivismo sociale. In questa gara tutta basata sull’apparire, non potevano non primeggiare coloro che dell’apparire ne fanno un motivo di esistenza: Le donne. Grazie alla loro maggior inclinazione alla propaganda e alla pubblicità, ben vengono create e manipolate da coloro che hanno interesse a direzionare le persone, vale a dire media e politici, spesso in sinergia. Entrambi – media e politici – cavalcano questa filosofia e spingono affinchè le donne si convincano di essere superiori agli uomini. Per raggiungere l’obiettivo sfruttano il loro diffuso senso di incompiuto ben presente nelle donne da quando sono state limitate nella maternità, che ben si presta ad accogliere il buonismo e mettere in pace la coscienza. In questo modo, media e politici, acquisiscono consensi ad ogni proclama favorevole alle donne, indipendentemente dalla reale correttezza del proclama, che risultaerà ben aderente al politically correct e quindi ad acquisire consensi. Uno scalino più sotto, sulla scala dell’arrivismo buonista, vi sono quegli uomini che ritengono le donne superiori e a loro volta si sentono superiori al resto degli uomini. […]

Criminali o mignotte?
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E’ veramente scandaloso che il TG1 nella sua edizione serale (raramente con ospiti) mani in onda pubblicità/propaganda occulta ad un film come #DIABOLIK attraverso interviste e ospiti in studio che cercano di ammantare il film #diabolik di femminismo arcobalenato, quando invece dovrebbero chiedersi: se UNA DONNA SCEGLIE DIABOLIK COME UOMO, PUÒ LAMENTARSI POI DEL FEMMINICIDIO? Proviamo a chiederci se aver instillato nelle menti fanciullesche il germe del crimine, utilizzando fumetti, cartoni animati e altre tecnologie progressiste del tempo, abbia contribuito a creare oggi una società dove la criminalità è inferiore. Continuiamo a parlare di ETICA e poi gli unici idoli che la società è capace di proporre sono criminali e mignotte, meglio ancora tutte due insieme. https://www.raiplay.it/video/2021/12/Tg1-Miriam-Leone-La-mia-Eva-Kant-che-ama-follemente-Diabolik-a038b009-288f-43de-9239-c9bbe400ae9f.html

Il fascismo consumista

tratto da: la città futura Tra il XIX e il XX secolo lo sviluppo monistico del capitale incontrò un ostacolo, quello della dottrina marxista-leninista, che iniziava a dispiegare i propri effetti grazie alla progressiva presa di coscienza delle masse sfruttate ad opera degli intellettuali organici e che produsse, come reazione, nei decenni seguenti, in paesi a capitalismo maturo, in cui maggiori erano i rischi di tenuta del sistema, i fascismi storici. Tuttavia il fascismo storico, in particolare in Italia, non fu mai pienamente ideologizzato, dacché la sua ideologia di fondo appartiene al capitale, che ha potuto compiutamente realizzare i propri obiettivi solo dopo il crollo del blocco di potere socialista, avendo dunque il campo libero, mediante la diffusione della filosofia dei consumi, dell’individualismo e dell’edonismo di massa. Pier Paolo Pasolini, grazie agli studi gramsciani, seppe riconoscere la natura del vero fascismo, quando spesso sottolineava il fatto che quest’ultimo non è quello del ventennio, ma quello dell’edonismo e del consumismo, tanto da dire “se la parola fascismo significa la prepotenza del potere, la «società dei consumi» ha bene realizzato il fascismo” (Fascista, in Scritti Corsari). Pasolini identificò e descrisse il consumismo come fase matura della conquista fascista da parte del capitalismo. L’emersione – negli anni in cui Pasolini scriveva – di gruppi neo-fascisti e la strategia della tensione furono in massima parte una reazione impaurita del capitale nei confronti delle masse popolari che aderivano all’ideologia socialista e minavano la diffusione del pensiero liberista e il conseguente radicamento del consumismo. Pasolini, che […]

Sono solo canzonette
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Bennato cantava sono solo canzonette ma in realtà non è così. La musica moderna – quella che si riproduce migliaia di volte alla radio ecc – è tra le più forti forme di lavaggio del cervello per via del fatto che ripete migliaia di volte e porta a ripetere frasi che senza accorgersene entrano nei nostri pensieri, pronte ad essere richiamate ad ogni minimo accadimento che le ricorda. Esattamente come la pubblicità. Basta dire “più lo mandi giu” e tutti sapranno terminare la frase, ripetendosi inconsciamente che il caffè fa bene. La musica leggera è la più forte arma di propaganda ideologica degli ultimi 50 anni, superiore anche al cinema ed ai libri che n cessitano di tempo ed attenzione. Per questo motivo, la distribuzione musicale censura la musica non angloamericana. Avete mai sentito musica francese o russa o giapponese, ungherese, tedesca, greca…. Solo rarissimi casi isolati. Questo ha creato la convinzione che gli altri paesi non abbiano musica rock o sia di qualità scadente ai livelli del sirtaki e del kasaciov. La musica ha insinuato il concetto di superiorità anglousa che sta alla base della convinzione che la lingua inglese sia superiore alle altre, anche se di fatto è superiore solo in stupidità. Partendo da questa considerazione, risulta più evidente come il piano inclinato avviato dai Queen o da Renato zero abbia nel tempo accelerato sempre più velocemente arrivando oggi a velocità veramente pericolose che, prevedibilmente, provocheranno incidenti mortali come quelli della mancata riproduzione che affliggera questa generazione. Moriranno […]

Le diete del Ramadan

Il #consumismo – di fatto la nostra #religione – ci propone le #DIETE, molto simile al #ramadan ma da praticare solo DOPO essersi strafogati ed ingrassati come porci, il tutto ammantato di scientificità di nutrizionisti e palestrati (pronti a @pagareperfaticare pur di strafogarsi di nuovo). In questi giorni, i fedeli musulmani stanno celebrando il digiuno nel mese di Ramadan, un precetto che alla maggior parte di noi occidentali sembra assurdo e per alcuni addirittura ridicolo. A cosa serve il digiuno del Ramadan? L’aspetto religioso mira a risultati concreti per i fedeli che non la fedeltà, la devozione e l’amore incondizionato verso Dio. Il digiuno serve ad allenare la propria forza di volontà: dimostrare a noi stessi che non siamo delle piantine mollicce che si fanno piegare dal vento del consumismo, ma che sappiamo essere dei tronchi ben piantati e se ci mettiamo in testa di fare una cosa, siamo in grado di farla. Il digiuno serve ad allenare il proprio autocontrollo: dimostrare a noi stessi che siamo in grado di non farci guidare esclusivamente dal nostro istinto, ma siamo esseri umani e attraverso la ragione possiamo controllare i nostri comportamenti. Il digiuno serve alla purificazione, fisica e spirituale, cioè una condizione in cui viene tolto terreno alla voracità dell’Ego che vorrebbe divorare il mondo per la paura di perdere se stesso. Il digiuno sospende la voracità e con essa la paura. Il digiuno collettivo poi significa sinergia: è l’azione di una intera comunità che lo pratica contemporaneamente, dove i membri […]

La lotta di classe trasformata in lotta di genere
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NON LASCIAMOCI SCIPPARE IL #1MAGGIO COME HANNO SCIPPATO L’ARCOBALENO AI PACIFISTI Quali sono le origini del 1° maggio in Italia? Facciamo un grande passo indietro, al 1 maggio 1891. Proprio in quel giorno a Roma, presso piazza Santa Croce di Gerusalemme, si verificò una delle più cruente repressioni fatte in Italia contro le manifestazioni dei lavoratori. Negli scontri con l’esercito, furono uccisi 4 operai e oltre 200 vennero arrestati. Già un anno prima, nel 1890, sulla rivista “La Rivendicazione”, pubblicata a Forlì, un articolo iniziava così: “Il 1 maggio è come una parola magica che corre di bocca in bocca, rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo ed è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento”. Il tutto avveniva a seguito della decisione adottata il 20 luglio 1889 a Parigi, durante il congresso della Seconda Internazionale, fu operata la scelta: “Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi”. Il 22 aprile 1922, sul giornaletto illustrato per ragazzi “Cuore”, il 1 maggio venne definito”la data in cui i lavoratori di tutto il mondo affermano il proposito e la speranza di affrettare il giorno in cui gli uomini saranno fratelli e la terra suonerà del canto del lavoro lieto, e […]

Passaporto vaccinale
fareste entrare

RICORDO BENISSIMO DI AVER PRESO LA #VARICELLA NON DA CHI ERA AMMALATO, MA DA CHI L’AVEVA AVUTA ED È ANDATO A TROVARE UN AMMALATO PER POI VENIRE DA ME. Stiamo correndo incontro ad un errore che potrebbe rivelarsi fatale: scambiare un #vaccinato per un NON INFETTO. Facile prevedere cosa accadrà con il #passaporto #vaccinale: avremo untori vaccinati liberi di andare in giro per il mondo mettendo in contatto diverse varianti dei virus che creeranno così altre varianti. Tutti sembrano dimenticare che i vaccinati sono individui immunizzati al virus e nell’immaginario collettivo il virus muore appena li tocca, ma non è così. Il virus verrà attaccato dagli anticorpi una volta entrato nel metabolismo del vaccinato. Questo vuol dire che per un periodo imprecisato sarà ben presente nei liquidi organici corporei ma anche su pelle o vestiti. Se a questo associamo il fatto che i vaccinati, in virtù della loro #immunizzazione, non adotteranno più alcuna precauzione, è facile immaginare come saranno ben presto #portatori sani di alte cariche virali. E pensare che proprio loro saranno abilitati a circolare in diverse nazioni e tutti saranno costretti ad aprire loro le porte. Serviva proprio qualcuno che trasportasse il virus in giro per il mondo a scapito di chi non è o non può vaccinarsi. Non solo. Grazie al loro passaporto vaccinale, saranno quindi in grado di trasportare i loro #virus in altri paesi dove verrà in contatto con altre #varianti e presumibilmente darà luogo ad ulteriori varianti. Con un rapido aumento della circolazione di […]

Consumismo nuova religione
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Il consumismo è la nuova religione. Se osserviamo la maggior parte di coloro che si professano atei o laici – così come buona parte dei religiosi – noteremo come questi hanno sostituito i concetti basilari di vita,per secoli dettati dalla religione, rimpiazzandoli con quelli tipici del consumismo. Lo scopo principale della vita è diventato quello di consumare il più possibile. Il bene ed il male si stabilisce in base a vecchio e nuovo e alle mode. Le feste sono solo quelle del consumismo. I predicatori vestiti da spot pubblicitari ripetono le.stesse.preghiere più volte al giorno e ti spingono ad andare la domenica nella cattedrale del centro commerciale da dove tornerai soddisfatto come la vecchietta tornava dalla messa. Anche il paradiso è ormai un luogo di consumo

Non si scappa alla pubbicità
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Decenni di invadentissima #pubblicità a rossetti, trucchi e vestiti hanno inquinato le menti non solo delle #donne ma anche di quella percentuale di #uomini più facilmente influenzabili e #manipolabili. Che lo crediate o no, il lavaggio del cervello viene fatto con tecniche e metodi ultrasofisticati e pieni di messaggi subliminali e parasubliminali, che, però, non possono scegliere conla massima precisione i destinatari finali della pubblicità (sia pur cercando di selezionarli individuando il target). Per forza di cose i messggi raggiungono anche persone a cui non erano destinati. Ecco quindi che il bisogno indotto da quegli spot di rossetti, trucchi, e acconciature, destinati alle donne appare anche negli uomini maggiormente influenzati e riceve i consensi di quella parte di uomini leggermente meno influenzati ed ovviamente delle donne che erano il target originario. Inoltre molti spot inseriscono non solo messaggi destinati alle donne per dire loro come devono essere per piacere ma anche messaggi destinati agli uomini per dire loro cosa è bello e come scegliere. La stragrande maggioranza non accetterà che il proprio cervello sia stato manipolato e preferirà ritenere giusto travestirsi da pagliaccio senza rendersi conto che se una volta travestirsi da donna faceva ridere oggi viene considerato un atto di avanguardia progressista. D’altra parte se un comico è a capo del primo partito d’Italia è evidente che la nostra attuale cultura faccia ridere

Non poteva prevederlo
democrazia-digitale

I vecchi marxisti avevano strumenti efficaci per combattere il consumismo senza mettersi a far prediche: il moralismo anticonsumistico apparteneva per loro alla sovrastruttura ed essi pensavano di poter manovrare la struttura o, meglio, di poter orientarsi nel medesimo senso in cui la storia stessa avrebbe trasformato la struttura. Ma non avevano potuto prevedere lo sviluppo della pubblicità e gli altissimi livelli raggiunti dalle tecniche di manipolazione di massa, orientata ad instillare nella popolazione bisogni sempre crescenti e sempre più ritenuti essenziali.

Breve storia dell’ideologia consumista

È difficile raccontare il consumismo senza incappare nella lettura moralista che oggi prevale tra coloro che lo criticano. Basta pensare alla chiesa cattolica, sempre più a sinistra nella condanna del consumismo come uno dei principali mali della nostra società, ma anche dalla galassia ecologista e da altri settori sociali di ogni tradizione politica giungono severe critiche quasi mai prive di una coloritura nostalgica, antimoderna e anche moralistica. Non ho nulla contro i moralisti o gli antimoderni, credo solo che un tale approccio rischi di creare inutili polarizzazioni e di indebolire la forza di un’idea o di una critica e ne riduca il suo potenziale trasformativo. Proverò quindi a sfuggire, per quanto mi è possibile, da questa strettoia.Volendo tracciare una storia in pillole del consumismo elencherò una serie di punti associati ad alcune date, scelte arbitrariamente nel mio archivio mentale, che segnano un altrettanto arbitrario e pretestuoso percorso che però spero risulti sufficientemente descrittivo di ciò che intendo illustrare. 1836 John Stuart Mill cita per la prima volta l’homo oeconomicus. Con questa definizione si vuole caratterizzare l’uomo nuovo emergente dalla rivoluzione industriale, capace di perseguire i propri interessi diventando “partner dello scambio” economico nel modo più razionale, pianificato, previsionale possibile, massimizzando il proprio tornaconto personale. 1925 Primo accordo segreto a Genova tra le aziende costruttrici di lampadine sull’obsolescenza programmata dei loro prodotti. Le principali aziende del settore decidono di ridurre la consistenza del filamento di tungsteno poiché la tecnologia dell’epoca già consentiva la costruzione di lampadine praticamente eterne. Da allora in […]

eserciti non militari
globalizzazione culturale

Si potrebbero definire gli eserciti non militari. Il loro compito è quello di trasmettere nelle popolazioni dei paesi che si intendono conquistare, una cultura che si presti ad essere inconsciamente dominata e direzionata verso un fine utile al paese instillatore di quella cultura e lasciando credere loro che il fine sia utile al paese indottrinato, esattamente come un venditore convince il cliente che il proprio prodotto gli sia utile. Lo scopo delle guerre è quello di conquistare nazioni per appropriarsi delle loro ricchezze e sottomettendo le popolazioni obbligandole a fare ciò che è utile al bene paese dominante. Oggi, nei paesi più facilmente dominabili – vale a dire quelli con ideali meno forti e dove la religione non ha potere ma è ridotta ad un elemento di costume – questo avviene mettendo in campo simultaneamente diverse strategie in modalità coordinate tra loro, unite nello scopo finale ed attuate attraverso la diffusione di una cultura utile ad essere dominati. L’appropriazione delle ricchezze delle nazioni da conquistare, avviene in maniera subdola attraverso i cosiddetti “investimenti esteri” (punto cardine dell’ONU, WTO e WB) che vengono entusiasticamente accettati dai governi grazie alla convinzione instillata ai più alti livelli dei paesi da conquistare, utilizzando università e master per la diffusione di quello che potremmo definire un vero e proprio POPULISMO ECONOMICO. Grazie a questa convinzione indotta, i governi si convincono profondamente che la propria economia non possa fare a meno degli investimenti esteri ed aprono le porte ai conquistatori economico-finanziari, convinti che ciò sia un […]

profilassi non vaccino
profil

Quando un vaccino NON garantisce l’immunità acquisita (cioè la protezione assoluta per quella malattia) si chiama #profilassi, ne è un esempio la profilassi antimalarica che non garantisce di non contrarre la malattia ma ne diminuisce la probabilità di contagio e (forse) ne attenua gli effetti. Tutti i paesi che fanno parte del WTO hanno accettato attraverso la ratifica dei trattati di condannare la pubblicità ingannevole, vale a dire quella pubblicità tesa a far percepire ai consumatori una diversa qualità del prodotto. Definire #vaccino un prodotto che in realtà è una profilassi, è un vero e proprio caso di #pubblicita ingannevole. Come si può definire vaccino se non vaccina? Il fatto che anche le istituzioni abbiano avuto parte attiva nel propagandare quella che altro non è che una #profilassi-antiCOVID spacciandola per un vaccino, non minimizza affatto la violazione delle normative contro la pubblicità ingannevole compiuta da parte delle società che hanno commercializzato i vari farmaci tendenti a diminuire le possibilità di contagio dichiarandone poteri vaccinali. Purtroppo però il WTO ha sempre dato grande importanza alle multinazionali farmaceutiche i cui rappresentanti siedono sulle più alte sedie del WTO stesso…… Una mano lava l’altra….. Eppure deve esserci qualche avvocato che intenda salire alla ribalta avviando una procedura di infrazione contro le multinazionali che abbiano propagandato una profilassi spacciandola per vaccino. Sarebbe una causa milionaria anche se il risarcimento andrebbe agli Stati e non alle vittime della pubblicità fuorviante. #ioaspettoquellobono

anticonsumismo
Una grande verità

Atteggiamento culturale che si oppone al consumismo e ai suoi eccessi. L’anticonsumismo è una ideologia sociopolitica opposta al consumismo, ovvero al continuo comprare e consumare beni materiali. L’anticonsumismo si antepone alle azioni delle imprese aziendali private che perseguono obiettivi economici e finanziari a danno del benessere pubblico, specialmente protezione ambientale e stratificazione sociale. In ambito politico, l’anticonsumismo si interseca con antiglobalizzazione e attivismo ambientale. Una variazione concettuale dell’anticonsumismo è il post-consumismo che antepone il valore del benessere individuale al successo materiale. L’anticonsumismo è nato in risposta ai problemi causati dal consumo globale a lungo termine. L’anticonsumismo è il tema principale dei libri “No Logo” (2000) di Naomi Klein e dei documentari “The Corporation” (2003) di Mark Achbar e Jennifer Abbot, e “Surplus: Terrorized into Being Consumers” (2003) di Erik Gandini; questi hanno reso popolare l’anticonsumismo e l’attivismo anticorporazione come ideologie accessibili tramite azioni civili e politiche. [Da Wikipedia] La critica del materialismo economico come comportamento disumanizzante e distruttivo della Terra, come habitat umano, viene dalla religione e dall’attivismo sociale. La critica religiosa afferma che il consumismo materialista interferisce con la connessione tra l’individuo e Dio, e così è uno stile di vita intrinsecamente immorale; così lo storico tedesco Oswald Spengler (1880-1936) affermava che “La vita in America ha una struttura esclusivamente economica, e manca di profondità”. Dalla prospettiva cattolica romana, Tommaso d’Aquino affermava che “L’avidità è un peccato contro Dio, proprio come tutti i peccati mortali, in quanto l’uomo condanna le cose eterne per il bene delle cose temporali”; in […]

RIMBORSI UGUALI PER TUTTI
Periodi difficili

RIMBORSI UGUALI PER TUTTI. La natura non ci ha fatto tutti uguali. Il compito dello Stato è quello di compensare queste disparità e non certamente quello di assicurare profitto a chi scommette sul proprio fatturato. In quest’epoca consumistica invece si è subdolamente affermata l’idea che NON SIAMO TUTTI UGUALI a tutto vantaggio di chi guadagna di più. Nessuno infatti sembra minimamente disturbato dal fatto che il Presidente del Consiglio Conte elargisca a fondo perduto ingenti somme ai colossi della ristorazione (e derivati) e minimi aiuti ai piccoli ristoratori a gestine familiare, secondo una logica che mira a premiare coloro che gestiscono senza riserve di alcun tipo grossi fatturati e quindi lauti profitti. Quelle società commerciali che spesso hanno forti commercialisti in grado di far pagare meno tassse possibili grazie a conoscenze approfondite in materia di tributi e agevolazioni, quelle società che possono permettersi la sede la sede e gli approvigionamenti dall’estero, quelle società che ogni tanto chiudono per riaprire con unaltro nome…… tutte queste societa – essendo i rimborsi calcolati sul fatturato complessivo (e non ad esempio sulle imposte versate gli anni precedenti) – non vedranno scendere i loro profittie non saranno costretti a vendere la loro Porsche o la villa al mare. Non potranno dire lo stesso ristoratori e trattorie a gestione familiare che faticosamente e con grandi sacrifici hanno fino ad oggi tenuto aperto il loro locale grazie alla qualità e non grazie a campagne pubblicitarie.  Il compito dello stato dovrebbe essere quello di livellare le disparità sociali […]

Morire di democrazia, di consumismo e iper-produttività

Una massa abnormale di tessuto che cresce in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e che persiste in questo stato anche dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo di formazione. Una crescita incontrollata, scriteriata che causerà, molto probabilmente, la morte dell’organismo, ormai malato. P. Bruegel – ‘Il Trionfo della Morte’ – Pensate alla patogenesi di un tumore   Perversione nella Democrazia Democrazia. Una parola dal significato cristallino: démos (popolo) kràtos (potere), ma di un’applicabilità molto complessa. Cos’è infatti il potere del popolo? Questa parola così potente trascina con sé un’idealità che è assai più forte della sua manifestazione reale. L’attuale democrazia sembra un grande malinteso, evidenziato dall’ambiguità differenziale che vi è tra idea e fenomenicità. E questo ha portato non già ad un freno delle attribuzioni date alla democrazia, corrisposto da un’adeguata riflessione sulle reali possibilità di conseguimento, ma ad un suo sovraccarico strutturale di aspettative che la sta destituendo. Schumpeter scrisse: «Il metodo democratico è lo strumento istituzionale per giungere a decisioni politiche, in base al quale singoli individui ottengono il potere di decidere attraverso una competizione che ha per oggetto il voto popolare.» È qui che si annida il pregio e, al contempo, la perversione della democrazia. La discriminante democratica è la competizione elettorale, un gioco interattivo che si svolge con ciclicità. Essa fornisce un fondamento di legittimità, bensì attribuisce un diritto di voto attraverso il suffragio universale; un diritto fondamentale nelle civiltà occidentali ai fini dell’emancipazione politica. In teoria la democrazia […]

GIU LE MANI DALLE MASCHERINE
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USATA MALE, LA MASCHERINA FA MALE. Dopo aver imparato come si lavano le mani, bisogna imparare come si usano le mascherine. Sembrano essere molti coloro che le usano con leggerezza, senza pensare che le mascherine sono veicolo di contagio. Vuoi vedere che è questa la causa della mancata estirpazione del virus? La stupidità di chi ci governa unita a quella di chi sta all’opposizione, è la causa principale dei malanni di questo paese. Il COVID ce lo sta dimostrando. Mentre nel paese ci si divide su “mascherine SI mascherine NO“, mentre la gente sembra fare a gara per scoprire le cause e i luoghi di maggior contagio, tutti sembrano ciechi di fronte all’uovo di Colombo rappresentato da un solo GROSSOLANO MA BASILARE ERRORE che si vede compiere indiscriminatamente ed in continuazione: quello di sottovalutare la contagiosità della mascherina. Errore che vanifica l’effetto difensivo della mascherina e tutte le misure precauzionali messe in campo da mesi. Non utilizzare le protezioni nel modo giusto, rischia fortemente di annullarne l’effetto, anzi potrebbe addirittura essere più pericoloso! Pensiamo bene a come funziona la mascherina: Sembrerebbe scontato dirlo, ma la mascherina si comporta come un FILTRO. Questo significa che CREA UNA BARRIERA che impedisce al virus di arrivare alla nostra bocca o al naso. Quello che però tutti sembrano dimenticare è che la mascherina crea una barriera ma senza uccidere il virus: si limita a trattenerlo!! Se abbiamo avuto la sfortuna di passare vicino a qualche persona contagiosa ma abbiamo avuto la fortuna che la […]

Generazioni a confronto
viaggia

Io mi ribello contro la convinzione che siamo la prima generazione che si trova in condizioni peggiori rispetto a quella che l’ha preceduta, perché credo questo sia solo un mantra del neoliberismo che cerca di convincerci che dobbiamo a tutti i costi andare avanti, dobbiamo crescere sempre, all’infinito. Quelle pronunciate dai “paladini dei giovani” sono frasi che attecchiscono facilmente nelle menti colme di bisogni indotti dalla pubblicità e dal consumismo. Menti che non hanno nemmeno mai visto un film degli anni 70 o anni 90 o che non hanno capito come si viveva. I Raider si chiamavano pony express e lo hanno fatto tutti quelli che rimediavano un mezzo, fin da 14 anni quando oggi se ne vanno in giro con le loro macchinine. Adesso stiamo imboccando la via della decrescita: facciamolo!

Gli inesperti e il COVID
inesperto

Gli INESPERTI si riconoscono per l’improvvisazione con la quale affrontano situazioni al di fuori della normalità. Chi ha esperienza in un determinato campo sa cosa fare nel caso si verifichi un determinato evento. Noi purtroppo abbiamo INESPERTI AL POTERE che improvvisano senza alcuna linea da seguire ma in base a queste o quelle pressioni (e questo si era già visto dopo il primo anno). Purtroppo queste persone si trovano a governare un paese che affronta un’ emergenza mai vista. Ma se all’inizio l’improvvisazione poteva essere comprensibile, dopo tanti mesi si può ancora IMPROVVISARE senza avere alcun PIANO D’EMERGENZA PREDISPOSTO e già messo a punto da avviare nel caso i contagi raggiungano un determinato numero. Ed i vantaggi di chi si prepara prima sono innegabili. Molto meglio organizzarsi che improvvisare senza dare tempo alle persone di organizzarsi. La gente avrebbe tempo per organizzarsi a chi lasciare i figli se chiudono le scuole, le problematiche conseguenti potrebbero essere valutate prima ancora che vengano attuati i provvedimenti e magari ci sarebbe il tempo di modificarle per eliminare il sorgere di problemi. Da non sottovalutare anche l’aspetto deterrente che farebbe rispettare maggiormente le regole (ammesso che funzionino, ed è tutto da dimostrare). Invece politici e media paghettati – tenuti in piedi grazie a infiniti spot pubblicitari anti-covid pagati dal governo – ripetono in continuazione che gli altri paesi lodano l’Italia per il suo approccio alla pandemia. Peccato che leggendo i giornali non si trovi mai traccia di questo. Vuoi vedere che prendono sul serio […]

Consumismo nuova religione
santino

“Il consumismo ha vinto laddove ideologia, credo o fede siano stati estirpati.” Quello che non ho È quel che non mi manca anticonsumismo #consumismo “Non desiderando nulla, si possiede tutto.” (Ippolito Nievo) “Non passate dalla schiavitù del regime comunista alla schiavitù del consumismo.” “In una società di consumo ci sono inevitabilmente due tipi di schiavi: i prigionieri delle dipendenze e i prigionieri dell’invidia.” “La felicità non è una questione di consumo, ma di tempo libero in abbondanza per esprimere il proprio essere.” “La pubblicità ha il compito di indurre la gente a comperare delle cose di cui non ha bisogno, con denaro che non ha, per impressionare altre persone che non conosce.” “L’Islam non ha torto quando accusa l’Occidente di essere corrotto, privo di valori, teso solo alla soddisfazione dei bisogni materiali, a qualunque prezzo.” “Il potere è divenuto un potere consumistico, infinitamente più efficace nell’imporre la propria volontà che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione.” Pier Paolo Pasolini “Il consumismo raggiunge il suo fine inculcando nell’uomo le più inutili necessità, ma per far ciò usa un mezzo sproporzionato allo scopo: la donna.” “Tu sei il consumista perfetto. Il sogno di ogni gerarca o funzionario della presente dittatura, che per tenere in piedi le sue mura deliranti ha bisogno che ognuno bruci più di quanto lo scalda, mangi più di quanto lo nutre, illumini più di quanto può vedere, fumi più di quanto può fumare, […]

Cronaca Vera
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CRONACA VERA, chi ricorda la rivista (ancora esiste) non avra difficoltà a notare la similitudine con le notizie oggi riportate dai TG e la loro scaletta – condivisa tra tutti i TG a dimostrazione della loro orchestrazione – ma c’è da dire che forse era più interessante. Dovrebbe far preoccupare il bassissimo livello raggiunto dall’informazione e dalla TV pubblica, nella quale i telegiornali riportano raramente notizie importanti o fatti del mondo ( a meno che non siano tragedie, che fanno molto audience) ma son piene di fattucoli e pubblicità camuffata. Il lavoro del presidente RAI Foà si dimostra peggiore di quello di ogni suo predecessore, compresi quelli sotto il governo dell’odiato Berlusconi che fino ad oggi avevano avuto il pudore di lasciare almeno un canale nelle mani dell’opposizione, come sempre avvenuto fin dai tempi di telekabul ed anche prima. Se a questo aggiungiamo la notevolissima quantità di trasmissioni strillate ed unidirezionate come i film rigorosamente made in USA o italioti, otteniamo dei risultati da informazione dittatoriale. Ma quello che più fa pensare è come i TG evitino di parlarci di quello che succede nel mondo o di avvenimenti importanti negli altri paesi che non siano USA o israele, a meno che non siano tragedie con migliaia di morti per i quali siamo in angoscia nonostante non si sappia bene nemmeno dove sta quel paese. Una Unione Europea che volesse dimostrarsi democratica e tendere verso l’integrazione dovrebbe avere il coraggio di obbligare gli operatori televisivi ad INCLUDERE NEI LORO BOUQUET UN […]

Propaganda e caffè
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Il caffè nonostante sia una delle sostanze con maggiori effetti sull’organismo, quasi tutti dannosi, e con altissima dipendenza gode di un’incontrastata propaganda positiva che fa dimenticare a tutti che in realtà sia una droga peggiore di alcool e tabacco. Ecco un tipico esempio di propaganda camuffata da notizia scientifica e per questo Ancor più potente. L articolo è strutturato in maniera ben congegnata e mira innanzitutto a far identificare il lettore sfruttando uno dei momenti peggiori della giornata di molte persone vale a dire il momento dove ci si deve distaccare dal piacevolissimo letto per andare all’odiato posto di lavoro. È il momento più critico per la stragrande maggioranza delle persone e quindi con un target elevatissimo. Per accalappiare sempre più i lettori e farli immedesimare nella odiosa situazione quotidiana larticolo riporta innanzitutto situazioni comuni nelle quali tutti si identificano (in realtà normali comportamenti fisiologici). Al centro dell’articolo – quando la fiducia del lettore è ben conquistata e dove salta subito l’occhio dei lettori veloci – vi è la parte dedicata al caffè DOPPIO che viene sdoganato attraverso l’invito di scienziati a non prendere il terzo, suscitando in questo modo sia la naturalezza dei due caffè sia il terzo per i trasgressivi e per coloro che vogliono sentirsi più forti degli altri o per chi vuole esagerare. Il consumatore degluttira l’articolo come scientifico per il semplice fatto che non riscontra alcun brand o messaggio pubblicitario e quindi secondo lui è un articolo che il giornale pubblica senza avere alcun guadagno: […]

parasubliminali
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Nuovi software faranno scomparire gli spot come siamo abituati a vederli trasformandoli in messaggi para-subliminali La prospetteranno come una cosa buona perché elimina le interruzioni pubblicitarie o forse non la prospetteranno affatto, mettendola in atto direttamente e modificando le abitudini delle persone che guardano film. Forse qualcuno capirà che anche i film manipolano le idee delle persone ma molti saranno contenti e forse prediligeranno TV con questo sistema che non rende consapevoli degli spot che arrivano direttamente nella mente degli spettatori. Quelle persone sono quelle che si ritengono inattaccabili dalla pubblicità e sottovalutano totalmente la forza profonda e durevole nel tempo di concentrati tecnopsicologici pagati milioni di euro dagli industriali. È una vera e propria religione che non promette il paradiso dopo la morte, bensì prima ed il cui inno è: vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo. In altre parole non costruire niente, non piantare alberi, non fare figli, non studiare…. Pensa solo a mangiare e divertirti. Bella filosofia del caxxo. Vivere come una gallina a cui fanno da mangiare e domani le tireranno il collo per mangiarla. http://www.futurix.it/…/nel-futuro-delladvertising-la-fine  

Bisogni e lavoro
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Se tutti avessimo meno voglia di lavorare, il lavoro sarebbe pagato di più. È indubbio. Ma il.lavoro serve a soddisfare i bisogni quindi è necessario. Sono altrettanto necessari i bisogni cui corriamo dietro e per soddisfare i quali si fanno anche due lavori? Ci hanno indotto bisogni fittizi e riempiti di caffè per farci correre e lavorare come matti…..e mentre al lavoratore regalano un telefonino i padroni viaggiano in aerei privati e vivono in castelli con eserciti di servitù. Cosa ha fatto scattare il consumismo? È stato l’aver dato troppa importanza al lavoro (associato con la pubblicità). Il capolavoro dei capitalisti è stato quello di aver esasperato l’importanza del lavoro molto più di quanto ne chiedevano i lavoratori. Il risultato nel lungo periodo è stato che il proletariato riveste meno importanza degli imprenditori, grazie al fatto che questi ultimi forniscono lavoro. Anche l’attuale sinistra grazie a continuai annacquamenti ben orchestrati, è concorde nel ritenere banche e imprese prioritari rispetto ai lavoratori. Un cane che si è DIVORATO LA CODA invece di limitarsi a morderla. Grazie all’innalzamento dell’importanza del lavoro questo è diventato addirittura più importante della legge (è opinione diffusa che per chi sta lavorando bisogna chiudere un occhio) ed addirittura più importante della VITA e della sua creazione e questo lo riscontriamo nell’atteggiamento delle donne che ormai mettono in secondo piano la maternità rispetto al lavoro. Il vaticano ha fornito un notevole contributo in questo senso fin dai tempi di Woytila (il primo papa infiltrato da chi, a quei […]

l’evoluzione del concetto di viaggio: Dal romanticismo al consumismo

Pochi giorni fa mi sono imbattuto nella pubblicità di un’agenzia di viaggi su Facebook. Lo spot riportava queste parole: Se per te il viaggio non è una semplice destinazione, ma la scoperta di usi e costumi del luogo. Se per te il viaggio è l’emozione di vivere una nuova cultura, i sorrisi del suo popolo e paesaggi mozzafiato, sogni un viaggio con Fabtravel.it Il testo dell’articolo, unito alle immagini accattivanti, mi ha quasi subito incuriosito. Ne è nata la disgraziata riflessione riportata di seguito.   Il viaggio di un tempo: l’importanza dello spostamento Innanzitutto è interessante notare come le prime parole dello spot siano intenzionate a scindere l’idea del viaggio dalla destinazione del viaggio stesso. Ciò è dovuto al fatto che lo spot mira a vendere un concetto romantico di viaggio. Un’idea che è un po’ come la ricerca dell’età dell’oro, ovvero un tentativo inevitabilmente destinato al fallimento. C’è infatti una discrepanza insuperabile tra l’idea romantica del viaggio, quella ottocentesca per intendersi, e i mezzi meccanici a disposizione dei nostri spostamenti nel 2020. In pratica il concetto romantico di viaggio è ciò che tutti cercano, ma esso rimane semplicemente un feticcio a causa dei mezzi meccanici a nostra disposizione. Perché? È presto detto. L’idea romantica del viaggio nasce e si sviluppa in un mondo ancora molto vasto, in confronto al quale quello di oggi sembra una pallina da pingpong. La vastità di quel mondo era data dai mezzi di spostamento ancora piuttosto scarsi che gli individui avevano a disposizione. Ovvero le […]

Consumatori industriali
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Se la produzione alimentare e’ stata portata a livelli industriali anche i consumatori devono essere portati a livelli industriali. Inizialmente per raggiungere questo obiettivo si e’ puntato tutto sulla pubblicità e questo con il tempo ha determinato l’enorme sviluppo delle tecniche di marketing che hanno ormai raggiunto livelli di perfezione impensabili 50 anni fa. Queste tecniche hanno funzionato talmente bene al punto che oggi, nella società’ occidentale, viviamo nell’ULTRA-SUPERFLUO. Anche l’ULTRA-SUPERFLUO, pero’, rappresentava un limite; la gente, anche se convinta a mangiare in quantità’ abbondantissima, fisiologicamente non riusciva a farlo piu’ di tanto. inoltre una parte dell’ULTRA-SUPERFLUO determinava una la vita sempre piu’ sedentaria sopratutto grazie agli elettrodomestici ed ai mezzi di trasporto. Ecco quindi una trovata geniale: Convincere la gente a “far bruciare” quello che mangiano! Ma come farlo? Non e’ stato semplice, ci sono voluti anni per convincere le persone a mangiare spropositatamente per poi andare in palestra convinti di bruciare l’eccesso;In questa maniera a quelle stesse persone viene nuovamente fame ed il ciclo si ripete all’infinito. Non solo: una volta che il metabolismo si e’ abituato a processare una gran quantita’ di alimenti, gli organi interni si dimensionano per tale lavoro e diventa indispensabile provvedere a rifornire il corpo di quanto richiesto e di conseguenza se si smette di fare sport si ingrassa mostruosamente. Inizialmente si e’ introdotto questo “concetto” con la diffusione dell’aerobica, del culturismo e dei film di Rocky, che molti ricorderanno. Ovviamente ci sono volute un paio di generazioni per radicare nelle persone la […]

Consumismo compulsivo, trappola d’oro per la mente insaziabile
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Viviamo costantemente immersi in una società consumistica che ci vuole perennemente consumatori, acquirenti, di un numero sempre più crescente di beni, prodotti e servizi. Ogni anno cambiano le mode e dalle passerelle arrivano le nuove tendenze che ci impongono di aggiornare il guardaroba per essere al passo coi tempi, belli e attraenti come la società ci richiede. Vengono continuamente sfornati nuovi e sempre più prestanti modelli di smartphone, iphone, prodotti informatici, automobili, e così via. L’intera economia del mondo occidentale si fonda sul ruolo sociale del consumatore, sul suo potere d’acquisto, e su costruzioni psicologiche condivise che identificano il raggiungimento di un determinato stato psicologico interiore (benessere, felicità…) con il conseguimento di un risultato, spesso “monetizzabile”.Il concetto di felicità infatti, nella nostra cultura, coincide spesso con l’idea del perseguimento di un obiettivo soggettivo (“sarò felice quando avrò quel lavoro”, “sarò felice quando mi sposerò”…), e una volta raggiunto, la felicità viene continuamente posticipata e demandata all’obiettivo successivo, in una continua rincorsa a qualcosa di inafferrabile. Entro questa più ampia costruzione sociale della felicità, si inscrive anche la psicologia del consumismo che, attraverso un marketing efficace e persuasivo, propone ai potenziali acquirenti il proprio modello di felicità: l’acquisto della casa dei sogni, dell’automobile di lusso, le scarpe di marca, il viaggio esotico da sempre sognato. Così passiamo la vita a lavorare e produrre, per poter disporre del nostro potere d’acquisto come consumatori; acquistiamo, consumiamo, buttiamo, acquistiamo di nuovo. Ma la felicità, questa sconosciuta dispettosa, rimane sempre altrove. In questo modello di felicità, […]

Consapevolezza del consumo
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«“Lo conosciamo bene, il vostro finto progresso / il vostro comandamento “ama il consumo come te stesso”.» Erano i primi anni Settanta quando Fabrizio De André cantava queste parole, nella versione alternativa della Canzone del maggio. Poi la rivoluzione informatica e post-industriale, con il suo impatto travolgente sulla società italiana. Una quiete dopo la tempesta ideologica che ha avuto l’effetto di una potente anestesia. Da cittadini a consumatori: l’involuzione italiana ha prodotto risultati nefasti. Materialismo e riflusso nel privato sono andati a braccetto, disgregando la società nell’individualismo sfrenato. Il risultato è lo smarrimento della coscienza di classe da parte di tutto il corpo sociale, eccetto che per le élite del capitalismo finanziario, perché queste sanno bene come difendere i propri interessi e riescono perfettamente nel loro intento. Il consumo sfrenato ci ha resi ciechi e affondati nei miti del successo facile. I media si sono adeguati al generalismo di massa, imponendo il culto dell’apparenza. Lo sfoggio della griffe come ostentazione patetica di una ricchezza spesso fittizia, l’ossessione per gli status symbol del benessere dinamico (il fast food, la tecnologia ad obsolescenza programmata, l’arte degradata a merce),…… una mentalità che insidia anche la generazione del duemila. Il consumismo ci ha consegnato infatti una politica usa e getta, un grande baraccone in cui, da semplici spettatori, possiamo ora fischiare e ora applaudire il cabarettista di turno, mentre spolvera il suo armamentario di battute da operetta. E siamo convinti di essere attivisti facendo click su facebook Qual è il significato ultimo di tutto […]

democrazia digitale
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Con la nuova democrazia digitale stanno di fatto velocizzando le decisioni nel nome del popolo. Rousseau si rivolterebbe nella tomba. Se i SALVINIANI avessero realizzato di poter influenzare fortemente l’esito della consutazione su rousseau, registrandosi sul sito (piattaforma è un’altra cosa) di Rousseau e votando NO, avrebbero cosi stravolto il risultato che oggi viene sbandierato come autorizzativo del ribaltone politico del governo. Era molto semplice ed e’ uno dei bug della democrazia digitale. Rousseau infatti permette a tutti di registrarsi e votare – analogamente ai gazebo pd dive votavano anche i cinesi – e chi ha a disposizione più copie di documenti può registrarsi anche più volte e votare più volte (pensiamo quante copie possono avere i receptionist di un albergo o i cassieri di banca). Un’altra falla di questo sistema sta nell’impossibilità di verificare a posteriori se tutto sia stato registrato correttamente: un ricalcolo delle schede non è mai possibile. Ma attenzione perchè, anche se non possono dirlo, I GESTORI SANNO BENISSIMO COME HA VOTATO OGNI ISCRITTO esattamente come facebook sa tutto di voi e così come google vi manda la pubblicità di ciò che vi interessa. Ma Rousseau in futuro sostituirà il parlamento e la propaganda per presentare la piattaforma di casaleggio e associati come attendibile è già in atto, basta vedere l’esaltazione della “certificazione notarile” o quella di “un tecnico di una società esterna” che garantisce la sicurezza. Queste affermazioni in realtà astruse porteranno gran parte del popolo bue ad inginocchiarsi sempre più verso quanto riportato dalla […]

La caffeina alla base di tutto
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MOLTI CREDONO DI ESSERE SPONTANEI NEL SEGUIRE LA CORRENTE E se alla base di tutto ci fosse la somministrazione a tappeto, in dosi massicce di una sostanza che, passando da una generazione all’altra, modifica il sistema nervoso delle singole persone e le loro capacita cerebrali? La mancanza di attenzione, l’incapacità di stare fermi, la smania di fare…non potrebbero essere l’effetto del forte estratto dei semi di una pianta assunto in dosi che da sempre ci somministriamo giornalmente non appena ci svegliamo e con continui “richiami” a distanza di poche ore senza soluzione di continuità da generazioni e generazioni? Intere popolazioni caffeinizzate in maniera fortissima, come in Italia con gli espressi più forti del mondo, ma anche subdolamente da coca cola o bevande o dolci carichi di caffeina. Nessuno ha mai osato mettere sotto i riflettori la più diffusa sostanza neuro stimolatrice la cui produzione sta alla base delle più grandi multinazionali al mondo, la commodity più scambiata alla borsa di NY, la coltivazione più diffusa al mondo ed i cui coltivatori – bambini compresi – sono poveri schiavi sfruttati ben peggio di quelli rappresentati nelle campagne mediatiche che spesso bombardano gli ascoltatori: campagne mediatiche che non hanno mai riguardato la coltivazione del caffè. Strano che nonostante il caffè sia dannoso per il sistema nervoso, per il cuore, per lo stomaco, per la circolazione sanguigna, per il fegato…. Nonostante ciò, le uniche campagne mediatiche riguardanti il caffè sono quelle nelle quali si evidenzia una pseudo caratteristica positiva rilevata da pseudo associazioni […]

L’individualità e la psicologia delle emozioni
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Anni e anni di traffico di Roma mi hanno fatto maturare l’idea che nel traffico automobilistico si può individuare la dimostrazione inequivocabile di come (e quanto) si riveli dannosa e controproducente l’individualità, e tutte le pedagogie orientate all’esaltazione dell’individualità, del carattere e della personalità. L’interpretazione soggettiva delle regole, le giustificazioni alle proprie infrazioni, la condanna di tutti gli altri infrattori fino ad arrivare spesso anche all’odio generalizzato verso chi sanziona, sono i sintomi emblematici di una “malattia” sociale che risiede nel deviato concetto di carattere, oggi condiviso quasi unanimemente. Quel concetto di carattere che per emergere e confermarsi deve scontrarsi fin dall’adolescenza con i genitori prima e con la società poi secondo uno schema che prevede (e fomenta) l’esigenza di differenziarsi in virtù del credersi superiori. Di conseguenza non se ne esce mai e si resta “Peter pan” a vita (ben rifocillati da quelli che ti dicono “ascolta il bambino che c’è in te”). Siamo sicuri che questa esaltazione del carattere in contrapposizione alla società, non si limiti alla trasgressione ma raggiunga, in quei casi limite, la voglia di imbracciare un fucile mitragliatore e sparare all’impazzata per uccidere chiunque si trovi sul tuo cammino. E’ difficile credere che sia casuale che questo tipo di fenomeno sia cosi diffuso proprio negli USA il paese che ha sempre caldeggiato e spinto per diffondere le psicologie che puntano su carattere e personalità? Non dovrebbe forse farci preoccupare il fatto che anche in Italia oggi sia sempre più utilizzata l’espressione “prendere un fucile ed […]

Vinceranno i media o i social
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Quello che bisogna chiedersi è: Se Berlusconi arrivò al potere grazie alla sua potenza mediatica, com’è possibile che i due attuali partiti di governo (ed i loro leader)  NON sono proprietari alcun giornale o televisione? e come mai nessuno lo ha evidenziato? Dopo il fallimento de l’unità durante il governo PD (a dimostrazione dell’incapacità gestionale) il pensiero e gli ideali dei due partiti (che non usano il termine “partito”) vengono diffusi al popolo attraverso facebook o la piu limitata Rousseau. In altre parole si può affermare senza timore di smentita che ADESSO SIAMO DIRETTAMENTE e pubblicamente controllati dagli USA che decideranno se e quanto limitare la diffusione di un post oppure di sbandierarlo e proporlo (non richiesto, come sarà capitato a tutti) a tutti gli utenti per settimane, magari a pagamento. E’ facilissimo per Facebook limitare la diffusione di un post evitando o di ritardare la sua pubblicazione, ed altrettanto facile è diffondere in maniera massiva e tambureggiante come accade per i post a pagamento. Si perche, per chi non lo sapesse ancora, facebook fa pagare il numero di visualizzazioni di post o pagine, ed infatti risultano quasi isolate quelle pagine che non pagano le inserzioni mentre vengo amplificate in maniera proporzionale a quanto pagano (loro direbbero :investono in pubblicità) le pagine dei clienti facebook più fedeli. È davanti agli occhi di tutti ma la gente sembra non rendersene conto….. Questi sono i nuovi direzionatori di masse ed il loro ruolo sarà tutt’altro che da sottovalutare nelle prossime elezioni che […]

La potenza sociale del consumo
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La “potenza sociale del consumo” . Il consumo sempre fine a se stesso e conseguente ad un desiderio indotto e drammaticamente distruttivo, dentro a cui esplode il conflitto che ridefinisce la libertà dell’individuo. In questa maniera vengono esauriti non soltanto gli oggetti, le cose, ma anche le affettività, i valori, gli eventi, gli interessi generali, le forme di rappresentanza, le istituzioni….. IL CONSUMISMO E’ ORMAI RADICATO A FONDO Viviamo costantemente immersi in una società consumistica che ci vuole perennemente consumatori, acquirenti, di un numero sempre più crescente di beni, prodotti e servizi.

Leonia
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Leonia, la città del consumismo di Italo Calvino è una città che Italo Calvino immagina ne “Le città invisibili” (1972) e che ricorda la situazione di molte metropoli moderne. Infatti a Leonia i cittadini consumano cibi e oggetti in quantità industriali rinnovando ogni giorno abiti, soprammobili, arredamenti, producendo una montagna di rifiuti accatastati alla periferia della città che nessuno sa smaltire. : un mondo squilibrato preda di una schizofrenia consumistica che consuma e spreca molto più di ciò di cui ha davvero bisogno. La sublimazione dell’usa e getta, in un continuo spreco di denaro e di energie, solo apparentemente assurda. Italo calvino e la pubblicità

State of Power
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Il controllo dell’informazione appartiene quasi totalmente ai grandi monopoli digitali che costruiscono un’immagine del mondo specchio dei loro interessi. Solo 6 compagnie possiedono il 90% dei media statunitensi, e solo Google e Facebook controllano il 70% dei siti di informazione.   State of Power è il rapporto annuale presentato dal Transnational Institute (TNI) che indaga il processo culturale tramite cui le grandi imprese e le élite militari rendono il loro potere apparentemente naturale e irreversibile. L’infografica Manufactured Consent mostra numeri su cui riflettere. Secondo una stima del 2012,solo 6 compagnie possiedono il 90% dei media statunitensi e solo Google e Facebook controllano il 70% dei siti di informazione. Il fenomeno è in crescita: nel 1983 erano 50 imprese a detenere il 90% dei media. L’origine dell’accentramento del potere mediatico risiede nella concentrazione del controllo economico, che passa per il meccanismo delle porte girevoli, per il finanziamento delle campagne elettorali e per i grandi think tank. Lo studio The network of global corporate control – condotto da Stefania Vitali, Stefano Battiston e James Glattfelder del Politecnico federale di Zurigo – riporta che l’1% dei gruppi economici controlla il 40% delle imprese mondiali. Questo avviene anche grazie al fenomeno dell’interlocking directorate, il legame tra diverse amministrazioni societarie. Secondo il TNI, ad esempio, l’azienda satunitense Alphabet possiede Google, Android, Youtube e Waze e, mediante l’interlocking, è connesso anche con Netflix, la Ford Motor Company, la NASA e la Stanford University. Mentre la Walt Disney è legata, tra gli altri, a Facebook, Apple, Mc Donald’s, Blackberry, Nike e a diverse università. Altri giganti mediatici sono Comcast, legato alla Federal […]

Obsolescenza programmata
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Pier Paolo Pasolini diceva: “Il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, che fosse prima di tutto un consumatore”, proviamo a liberarci dalle catene della dipendenza consumistica scegliendo di essere dei CONSUM-ATTORI. Come? Molti adepti della religione consumistica, stenteranno a credere che ci siano prodotti programmati per rompersi eppure è cosi e questo avviene SOPRATUTTO per le grandi marche che godono di sicuri clienti mentre le marche poco note non investono in tale programmazione in quanto non sono certi che ricompreranno lo stesso prodotto. Se non esistesse la fidelizzazione,  l’obsolescenza programmata sarebbe molto inferiore. È consumistico pensare che spendendo di più il prodotto è durevole: spendendo di più si sta molto più accorti al prodotto e per questo motivo la durata è maggiore: SE LA DURATA NON È PROGRAMMATA, QUESTA DIPENDE DA NOI. Oltre all’obsolescenza programmata vi è l’ obsolescenza psicologica. In questo caso, la “scadenza” di uno smartphone, di un televisore, di una fotocamera non è soltanto fisica, ma è legata ad un aspetto psicologico del consumatore, che in tal senso viene influenzato dai messaggi pubblicitari, dalle nuove funzioni, fino ai modelli sempre più nuovi e desiderabili che escono sul mercato del consumo. Ci inducono a pretendere sempre di più dai nostri dispositivi elettronici, 15 anni fa con il cellulare potevamo soltanto chiamare e inviare sms, ora c’è molto di più, internet, le foto, la musica, quindi insieme al dispositivo cambia anche l’utente e il suo profilo d’uso di uno strumento tecnologico, così da alzare le […]

Centri commerciali contro cinesi

I piccoli commercianti stanno scomparendo uccisi dalla morsa “CENTRI COMMERCIALI e CINESI” che li stritola senza possibilità di scampo. L’orientamento del commercio al dettaglio nell’ultimo decennio, sembrava orientato a questa variabile unica derivante da due filosofie differenti: i centri commerciali e i “negozi cinesi”. I primi vedono il consumatore soggetto passivo il quale con luci, suoni, offerte e aggressività varie, viene convinto a comprare cose inutili a prezzi altissimi. Dall’altra i cinesi che offrono una grandissima quantità di merce senza marchio e senza offerte, dove l’utilizzo o meno del prodotto ( e quindi il bisogno dell’acquisto) proviene solo dall’utilizzo che la fantasia del consumatore immagina. Recentemente la morsa ha aggiunto un altro KILLER dei piccoli commercianti: il commercio online. La globalizzazione a portata di click permette di acquistare la carta igienica dal Giappone, spesso con spedizione gratuita, tanto per fare un esempio. Questo potrebbe essere il fattore che farebbe saltare l’ultimo anello della catena di distribuzione, portando direttamente dal produttore al consumatore con l’unico inserimento del corriere. Sarebbe auspicabile un simile sistema? O avrebbe dei costi sociali talmente alti da far paura? A mio parere sarebbe necessario rieducare il commercio attraverso la tassazione di acquisti sia on line sia nei centri commerciali, per riequiparare una concorrenza evidentemente sleale (per gli esentati dalle imposte) ma sopratutto per prevenire un problema sociale emergente: le relazioni interpersonali reali. Analogamente a quanto i social hanno influenzato i rapporti interpersonali come l’amicizia, c’è da aspettarsi che il commercio online elimini ogni tipo di rapporto personale […]

Cercare di lavorare meno è peccato?
lavorare-per-vivere

Siamo abituati a pensare che chi lavora tanto sia una persona di sani principi e da ammirare. Si dice infatti “è un gran lavoratore” per indicare una persona di qualità, con grandi pregi, un bravo padre di famiglia. Ma… Una delle differenze tra destra e sinistra è che una è per i diritti e l’altra per i doveri. Dal mio punto di vista privilegiato mi chiedo cosa sia per me il lavoro: un diritto individuale o un dovere sociale? L’unica cosa di cui sono certo è che il lavoro è encomiabile e, più è brutto più dovrebbe essere lodato. il lavoro è un mezzo per soddisfare i bisogni sopratutto i primari ma non solo. Una volta soddisfatti i bisogni, il lavoro può essere un’assicurazione per il futuro e per la vecchiaia. Soddisfatto questo scopo le motivazioni devono essere altre e di ampissimo raggio ben oltre il proprio individualismo ma quanti hanno la volontà e le capacità? Il lavoro dovrebbe essere il diritto ad assicurarsi la vecchiaia e poi il dovere di farsi da parte. L’aspirazione della società dovrebbe essere quella di diminuire il periodo lavorativo. Ma questo non avviene ed è un’altro discorso. Il lavoro per una gran fetta della società non sarebbe necessario ma lo reclama fortemente. Perché? Per arrivismo o per bisogni sempre maggiori da soddisfare. L’esasperazione dell’importanza del lavoro, quindi, confluisce nel consumismo e forse addirittura lo origina. E questo potrebbe essere dannoso per la società sempre più avida di risorse ed energia e produttrice di immondizia […]

40.000 bambini nelle miniere della colonia francese del Congo
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Generalmente non andrebbero riprodotti articoli nei quali i bambini sono strumentalizzati dalle Nazioni Unite per direzionare opinioni utili agli scopi di chi deve guadagnare sempre di più. Provo a fare un’eccezione, tenendo ben presente che anche questo argomento è influenzato dalla propaganda che – invece di spingere per limitare i consumi di inutili batterie – spinge ognuno verso il buonismo e fa sorgere nei CONSUMATORI LA NECESSITA’ DI LAVARSI LA COSCIENZA . Secondo le ultime stime dell’Unicef sono circa 40.000 i ragazzi e le ragazze minorenni impegnati nelle miniere del sud della Repubblica democratica del Congo. Molti di loro lavorano nelle miniere di cobalto, prezioso minerale utilizzato per la produzione di batterie ricaricabili utilizzate per i nostri cellulari, tablet, computer e altri dispositivi elettronici. I bambini – ovviamente – lavorano come gli adulti